LISTA RACCONTI AMMESSI E VOSTRE CLASSIFICHE (MINUTI CONTATI XXI EDIZIONE)

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  1. L'Aguzzino
     
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    Di seguito i 15 racconti ammessi, in ordine sparso:


    Piccoli dettagli che contano (Cattivotenente): 1721 car. (23.06) 5 + 5= 10 punti penalità
    Non ho bocca e vorrei urlare (Peter7413): 1715 car. (22.58)
    Vamos a matar el tren (Peppino1982): 1706 car. (23.05)
    Lo scarafaggio (sgewrk): 1670 car. (23.04)
    La storia di Erik (Frank Colton): 1716 car. (22.59)
    Il libro che siamo (Olorin): 1709 car. (22.58)
    Pendolari (fra.maia): 1714 car. (22.52)
    Accudienza (=swetty=): 1652 car. (22.49)
    Ludica anarchia (Epoch): 1711 car. (22.46)
    I cercatori (strellima): 1389 car. (22.44)
    Codice binario (.:Lady Ice:.): 1702 car. (22.44)
    La locomotiva Cla! Cla! (giudappeso): 1714 car. (22.36)
    A sua immagine (tzenobite): 1716 car. (22.33)
    Bondage train de vie (rehel): 1711 cara. (22.23)
    Il controllore (KillerQueen): 1646 car. (22.18)

    Cattivotenente ha, purtroppo, sforato sia il tempo che i caratteri per un totale di 10 punti di penalità.

    Avete tempo per postare le vostre classifiche (in risposta a questo thread) con relativi commenti, entro le ore 23.59 di giovedì 29 settembre 2011.

    Premi e Penalità: Sono previsti alcuni bonus per chi commenterà le classifiche in questa sezione:
    Bonus 10 punti a chi commenterà tutti i racconti con almeno 400 caratteri.
    Bonus 5 punti a chi commenterà soltanto il primo e l'ultimo racconto con almeno 400 caratteri.
    Attenzione: a chi commenterà quasi tutti i racconti con 400 caratteri ma non tutti, rientrerà nel Bonus di 5 punti.
    Per il conteggio vale il solito contatore.

    Ricordo che NON postare le classifiche comporterà un'ammonizione con esclusione dalla prossima edizione di Minuti Contati. Due ammonizioni consecutive comportano l'esclusione dal prossimo Minuti Contati.
    Tre ammonizioni complessive comportano l'esclusione permanente dal concorso.
    I commenti postati nei thread dei singoli racconti non contano ai fini dell'assegnazione dei bonus.
     
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  2. Cattivotenente
     
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    Noooo! Sono spacciato in partenza! ero ultra convinto di essere dentro con i caratteri, se non con l'orario... Vabbé, l'importante è partecipare... :(
     
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  3. tzenobite
     
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    premetto: su suggerimento di alberto lurko da un po', soprattutto i finalisti dei vari usam, e so che questo e' un posto pieno di gente che sa scrivere e che si impegna a scrivere meglio ;), io non mi ritengo in grado di valutare come scrivete (mi sembrate tutti molto ma molto bravi) e quindi la classifica che ho stilato e' redatta per il 90 per cento sul quanto mi piaccia la storia ;): probabilmente per questo sara' diversa dalle vostre
    non riesco a leggere e valutare oggettivamente un racconto che tratta un tema che non mi piace anche se e' scritto da premio nobel
    per questo motivo NON faro' commenti se non per primo e ultimo


    1 - pendolari
    proprio bello! mi rievoca un po' il treno di "diretto per l'inferno" di bloch, racconto che amo molto. surreale, leggero, poetico. molto denso per la lunghezza limitata a cui siamo stati obbligati. mi sfugge la presenza dei colleghi, non capisco dove o quando siano saliti. la luce verde non dovrebbe comparire "nella" galleria? mi dispiace che tu non abbia descritto un pochino l'esterno del treno :), me l'immagino come un orient express psichedelico ;)
    mi sembra che ci sia una leggerezza femminile che mi piace molto

    2 - accudienza

    3 - il controllore

    4 - piccoli dettagli che contano

    5 - la storia di erik

    6 - non ho bocca e devo urlare

    7 - ludica anarchia

    8 - bondage train de vie

    9 - i cercatori

    10 - vamos a matar el tren

    11 - lo scarafaggio

    12 - codice binario

    13 - il libro che siamo

    14 - la locomotiva cla! cla!
    come ashait, mi inchino. scritto estremamente bene, ho dovuto leggerlo e rileggerlo lentamente per riuscire a visualizzare la storia, e quando ci son riuscito mi ha colpito come...un treno, ecco ;-) ben concepito, ben sviluppato, ben scritto
    complimenti perche' e' un gran bel racconto (cinematografico, malinconico, cupo, sorprendente) ma la storia non mi piace, per cui lo classifico ultimo

    EDIT: scusate, nn ho messo i punti, non modifico l'ordine ma aggiungo i fatidici numeretti ^_^

    Edited by tzenobite - 26/9/2011, 23:47
     
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  4. rehel
     
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    Be'... allora io vado per primo, pronto a beccarmi tutte le conseguenze del caso. :argh:
    E allora ecco la mia personale classifica.
    Ho commentato tutti i racconti e spero nel bonus. ;)
    Soprattutto ho cercato di essere sincero, non me ne vogliate. :corpa:

    Primo assoluto, per me. Punti 1
    I cercatori.

    Da subito mi ha colpito per la sua atmosfera, per la rarefatta bellezza, per tutta la storia che dice e non dice e che si intravede dietro quanto appare scritto. La ricerca di un rifugio, di una casa (la propria? O comunque un qualsiasi riparo che la sostituisca?) di una tana nella quale infrattarsi al riparo di chissà quale cataclisma. Racchiude dentro di sé una storia che potrebbe occupare un intero romanzo, dunque, racconta moltissimo dicendo pochissimo. Eccellente il personaggio del ragazzo-cane-afflitto da mutismo o da qualche altra malattia assolutamente inquietante.
    Non rilevo nulla a livello di errori, lo trovo perfetto anche a livello stilistico.
    Soprattutto mi ha fatto sognare!


    Secondo assoluto. Punti 2
    Non ho bocca e vorrei urlare.

    Un ottimo lavoro, forse un po’ al limite del tema assegnato, ma non è l’unico.
    Quello che non mi ha convinto del tutto e l’ultimo paragrafo. Vorrei urlare ecc. – trovo questa frase un po’ forzata, messa lì proprio per spiegare, ma risulta piuttosto pesante, Certo senza di questa sarebbe stato difficile capire appieno la storia, ma è proprio qui il difetto principale di questa costruzione per il resto altrimenti ben realizzata.


    Terzo posto. Punti 3
    Pendolari

    Non ho molto da dire su questa storia, scritta bene, garbata, ideale per chi vorrebbe prendere il primo mezzo di trasporto possibile e andare lontano, scappare, fuggire e inseguire i propri sogni senza pensare troppo a tutto il resto. Il tema mi pare azzeccato: binari storti-binari immaginari, un po’ come quello di H. Potter, il sette e mezzo, oppure l’otto e mezzo, non ricordo bene.
    Buona scrittura senza sbavature ed errori.
    Ha solo trovato due altre storie di un livello e di uno spessore maggiori, peccato!



    Lo scarafaggio. Punti 4

    Un buon scenario e una buona scrittura. Rilevo solo una assonanza evitabile con più tempo a disposizione: del colpo del cannone a distorsione.
    Rimango un po’ perplesso sulla frase di chiusura. Non la capisco pienamente e mi lascia un senso di incertezza che nuoce al pieno godimento della storia.
    Per il resto lo stile è adeguato, la tecnica buona e non rilevo errori particolari.
    Una storia futuribile, il tema mi sembra rispettato. Non male, ma nemmeno trascendentale.



    La locomotiva Cla! Cla! Punti 5

    Stile buono e corretto e da te non ci si poteva spettare di meno. Ma la storia appare un po’ telefonata e la battuta finale non riesce a sollevare la vicenda più di tanto. A tratti ho fatto fatica a seguire appieno la vicenda.
    Alcune ottime frasi che metto in evidenza: e quella mazzata gli era caduta in testa come merda di piccione. E ancora: a terra stava il bambino con la testa di marmellata. Frase che da sola riesce a descrivere una scena terribile.
    E come ti avranno spesso detto a scuola, puoi fare di più…


    Accudienza. Punti 6.
    Titolo a parte, piuttosto brutto a mio modo di vedere, una storia non proprio chiarissima e che occorre leggere più volte. E nel caso di racconti così brevi è un peccato quasi mortale.
    Non mi ha convinto quel: erano INERMI sotto di lei. Visto che si trovano sotto una locomotiva dovrebbero essere quanto meno una poltiglia informe. Ma trovo anche assurdo che la locomotiva, per vendicarsi, si danneggi in quel modo, perché per fare un deragliamento deve per forza subire dei danni. Insomma, mi pare eccessivo.
    Il tema è al limite. I binari, in questo caso, non sono parte intrinseca della vicenda se non di riflesso, visto che è una locomotiva uno dei personaggi principali.


    La storia di Erik. Punti 7.
    Anche qui siamo al limite del tema, poveri binari ferroviari, non era certo colpa loro se la Germania dell’epoca utilizzava i treni per trasportare i condannati ai campi di sterminio. Fra l’altro sottolineo che il sistema ferroviario della Germania nazista era di una efficienza mostruosa e parlare di binari storti proprio non ci sta.
    Ma il difetto del racconto è un altro. Anche in questo caso trovo la vicenda troppo raccontata e poco scritta. Il narratore espone una serie di eventi che sono accaduti e alla fine tira fuori un accorato rimpianto. Non c’è sorpresa, stupore, nulla. Rimane l’efficacia dell’ultima frase che con un’intuizione felice rende un sentimento vero: Sei qui? Sussurro.
    Buona la resa storica.


    Codice binario. Punti 8
    Anche qui siamo al limite del tema. Codice binario- binari storti, insomma.
    Ho trovato questo racconto un po’ freddino, quasi glaciale; forse in sintonia con il tuo nick? Ma credo si tratti dell’ambientazione futuristica, asettica e meccanica che gli hai dato.
    In effetti uno alla fine si chiede quale sia la soluzione giusta e non potevi non darla, solo che il limite dei caratteri te lo impediva, o non la sai nemmeno tu?
    E poi uno si chiede, ma dove cavolo siamo se per una sbronza, invece che mettermi in una cella per smaltirla, mi cacciano in un posto simile e con un sadismo così efferato? Ovviamente anche è dovuto alla mancanza di spazio, tuttavia disturba un po’ il lettore dovere subire una situazione così tirata senza la sua brava giustificazione.


    Ludica anarchia. Punti 9
    Racconto favolistico a tema fantasy-giocattoloso.
    Ecco, non amo molto le storie che all’inizio sembrano una cosa e alla fine rivelano che il personaggio principale, o i personaggi, sono tutt’altro. Classico esempio una storia narrata in una prima persona che alla fine si rivela essere un cane.
    Qui i giocattoli diventano protagonisti e fanno conoscenze nuove fra di loro grazie a un incidente provocato dal bambino che ha astutamente montato i binari storti… umh, insomma, anche la trama non mi dice molto. Sarà che il fantasy non è la mia materia preferita?



    Piccoli dettagli che contano. Punti 10.
    Storia piuttosto banale a cui non serve molto tirare in ballo addirittura un’epidemia di zombie per risollevarsi.
    La morale che la pervade è quella del: fai il bravo e comportati bene perché altrimenti il futuro potrebbe ritorcersi contro di te. E così puntualmente avviene a causa di una saracinesca che scorre male sui binari (storti).
    Anche la frase finale (importantissima in un racconto di queste dimensioni) è piuttosto deboluccia e sembra una battuta stantia di una barzelletta per bambini.



    A sua immagine. Punti 11.
    Valgono un po’ le considerazioni che ho fatto per Ludica anarchia. Giocattoli, alla fine. E qualcuno mi dirà… e Toy Story?. Certo, ma lì i giocattoli sono protagonisti ben chiari fin da subito. In questi racconti si gioca col lettore facendogli credere tutta un’altra cosa e poi alla fine gli si rivela che in realtà si era parlato di giocattoli.
    Beninteso, si tratta di pareri miei.
    Segnalo l’ottima frase di chiusura finale, ma non mi basta per salvare la storia.


    Il controllore. Punti 12.
    Può un terremoto fare deragliare un treno qui in Italia? Credo di no. E poi dopo due mesi possibile che i binari siano ancora deformati e non siano stati messi a posto? Anche in questo caso non credo sia realistico. E questi sono due errori gravi di credibilità che ti tolgono punti.
    Anche in questo caso trovo la vicenda troppo raccontata e troppo poco scritta. Il narratore racconta tutto, svela tutto in maniera piatta e uniforme, mentre occorrerebbe maggiore “scrittura”, ecco.
    Il problema è che si è tentato di condensare una storia troppo lunga rispetto a quanto si poteva fare. Questo ti ha costretto a uno stile sintetico, a un riporto di fatti didascalici. Con più spazio a disposizione avresti saputo fare molto meglio, ne sono sicuro.


    Il libro che siamo. Punti 13.
    Ho dovuto leggerlo più volte e come dicevo prima si tratta di una pecca grave riguardo un racconto breve. Tuttora non sono sicuro di averlo capito appieno.
    Mi pare che il tema sia piuttosto tirato per i capelli.
    Nel finale segnalo alcune ripetizioni-assonanze che con più calma si sarebbero certamente evitate: io, Boris TIRANTI a farlo – Si TIRO’ su – poi s’accasciò TIRANDOSI dietro… diciamo che almeno avrei cambiato nome al personaggio evitando Tiranti.
    Un piccolo refuso: ,ma i cadde bocconi ansimando e gemendo.
    Inoltre, mio personalissimo parere, sarei più risparmioso coi gerundi.



    Ultimo nella mia personale classifica. Punti 14.
    Vamos a matar el tren,

    Più che un racconto, scritto in questa maniera mi sembra un soggetto, un appunto, una scaletta. Tutto è riportato in maniera piatta e spoglia, questa non è scrittura. Alla mattina mi sono svegliato, sono andato a scuola, ho mangiato fatto i compiti e la di sera sono andato a letto, questo più o meno lo stile con cui è stato affrontato il tema assegnato.
    A parte questo, anche la storia non presenta nulla di originale se non tutta una serie di situazioni western piuttosto standardizzate e poco originali nel loro insieme.



     
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  5. =swetty=
     
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    QUOTE (rehel @ 26/9/2011, 10:29) 
    Accudienza. Punti 6.
    Titolo a parte, piuttosto brutto a mio modo di vedere,

    "Accudienza" è un termine tecnico ferroviario.

    QUOTE (rehel @ 26/9/2011, 10:29) 
    Ma trovo anche assurdo che la locomotiva, per vendicarsi, si danneggi in quel modo, perché per fare un deragliamento deve per forza subire dei danni. Insomma, mi pare eccessivo.

    Non è detto che abbia tutti questi danni. Capita che locomotive si ribaltino così e ne escano camminando sulle proprie ruote, se mi passi la metafora. In ogni caso lei ne esce viva, da riparare, ma viva.
     
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  6. KillerQueen
     
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    Non so se sia il posto giusto per rispondere ai commenti delle classifiche, in caso contrario scusatemi.
    Il mio racconto non era ambientato in Italia, non l'ho fatto capire in alcun modo: non era scritto, ma era ambientato in California. Io ne capisco poco di geologia e terremoti, in quei giorni però c'era il mio ragazzo che è piuttosto ferrato sull'argomento e iper-pignolo per quanto riguarda la credibilità, mi ha spiegato appunto che in Italia una cosa del genere non potrebbe succedere, solo in alcuni posti del mondo, vedi California. Anche per i tempi di riparazione ho chiesto a lui, mi ha detto che ci può volere anche qualche mese, io mi sono fidata perché ne sa sicuramente più di me. Comunque, guardando qualche foto, per esempio questa, si può ragionevolmente supporre che ci voglia tempo per sistemare una situazione del genere. Inoltre, dopo un disastro di questo tipo si suppone che anche molte infrastrutture siano state danneggiante, cosa che rallenterebbe ulteriormente i lavori di riparazione.
    Se non ti è piaciuto il racconto sei liberissimo di pensarla così, tuttavia la critica alla credibilità per aver ambientato il racconto in Italia non ha senso.
     
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  7. Olorin
     
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    CITAZIONE (rehel @ 26/9/2011, 10:29) 
    Il libro che siamo. Punti 13.
    Mi pare che il tema sia piuttosto tirato per i capelli.
    Nel finale segnalo alcune ripetizioni-assonanze che con più calma si sarebbero certamente evitate: io, Boris TIRANTI a farlo – Si TIRO’ su – poi s’accasciò TIRANDOSI dietro… diciamo che almeno avrei cambiato nome al personaggio evitando Tiranti.

    Sì, credo che tu non l'abbia proprio capito il racconto! :D Non per la posizione in classifica, ci mancherebbe, bensì per l'attinenza al tema e per il cambio di cognome... be', effettivamente forse avrei potuto usare Nitrati, ma il tempo fu tiranno e il cervello non è più agile come una volta.
     
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  8. tzenobite
     
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    CITAZIONE (rehel @ 26/9/2011, 10:29) 
    Be'... allora io vado per primo, pronto a beccarmi tutte le conseguenze del caso. :argh:

    :o: e io chi sono? :lol:
     
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  9. rehel
     
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    Emh... si parlava appunto di cervello non più tanto in ordine a causa dell'età... e il mio direi che concorre ai vertici.
    Sorry. :(
     
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  10. fra.maia
     
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    Mettere in classifica i racconti è stato molto difficile. Molti sarebbero sullo stesso livello, anche se per motivi diversi, qualcuno mi ha colpito per la storia, meno per la scrittura, altri scritti bene non mi hanno però comunicato molto. Sono andata molto a impatto di prima lettura e nessuno si meritava i posti al fondo. Delle belle interpretazioni, appena le ho lette mi sono automaticamente spostata al fondo, ma ringrazio chi invece ha apprezzato il mio tentativo. Finora un primo posto che mi ha tirato su il morale e un terzo (non assoluto :B): ) mi hanno fatto davvero piacere, per cui sono ampiamente soddisfatta, anche se da qui in poi beccassi solo quattordicesimi.
    Grazie.
    (fare le classifiche sucks)


    1I cercatori
    Mi pare un buon racconto, anche se ha molto del frammento di una storia più ampia. Non è comunque un difetto, lascia qualcosa alla lettura, e il fatto di volerne sapere di più può essere un buon segno. La scrittura mi piace molto. Il tema non è troppo originale, e avendo letto da poco “La strada" di McCarthy ne ritrovo l'atmosfera, quindi potrei essere influenzata da questo nel giudicarlo. Qui però ci sono quel guinzaglio, la cecità e l'olfatto a catturare l'interesse, viene davvero voglia di leggere di più per sapere se una storia lunga sarebbe altrettanto efficace, ma questo esula dalla sfida. Mi piace anche il modo in cui sono inseriti i binari storti e la descrizione che ne dai.
    2 Lo scarafaggio
    Mi piace come fa calare subito nella storia: trovarsi uno scarafaggio gigante e i dialoghi di chi lo sta fronteggiando dà immediatezza e stupore. Incuriosisce. Le uniche parti che non ho capito del tutto sono per il ponte - forse un accenno è troppo poco, dà colore, ma viene da chiedersi quale sia il legame con lo scarafaggio, è passato da lì?, dovevo capire più di quel che ho fatto? – e la dinamica dei colpi di cannone: vede il risultato, ma quando è stato sparato il colpo?
    La riflessione finale invece mi è piaciuta molto, già che si parla di senso, mi ha aiutato a darne uno alla storia che fino a quel momento era sì, piacevole da leggere, ma non avendo compreso del tutto il contesto, mi lasciava un po' di vaghezza. Almeno mi hai dato un sentimento che posso condividere, pur non sapendo chiaramente quello che succede. Una chiave di lettura che mi fa pensare che forse anche nel destino degli uomini che parlano ci sarà qualcosa di simile a ciò che il protagonista prova per lo scarafaggio. Un mondo instabile, dove è difficile trovare il senso. E' proprio quando finisce mi verrebbe voglia di andare avanti a leggere.
    3 Bondage train de vie
    Ben gli sta. Mi è piaciuto, sia per il tono della scrittura (tranne lo spaccasse tutto, troppo sbrigativo) fra l'ironico e il macabro, che per la trama. Mi sembra ben dosato fra descrizioni, pensieri e azioni. Il personaggio ha in poche righe una sua psicologia malata coerente, la scena si riesce a visualizzare bene, senza riletture. Forse la moglie mi è parsa un po' immobile e silenziosa nella prima parte, anche con un bavaglio immagino che una emetta qualche suono disperato, ma noi vediamo attraverso il marito che la liquida con carne e può starci. Un bel racconto, complimenti.
    4 Codice binario
    Mi è piaciuto. È scritto bene, scorre e la comprensione segue la velocità di lettura. L'ambientazione è claustrofobica e rende. Sta tutto compreso nello spazio senza forzature. Il tema mi sembra rispettato e anche in modo originale. L'unica nota negativa è che mi ha ricordato molto il film “Il cubo”, per la situazione. Ma non è un difetto troppo grave, finché resta una piacevole lettura, e questa lo è stata. Compreso il finale tagliente.
    5 Non ho bocca e vorrei urlare
    L'ho tenuto fra gli ultimi da commentare perché mi scatena dubbi laceranti nella valutazione (esagero un po'). Quindi il commento sarà forse criptico e soggettivo.
    L'idea della bambolina vodoo che arriva con la sua valigetta, con la bocca cucita, la matita al sangue e il fare un po' annoiato mi è piaciuta molto. È bizzarra e macabra e per questa ti meriteresti un applauso. Però c'è qualcosa che non mi convince. Non ho compreso tutto subito e l'aver messo quella brutta frase “- Sì! Grazie a questa bambola voodoo venuta dall’inferno avrai quello che ti meriti! Sì!” mi fa pensare che forse anche tu avevi paura che non si comprendesse bene. Quello che a una prima lettura mi confondeva era perché arrivasse già con la foto, senza che fosse stata la donna a chiamarlo. Fa tutto la bambolina, se odio qualcuno e decido di fare un patto con il diavolo/altre creature/vendette non convenzionali, mi aspetto che sia io a dover invocare la creatura, a prendere l'iniziativa. Non che non possa succedere come descrivi tu, è un'altra visione, ma partendo dalla mia, ho avuto qualche problema a raccapezzarmi. C'era poco spazio e anche questo influisce (poco tempo, poi, già ti sono venute delle bellissime idee) qualche passaggio gestito in modo diverso forse me l'avrebbe fatto apprezzare di più. L'idea resta comunque molto bella. Il tema dei binari storti un po' buttato lì, ma non assente.
    6 Ludica anarchia
    Molto carino. Ci sono un po' di imperfezioni, la frase che già ti è stata segnalata e mi sono un po' persa a una prima lettura fra i nomi e quello che accadeva. Il finale però spiega che la confusione è giustificata, stiamo guardando il gioco di un bambino normale che non ci si raccapezzi del tutto e comunque la trama principale si comprende appieno. La frase del bambino non mi ha infastidito perché troppo matura, solo il termine prigionieri non mi ha convinto, perché introduce una riflessione diversa dal resto del discorso, la toglierei.
    Comunque una bella lettura.
    7 Accudienza
    Non ho avuto difficoltà a comprendere quello che succede. Però condivido con altri l'ignoranza della terminologia specifica: che sarà mai una fossa di visita? Accudienza credevo fosse un termine inventato per descrivere il rapporto che la locomotiva aveva instaurato con chi si prendeva cura di lei. Non credevo esistesse davvero. Però è un bel termine, è molto materno. Mi è piaciuto questo rapporto nel racconto. La scrittura è ottima. Però c'è qualcosa che non mi convince, forse, ma è solo un'ipotesi non riesco a rendermi bene conto di cosa mi stona, è il passaggio dei punti di vista fra Tonio e la locomotiva che in poco spazio non mi permette di instaurare troppa empatia, e sentire del tutto il loro rapporto, mentre dovrebbe essere il punto chiave attraverso cui leggere il racconto. Forse doveva essere una storia più lunga, o con un crescendo più teso, una di quelle storie da lacrimuccia e soddisfazione finale.
    8 Piccoli dettagli che contano
    Stilisticamente non mi ha convinta troppo. I dialoghi soprattutto mi pare che manchino ancora di qualche round di perfezionamento. L'idea invece mi è piaciuta molto, sia perché non hai pensato ai treni, sia nel suo sviluppo (procrastinare ti farà finire sbranato dagli zombie: un'ottima morale che dovrei imparare anch'io).
    La frase finale: capisco l'intento ironico, ma la trovo brutta da leggere e non per la parolaccia, per lo stesso motivo dei dialoghi che mi suonano un po' finti pur cercando di riportare il linguaggio realistico.
    9 Vamos a matar el tren
    "Dai vagoni del treno gli uomini sparano in risposta a quei briganti."
    Avrei messo ai briganti. O anche solo in risposta. "Quei" mi pare appesantire.

    Sì, sembra di assistere alla prima scena di un film western, con la telecamera che arriva dall'alto. L'inizio carica molto, la descrizione di cosa sta facendo ogni personaggio compresa la locomotiva è ben riuscita e permette di visualizzare la scena che sfrutta un immaginario presente un po' in tutti e dà un tocco di epicità alla storia. In realtà questa è semplice, ma raccontata in modo da far restare alto l'interesse. Però mi sa di inizio, una descrizione corale che andrà poi a scendere nei personaggi, la storia ha un finale, ma mi resta questa sensazione di aspettarmi un dopo. E forse è un po' sproporzionato sul senso della vista e per questo pare di vedere un film che scorre, ma non credo sia un difetto. Comunque mi è piaciuto.
    10 A sua immagine
    "L’errore era stato credere che somigliare al bambino che possedeva il diorama ferroviario li rendesse diversi dagli altri pezzi che lo componevano: più importanti dei vagoni in miniatura, degli alberi di plastica, o dei binari distorti per spingere il bambino a regalare ai piccoli passeggeri dei suoi treni un posto nuovo dove vivere."

    Questa frase non mi convince: “per spingere il bambino ecc.” non lo vedo bene dopo l'elenco all'interno dei due punti, non si capisce bene da cosa è retta, dal periodo iniziale? Anche il per non mi convince. La aggiusterei. E “regalare ai piccoli passeggeri dei suoi treni un posto nuovo dove vivere” l'avrei messa più semplice.

    C'è un “né” con l'accento al contrario.

    L'idea non è troppo originale, ma non è male. Mi è piaciuto il percorso psicologico dell'omino e la serietà con cui discutono della rivoluzione. L'inizio e la fine nella spazzatura danno una cornice all'interno della quale racconti quel che è accaduto, una soluzione che fa guadagnare battute, ma toglie un po' di partecipazione.
    Ho una perplessità: dovremmo essere nei pensieri del protagonista, tutto quell'insistere sulla piccolezza forse è un po' fuori personaggio. Sono così consapevoli di essere miniature?
    Comunque, non ho avuto difficoltà a comprenderlo.
    11La locomotiva Cla! Cla!
    Onestamente ho dovuto rileggerlo più volte per capire cosa fosse successo. Disattenzione mia, o qualche passaggio gestito in maniera criptica? Se infine ho capito, il bambino è finito sotto la metro perché voleva raccogliere la sua locomotiva giocattolo. Si capisce subito che il barbone ha visto e sta raccontando, ma è nella dinamica che mi sono persa. Nonostante questo lo trovo ben scritto e mi piace l'atmosfera che si crea in poche righe. Così come il modo in cui hai sviluppato il tema.
    Forse qualche passaggio in più avrebbe aiutato i lettori non troppo svegli come me a capire a una prima lettura, magari togliendo spazio alla caratterizzazione del poliziotto, parte comunque ineccepibile.
    12La storia di Erik
    Qua i binari storti sono davvero un simbolo che colpisce. Spesso si associano le deportazioni con i treni e pare davvero di vederli. Mi è piaciuto molto il “rimorso di essere vivo” e ho trovato il punto di vista interessante. Quello che mi ha convinto di meno è lo stile adottato da “memorie” che è come se desse una patina alla storia. Certo in pochi caratteri non potevi descrivere tutte le scene, ma in questo modo l'attenzione si sposta più sul personaggio e sulle sue riflessioni e mi allontana un po', mi rende meno partecipe della vicenda. Una scelta legittima ma che non sempre apprezzo. La chiusa mi è piaciuta molto.
    13Il libro che siamo
    ma i cadde bocconi ansimando
    un piccolo refuso
    Carina l'idea dell'anagramma anche se il gioco fra il nome dell'autore e la sua opera non lo trovo così riuscito. Non ti so spiegare meglio, ho apprezzato la trovata, però forse avrei inserito nome e cognome dell'autore già prima, vederli così vicini sembra un imboccare il lettore, svela un po' il meccanismo, mentre avrei voluto essere guidata alla soluzione in modo diverso, più logico e letterario (certo in pochi caratteri e in poco tempo non si possono fare miracoli, lo so!). Il linguaggio dello scrittore oscilla un po' fra il giusto tono esaltato e la finzione letteraria. Mi è piaciuto il malore del personaggio, quasi che avvenga per un patto con il diavolo, o comunque qualche cosa di sovrannaturale.
    Il simbolismo dei binari storti per descrivere gli uomini e la loro vera natura lo trovo calzante e perfettamente in tema.
    14Il controllore
    La storia non mi è dispiaciuta, ma non mi ha convinta il modo in cui è esposta. Primo l'inizio con la spiegazione di quando usa il cellulare, che non viene poi richiamata in seguito, mi pare inutile. Ci sono un po' di problemi nei tempi verbali e mi viene da chiedermi perché l'hai scritto con questa sequenza temporale che si accavalla fra passato e flashback. Forse sarebbe stato meglio descrivere puramente la scena dal litigio in poi. Non mi convincono alcune scelte di lessico: se aveva un debole per i treni non è così inaspettato che diventi controllore. O anche il non sperare che qualcuno che conosci diventi controllore, non si capisce bene il motivo. E infine è raccontato in modo da sembrare un po' un riassunto di quello che succede, ripeto l'avrei forse apprezzato di più se mi fossi trovata direttamente nella scena, senza l'introduzione, o frasi come “quella lite mi salvò la vita” prima di sapere quello che è successo. Ma la storia in sé è carina, mi piace l'uso delle coincidenze che chissà quale significato hanno in realtà, quando leggo.
     
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  11. tzenobite
     
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    CITAZIONE (fra.maia @ 26/9/2011, 16:18) 
    (fare le classifiche sucks)

    :clap:
     
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  12. .:Lady Ice:.
     
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    Eccomi anche con la mia classifica, stavolta ho fatto la brava commentando tutti è stato difficile anche decidere in che ordine mettere i racconti perché molti si equivalevano. Il livello medio era piuttosto buono e non c'è un racconto di cui ho pensato che fosse brutto. Anche quelli che ho messo in fondo più che altro sono stati penalizzati da una storia che non mi convinceva appieno o che non rientrava proprio nei miei gusti e non aveva particolari colpi di scena.
    Comunque complimenti a tutti i partecipanti ^__^

    1. Pendolari (fra.maia)
    2. Lo scarafaggio (sgewrk)
    3. La storia di Erik (Frank Colton)
    4. Non ho bocca e vorrei urlare (Peter7413)
    5. Piccoli dettagli che contano (Cattivotenente)
    6. Bondage train de vie (rehel)
    7. Accudienza (=swetty=)
    8. La locomotiva Cla! Cla! (giudappeso)
    9. Ludica anarchia (Epoch)
    10. A sua immagine (tzenobite)
    11. Vamos a matar el tren (Peppino1982)
    12. Il controllore (KillerQueen)
    13. I cercatori (strellima)
    14. Il libro che siamo (Olorin)

    I commenti in ordine sparso:
    Accudienza (=swetty=) non l’ho capito o.o
    Niente da dire sulla forma, è ben scritto e usi una terminologia adeguata (anche se per chi non se ne intende può risultare un po’ ostica) ma sono un po’ perplessa. Sarà che sono rintronata più del solito ma l’ho dovuto rileggere tre volte e ancora non sono sicura di aver capito cosa sia successo di preciso.
    L’accudiente all’inizio viene preso e viene picchiato e non si sa perché (lui non lo sa e il lettore neppure, o se è scritto tra le righe, io non ci sono arrivata...) allora la locomotiva – in questo caso diventa un essere senziente – si vendica deragliando e schiacciando chi aveva picchiato il protagonista?
    Allora non mi spiego il paragrafo finale, se sono in ordine cronologico, e quindi l’incidente accade effettivamente alla fine, perché è scritto al trapassato, come se fosse successo prima del pestaggio?
    *si gratta la testa*

    Il controllore (KillerQueen)
    Racconto carino, fin troppo lineare ma che non anticipa troppo il finale (infatti non me l’aspettavo che finisse a quel modo o.o), comunque fila via liscio.
    Secondo me ci sarebbe da ridare una controllatina a un paio di verbi nella parte centrale (es. mi suona meglio “avevo riso” al posto di “risi”, visto che si tratta di un flashback, anche in quel “fu inflessibile, fu sufficiente” avrei messo un “era stato” in accordo con “avevamo litigato”).
    Forse la parte dell'incidente è un po’ troppo sbrigativa, ma d’altronde c’era poco spazio e non è che si potesse ricamare più di tanto : D

    Lo scarafaggio (sgewrk)
    Bello il racconto e buona la forma, niente da dichiarare. Apprezzo l’idea dello scarafaggio gigante e mi piace come è resa la tensione del quasi-scontro.
    Qualche dubbio su cosa sia questo “ponte” e quale sia la sua reale funzione, nel poco spazio a disposizione posso capire che sia difficile spiegare tutto quindi mi resta appunto questo dubbio, è legato anche alla natura dello scarafaggio?
    Purtroppo non sono un’esperta di fantascienza e molte cose mi restano un po’ oscure ^^”

    Vamos a matar el tren (Peppino1982)
    Bello, scritto molto bene, le descrizioni sono realistiche e efficaci e ci fa partecipare ad ogni istante della scena, concordo con il commento precedente sull’effetto “cinematografico”. Ottimo il ritmo della scena.
    Segnalo solo un paio di refusi (sperono > sperone / se > sé), il resto è a posto.
    Forse la trama non è originalissima, il classico assalto al treno, magari manca qualche colpo di scena in più, resta comunque un buon racconto ^^

    Bondage train de vie (rehel)
    Muwahwha *risata malefica* mi è piaciuto parecchio il finale con ribaltamento, già quando ho letto “si mise nel (sul?) binario accanto” ho capito come sarebbe finita e mi sono concessa un ghigno soddisfatto, non che poi non mi sia goduta comunque il resto.
    Scrittura non male, qualche perplessità sui platani isterici e le piste ottuse che non mi aiutano molto a visualizzare. Anche la frase finale non mi ha fatto impazzire, quel “lo spaccasse tutto” non mi suona abbastanza efficace, mi sembra un po’ troppo “soft” non so se mi spiego xD anche la ripetizione “una frazione di secondo prima” e “ma non prima” suona un po’ forzata, io rivedrei proprio l’ultima frase, magari spezzandola con un punto.

    Pendolari (fra.maia): 1714 car.
    Mi è piaciuto davvero molto questo racconto! Un’interpretazione fantasiosa e sognatrice. Bella la figura del barbone che si avvicina offrendo il biglietto, ben gestito il dialogo che incuriosisce il lettore che si chiede chissà quale sarà il suo segreto.
    Bella la soluzione finale di un treno fantastico che può portare ovunque si voglia donando un sorriso liberatorio ai pendolari musoni e frustrati.
    Buono anche lo stile, niente da segnalare. Un’ottima prova, complimenti :)

    Non ho bocca e vorrei urlare (Peter7413)
    Originale la scelta del protagonista e l’uso del punto di vista sulla bambolina voodoo. All’inizio ci si interroga su chi o cosa sia il narratore, le prime righe le ho trovate un po’ troppo “tronche” e lasciano un po’ spaesati, ma poi si torna sui “binari” e la cosa inizia a farsi più chiara. È vero poi come è stato fatto notare che ti piacciono i personaggi che non arrivano alla maniglia XD si nota conoscendo gli autori che abbiamo tutti delle tematiche più o meno ricorrenti.
    Il pezzo è ben scritto e l’effetto sorpresa funziona, tra l’altro la bambolina risulta quasi simpatica, forse la cosa che non mi ha convinto del tutto è l’interpretazione che hai dato dei binari, la metafora finale mi è sembrata un pochetto forzata. E anche la frase di lei “grazie a questa bambola voodoo venuta dall’inferno” è poco naturale, sembra messa lì solo per spiegare tutto il resto. Comunque un buon racconto : )
    Ah anche il titolo mi è piaciuto, intrigante e suggestivo.

    La storia di Erik (Frank Colton)
    Come tuo solito una storia molto toccante e triste, hai scelto un tema difficile e che personalmente mi sta molto a cuore e ogni volta mi ricorda antiche tristezze. La voce narrante riesce a trasmetterci tutto il suo dolore e il suo senso di colpa per la perdita del suo amato ed è impossibile restare indifferenti di fronte a tanta malinconia.
    Quale appunto a livello stilistico grammaticale, secondo me alcuni verbi andrebbero sistemati: “Erik e io avevamo parlato” – “chissà se anche lui ha calpestato” – “proprio nel momento in cui avevo scoperto” e “il mio posto avrebbe dovuto essere lì” (comunque osservazioni fatte di fretta se vuoi ci si può sentire in privato per i chiarimenti ^^)

    I cercatori (strellima)
    Anche questa un’interpretazione originale del tema, in uno scenario che possiamo definire post-apocalittico? Curiosa e un po’ inquietante la figura del figlio tenuto al guinzaglio.
    Alla fine resta il dubbio di cosa sia esattamente successo e di cosa abbia causato queste esplosioni, personalmente non mi è del tutto chiaro come abbia fatto la casa a finire sotto terra e i binari sopra , e di come il figlio sia diventato cieco e ridotto quasi a un animale, insomma mi viene voglia di saperne di più.
    Niente da segnalare sullo stile che è scorrevole e le scene ben descritte.

    Il libro che siamo (Olorin)
    Dunque, seppure stilisticamente non ci sia nulla da eccepire, ben scritto, niente errori (un refuso: “ma i cadde bocconi”), la storia in sé non mi convince del tutto.
    Nel senso che il tema è centrato, la cosa dell’anagramma non l’avrei mai notata e complimenti per essere riuscito a trovare un nome credibile anagrammando il tema in così poco tempo o.o
    ma la parte che non mi convince è proprio il contenuto, sarà che navigo del mare degli scrittori esordienti e di gente che si monta la testa pensando di aver scritto il libro della sua vita ne vedo a pacchi, ecco il fatto che questo autore si autoesalti per aver saputo cogliere fino in fondo la vera natura dell’essere umano arrivando a scrivere fino a morirne... ecco non me la bevo. Chi mi garantisce che abbia scritto davvero un capolavoro e non la solita schifezza?
    Lasci intendere che abbia fatto una specie di patto con qualcuno per scrivere questo libro, ma secondo me non è abbastanza chiara la cosa (l’ho capito fino in fondo solo quando l’hai spiegato nei commenti) e a chi legge resta impressa solo la voce di uno scrittore che presume di aver scritto qualcosa di assolutamente veritiero, cosa che secondo me non è sufficiente a convincere gli scettici ;P

    Piccoli dettagli che contano (Cattivotenente)
    Anche questa un’interpretazione originale del tema, che sottintende una piccola morale “mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi perché non sai mai quando un’orda di zombie arriverà affamata della tua carne” che è un po’ la mia filosofia di vita XD
    Poco da dire, le storie zombie mi piacciono sempre così come mi piacciono le esagerazioni tipiche della fiaba “se non dai ascolto a papà arrivano i mostri e ti mangiano”.
    Discreto lo stile (forse avrei tolto qualche inciso di troppo tra i dialoghi) e racconto molto apprezzato, complimenti per l’idea ^^

    A sua immagine (tzenobite)
    Simpatica l’idea del sabotaggio da parte dei personaggi del diorama, che poi invece si ritorce loro contro nel momento in cui rendendo il loro “mondo” difettoso e inservibile finiscono nel cestino dei rifiuti, come dire che non sempre le cose vanno secondo i piani.
    Ho trovato alcune parti poco chiare, come quando parli di “scambi bloccati, contatti instabili, passaggi a livello inceppati” quindi l’azione di sabotaggio non si è limitata a piegare i binari? Erano necessari tutti questi interventi?
    Questa frase “credere che somigliare al bambino ... li rendesse diversi” forse sarebbe stata meglio al singolare visto che il protagonista e punto di vista si suppone essere uno solo di questi “omini”
    “Rivisse lo stupore del momento” forse intendevi “nel momento”?
    Comunque racconto interresante :)

    Ludica anarchia (Epoch)
    Anche qui vediamo protagonisti i personaggi di un modellino ferroviario, e anche questa è un’interessante interpretazione del tema. La parte iniziale lascia un po’ spiazzati (comunque a una rilettura è piuttosto divertente), ma poi con il finale tutto torna ad avere un senso. Anche se forse il finale mi suona un po’ troppo diluito, prima la madre che ci rivela la “sorpresa” poi il bambino che interviene per spiegare ulteriormente e infine di nuovo il narratore che torna a spiegare i personaggi. Secondo me bastava una frase sola per rendere più efficace il ribaltamento.
    Niente da dire sullo stile, corretto e scorrevole :)


    La locomotiva Cla! Cla! (giudappeso)
    Ho notato che i temi stazione, barbone alla stazione e incidente ferroviario sono stati i più battuti, però ognuno è riuscito a dare una sua interpretazione personale e anche questo racconto ci ha dato la sua particolare visione. Qui il racconto si concentra sulla figura del barbone che è l’unico testimone dell’accaduto ma essendo considerato pazzo, nessuno gli dà retta e forse proprio in quanto pazzo è l’unico a vedere davvero le cose come stanno. Tanto peggio per gli investigatori che dovranno perdere tempo per ricostruire l’accaduto. Interessante l’espressione “testa di marmellata” rende bene l’idea.
    Stile scorrevole, nessun dubbio particolare sullo svolgimento della storia :)
     
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  13. Frank Colton
     
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    Commenti sotto unico grande spoiler:
    Peppino 1982- Vamos a matar el tren:
    Una narrazione che basa il suo essere, a mio avviso, sul ritmo degli eventi. Un po' mi ha lasciato pensare a una di quelle tante scene tratte da western dove i manigoldi rincorrono, tra spari e cavalcate, diligenze piuttosto che mandrie. In questo caso, nota originale, almeno per me, la diligenza è una locomotiva.
    Non ho notato particolari refusi o imprecisioni, e questo, in tempo ridotto, è sicuramente una nota di merito, quello che magari mi ha lasciato perplesso è la forma espositiva, con tutti quei punti che tratteggiano frasi concise e brevissime. Funzionale per creare ritmo all'azione, ma in alcuni casi superfluo.
    Tredicesimo posto perché alla fine, riparametrato agli altri racconti, non ho sentito più il trasporto iniziale.

    rehel - Bondage train de vie:
    Dettagli:
    CITAZIONE (rehel @ 22/9/2011, 22:23) 
    Ma lui aveva dentro il calore datogli di una dose massiccia di alcool.

    A parte il ma dopo un punto, che a me personalmente non piace, il calore viene dato da una dose d'alcol, non di.
    CITAZIONE
    I binari sembravano nascere da dietro una curva, oltre i platani isterici che proliferavano in quella landa desolata, più in là non si riusciva a vedere niente. Una pianura deserta solcata da due ottuse piste di legno e acciaio.

    Qui invece non condivido molto la scelta di "sembravano nascere" oltre che la serie di aggettivi che dovrebbero enfatizzare metaforicamente la storia, ma che io trovo superflui: "ottuse piste/platani isterici".
    CITAZIONE
    C’era della carne nuda legata alle traversine, un corpo esposto allo sbuffante mostro d’acciaio che l’avrebbe squarciato e fatto a pezzi. Sua moglie, e chi altri.

    "Carne nuda" non mi piace, svia l'attenzione su quello che succede lasciando pensare a un corpo già squartato (lo era?). "Sua moglie, e chi altri" è una spiegazione, ma l'avrei esplicata diversamente (sempre secondo me e il mio punto di vista)
    Forse in questo testo c'è qualche piccolo dettaglio da rivedere ma nulla che possa impedire in maniera efficace la lettura. L'approccio al tema a mio avviso, oltre che azzeccato, è stato originale e interessante, per quanto forse mi siano mancate le motivazioni atte a dimostrare un comportamento del genere da parte del marito di lei, per quanto poi lo spazio di esplicazione del testo fosse comunque ridotto e rilasciato quindi alla considerazione di una fantasia malata. Certo, mi chiedo se c'erano state precedenti avvisaglie, che magari in una storia più estesa poteva valere la pena di esplicare.
    Bel finale, piuttosto inatteso. Scusa il mio essere prolisso, ma quando un racconto mi piace e mi stimola intellettualmente, reagisco così. Bella prova!
    Decimo posto, anche in questo caso, proprio perché, da una rilettura più attenta paragonandolo agli altri scritti sono emerse delle criticità, ma questo non toglie comunque un mio apprezzamento all’idea e alla storia.

    Strellima – I cercatori:
    Sì, decisamente una storia dall'atmosfera affascinante e suggestiva, che sei riuscita a racchiudere in uno spazio breve ma non per questo meno intenso e vivido a livello emotivo.
    Certo, il pro è sicuramente un'intensità che tocca dentro e che comunque rimane anche dopo averlo letto, l'unico contro è il fatto che una storia del genere suscita indubbiamente delle domande sul pregresso che purtroppo non trovano risposta e che a me, personalmente, incuriosiscono parecchio. Quali:
    Di quale esplosione/dramma stiamo parlando? Perché il figlio si comporta come un animale ed è cieco? A prescindere da questo hai tratteggiato una bella fine del mondo che varrebbe la pena di ampliare.
    Nono posto che deriva fondamentalmente dal paragone con i racconti autoconclusivi: hai una prosa affascinante, bella e molto intensa, e questo racconto non è da meno, però per mio gusto personale sono troppi i dettagli che rimangono fuori dalla comprensione della trama, e questo per me ti ha pregiudicato posizioni superiori.

    Epoch – Ludica anarchia:
    Unica Osservazione:
    CITAZIONE (Epoch @ 22/9/2011, 22:46) 
    accennando un saluto con la testa seguito, si accomodò.

    Questa frase la rivedrei, non è sbagliata, ma nella sua costruzione c'è qualcosa di poco scorrevole, che inceppa la lettura.
    L'idea che hai seguito è accattivante, e tutto sommato, a parte quell'unico dettaglio, mi è sembrata scorrevole e ben costruita nelle espressioni. Sei riuscita a mantenere un focus sulle vicende rendendo anche animati oggetti e giochi che di fatto non lo sono se non per la fantasia del bambino: questo a mio avviso è certamente uno dei punti di forza del tuo testo.
    Unico aspetto un po' meno convincente, forse, è il modo in cui il bambino risponde alla madre, perchè mi sembra piuttosto adulta rispetto all'ipotetica età del minore, ma ritengo anche che sia un dettaglio trascurabile, perché in fondo l'età del piccolo non la conosciamo con precisione. A rileggerti!
    Undicesimo posto perché da una rilettura continua a evidenziarsi nella trama e nell’approccio al tema degli aspetti che secondo me pregiudicano il testo rispetto a chi ti precede.

    Giudappeso – La locomotiva Cla! Cla!:
    Confesso di essermi soffermato in fasi diverse su questo racconto, perché c'era qualche dettaglio che non mi era chiaro, ma forse era solo un problema di concentrazione, la prospettiva non si afferrava nell'immediato. Una volta sanato questa mia lacuna, posso confermare che il testo ha un suo valore e che comunque si evince una buona capacità espositiva dei fatti. Idea abbastanza originale, con un approccio ben definito ma soprattutto coerente.
    Un solo piccolo appunto:
    CITAZIONE
    Andrea guardava la Locomotiva Cla! Cla! La vedeva attraverso Lugli che discuteva col medico. La Locomotiva Cla! Cla! era ancora lì, muta come il bambino che la spingeva pian piano lungo i binari. Le fughe tra le mattonelle del sottopassaggio. E poi la Locomotiva Cla! Cla! era saltata. Una fuga storta, un binario sbagliato, ed era scivolata e rotolata e di nuovo scivolata. Verso il buio, verso il binario. Il bambino l’aveva rincorsa, s’era sdraiato pancia sotto per sporgersi. Poi un Cla! Cla! era venuto, aveva colpito il bimbo. Andrea però vedeva ancora la locomotiva, laggiù nel buio.

    Ecco questo passaggio ha qualche cosa che mi distrae e che mi fa perdere il filo. Se ho capito bene la locomotiva è caduta dal marciapiede della metro verso i binari, e sporgendosi il bambino è stato travolto. Non so, separerei le azioni del bambino dalla prospettiva di vista del barbone, nel senso che la spiegazione la metterei in maniera diversa. Ovviamente, opinione personale :D magari sono soltanto io tardo di comprendonio!
    Ecco, questo ottavo posto mi ha messo in difficoltà: nella mia testa il tuo racconto è salito o sceso via via che procedevo nella lettura. L’ho apprezzato, ma i dettagli che ti ho riferito, paragonandolo poi agli altri testi, mi lo han fatto inserire a metà classifica.

    Tzenobite – a sua immagine:
    Sicuramente richiede una lettura piuttosto approfondita, perchè in prima istanza non se ne colgono tutti gli aspetti. Varcato il timore e riletto posso dire che l'idea è piuttosto agile, definita ma soprattutto mi è piaciuta parecchio. Sulla forma non ho particolari rilievi da farti, secondo me l'iniziale non comprensione deriva più che altro dalla suspense che hai mantenuto alta fino alla fine, forse troppa. Comunque, a ogni modo, complimenti, una buona prova!
    Settimo posto in relazione alla lettura generale, una buona idea guida che però non mi è apparsa subito chiara rispetto agli altri, per quanto poi comunque l’abbia apprezzata molto di più rispetto a chi segue.

    Olorin – il libro che siamo:
    L'idea di questo brano è piuttosto originale nel suo insieme, per quante anche io abbai avuto fatica per comprendere in prima battuta quale fosse il suo senso. Ma di fatto, una volta riletto con attenzione, molti aspetti un po' criptici saltano fuori investendo il lettore in pieno viso. Non ho notato particolari errori di forma, per quanto lo stile non sia sempre scorrevole. Ti segnalo sono una cosa: quartultima riga, a circa metà: "ma i cadde bocconi", credo che manchi qualcosa.
    Quattordicesimo posto: è stata dura dover scegliere tra tutti i testi questa posizione, ma questo non significa essere migliori o peggiori di altri. Rileggendo tutti quanti concentrandomi sulla relazione dei vari testi, questo racconto secondo me ha delle difficoltà a emergere sia a livello di comprensione sia di aderenza al tema. Preso singolarmente infatti è una buona storia, ma alla fine forse meno convincente, perlomeno per i miei parametri.

    Fra.maia - Pendolari:
    Un approccio piuttosto originale e molto gradevole.
    Dettaglio:
    CITAZIONE (fra.maia @ 22/9/2011, 22:52) 
    Ti pareva che me andasse dritta una in quella giornata.

    Credo manchi un ne. Inoltre perché scegliere "quella"? Secondo me non ci sta bene, mi distanzia un evento che poteva benissimo essere avvenuto più recentemente.
    Stile scorrevole, immediato e intenso nel contempo. Si percepiscono con chiarezza le emozioni contrastanti che invadono la storia nel suo avvicendarsi senza risultare pesanti. Come ti dicevo l'idea è molto carina, e ben sviluppata nel margine ridotto a disposizione.
    Sì, mi è piaciuto. A rileggerti!
    Sesto posto perché anche in questo caso ho trovato un approccio al tema che si discosta dai soliti canoni che solitamente leggo. Però ho notato uno stile leggermente meno affascinante rispetto a chi ti precede.

    Cattivotenente – Piccoli dettagli che contano:
    Ho trovato questa tua idea di approccio al tema molto simpatica, uscendo fuori dai canali soliti ma nel contempo interpretando il tema degli zombie che va, credo abbastanza di moda di questi tempi. Lo stile è immediato e attuale, si cogli subito la lieve sferzata ironica che comunque permea tutta la storia e che ancora di più me l'ha fatto gradire, proprio perché in finale mi ha strappato un sorriso.
    Non ho rilevato particolari dettagli di stile, e ho trovato comunque un racconto misuratamente simpatico che sicuramente esce un po' fuori dai soliti canoni del genere, per quello che posso conoscere.
    Quarto posto in primis per mio gusto personale: non è originalissimo, ma possiede una sua chiara morale e un suo perché che paragonato agli altri me lo fa saltare agli occhi. E’ vero, non ha forse degli spunti originali, e questo ti ha penalizzato, per me, nella posizione.


    Sgwerk - Lo scarafaggio:
    Eccomi qua.
    Come chi mi ha preceduto non ho alcun rilievo da fare sulla forma e sull'esposizione: corretta, scorrevole, immediata e anche tagliente. I miei problemi derivano più che altro dal riuscire a inquadrare l'ambientazione e la trama: credo che queste rotaie e lo scarafaggio si trovassero in una sorta di metropolitana, laddove comunque c'era da effettuare un intervento di "rimozione" dell'ostacolo (lasciami passare questo termine) ma nel contempo ho come la sensazione che in realtà sia in atto una ribellione (da parte dello scarafaggio e dei suoi simili?) perché comunque si parla di dover proteggere un ponte e un arma racchiusa in un ambiente grande quanto un vagone. Tutto si assimila e si riduce con l'uccisione dello scarafaggio, ma il resto non ho capito, forse per mia pecca, dove debba portare e perché quest'arma (o persona potente) vada difesa o da chi. Dico che magari la responsabilità sia solamente mia perchè confesso che in ambiente fantascientifico o simili sono profondamente ignorante, non è un genere del quale sia mai riuscito a farmi rapire.
    Dodicesimo posto: ero molto combattuto sulla posizione. Dal profilo del testo non ho trovato una virgola fuori posto, la trama sembra coerente nonostante il fatto che continui a sentirla non chiara, non esaustiva per tutte le cose che ti ho già evidenziato. Affidandomi al mio gusto personale, purtroppo, la posizione risente del fatto che sia per genere ma soprattutto per come l’ho vissuto, questa storia non mi ha dato molto a livello interno/soggettivo.

    Killerqueen – il controllore:
    A volte ci si imbatte in quelle storie dove, per trovare il proprio fascino, non c'è necessità di grandi effetti speciali o di palesi sconvolgimenti di scena. Questo testo ha una grande forza: è una storia semplice, correttamente esposta ma anche, nel suo insieme, originale e fruibile. Sì, per tutto questi aspetti mi ha convinto. Ho solo qualche dubbio sparso: Per essere controllore non bisogna essere anche macchinisti/autisti del treno? Parlo senza cognizione di causa ovviamente. Un buon impatto nell'emotività, considerato anche lo spazio ristretto sul quale dovevi agire.
    Quinto posto perché il senso emotivo è coinvolgente ma non eccessivo, denotando una maturità nello scrivere. Rispetto agli altri prima però mi ha convinto un po’ meno rileggendolo, ma rimane un bellissimo racconto.

    Peter7413 – Non ho bocca e vorrei urlare:
    Un approccio singolare ma anche piuttosto originale e coinvolgente. Come tema mi ha convinto, proprio perché alla fine, e forse anche diversamente da altri, l'approccio non troppo aderente alla traccia ma comunque pertinente è uno degli aspetti che prendo in considerazione come punto di forza. Non ho rilevato errori di narrazione o refusi, unico neo è che nel testo, tra le vicende, con la prima lettura d'impatto ho avuto difficoltà a capire il senso della storia, ma con concentrazione mi sono "rimesso tra i binari". Infine, vorrei anche dire un mio parere su questa frase:
    CITAZIONE
    - Sì! Grazie a questa bambola voodoo venuta dall’inferno avrai quello che ti meriti! Sì!

    Sì, è esplicativa, ma per mio parere personale, senza questo chiarimento, tra l'altro espresso al momento giusto, il testo avrebbe perso di chiarezza. A me non ha disturbato infatti.
    Per me è certamente posizione alta in classifica.
    Secondo posto perché mi è piaciuto molto l’approccio al tema e la sua coerenza interna, oltre che il ben dosaggio di tutti gli elementi

    Swetty – Accudienza:
    In primo luogo trovo affascinante questa storia per la terminologia pertinente sull'ambientazione, sebbene altamente tecnica: non è da tutti. Penso però che forse questo racconto risenta più che mai dei limiti dello spazio, laddove qualche spiegazione ulteriore sarebbe stata necessaria per entrare dentro la trama, che si afferra ma rimane libera a diverse interpretazioni.
    Io l'ho vissuta così:
    La locomotiva ha una sua personalità, una sua missione da compiere, secondo me si è vendicata del macchinista e del fuochista deragliando e schiacciandoli, però si rende conto di dover rimanere in vita (se il fuoco si spegne per lei è finita) così due promanazioni non meglio identificate della sua possessione (passeggeri, o chiunque altro) picchiano l'accudiente e lo soggiogano affinché lui non faccia spegnere quel fuoco, quella vita.
    Magari ho letto troppo King, ma è questa la storia che mi è venuta in mente e devo confessare che mi è piaciuta molto. Ripeto, unico neo a mio avviso è il poco spazio con cui la storia deve confrontarsi per essere appetibile. Bella prova!
    Terzo posto perché nonostante la ristrettezza dello spazio ritengo che il testo sia in grado di dare il giusto valore all’interpretazione e rimane aperto al gusto personale (cosa che ammiro parecchio) ma comunque non fa porre domande sul senso della trama.

    Lady Ice – Codice Binario:
    Approccio originalissimo e piuttosto affascinante: complimenti!
    Lo stile è scorrevole, ben delineato con un ritmo che condiziona la suspense, il lettore, in questo caso, accompagna i dubbi e le certezze di Luke sino al suo epilogo. A differenza di altri io l'ho trovato esattamente esaustivo e autoconclusivo, senza bisogno di spiegazioni o passaggi ulteriori.
    Unica nota che ti posso fare riguarda la parola "cella" che in uno spazio limitato (a circa metà) viene ripetuto in maniera che non mi piace "cella/una cella (...) tutta la cella" ma, data la competizione e il genere di limiti di spazio e tempo attribuiti, beh, è totalmente trascurabile. Posso solo dirti pertanto: Brava!
    Primo posto perché a mio parere è il testo che in assoluto mi ha colpito ed entusiasmato di più.


    E detto questo, ecco la classifica, derivante dal mio gusto personale e da come mi hanno colpito i testi (oltre che per la correttezza espositiva). Molti racconti erano belli, alcuni belli ma con qualche dettaglio da rivedere, altri ben scritti ma paragonati agli altri mi hanno emozionato molto di meno. Oltre ai commenti già noti ho aggiunto, nello spoiler sopra, una motivazione sulla posizione per spiegare la mia visione dopo averli letti tutti. Parlo troppo,lo so, ecco la mia classica finale:

    1: Lady Ice – Codice Binario
    2: Peter7413 – Non ho bocca e vorrei urlare
    3: Swetty – Accudienza
    4: Cattivotenente – piccoli dettagli che contano
    5: Killerqueen – il controllore
    6: Fra.Maia – Pendolari
    7: Tzenobite – a sua immagine
    8: Giudappeso – La locomotiva cla! cla!
    9: strellima – i cercatori
    10: rehel - Bondage train de vie
    11: Epoch – Ludica anarchia
    12: Sgwerk – lo scarafaggio
    13 Peppino1982 – vamos a matar el tren
    14: Olorin – il libro che siamo
     
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  14. Epoch
     
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    D'accordo, eccoci qua al momento cruciale: come già qualcuno che mi ha preceduta, sottolineo che stilare classifiche è davvero snervante! Non si potrebbero mettere tutti a pari merito da un certo piazzamento in poi?! ;)
    Ho cercato di bilanciare vari criteri: fluidità della sintassi, consistenza di trama e personaggi, "effetti speciali" (quali contestualizzazioni enigmatiche e sorprese finali), scioglimento della vicenda e, naturalmente, gradimento personale. Non è stato facile perché non pochi racconti erano quasi ex aequo per me ma ho dovuto riempire tutte le posizioni. Questa è la mia classifica, ma complimenti a tutti!
    :clap:



    1 La storia di Erik (Colton)
    Il primo posto è meritato: cimentarsi con la storia del nazismo e con lo sterminio di massa senza incorrere in vuota retorica o banali ripetizioni è impresa ardua, che tu invece hai portato brillantemente a termine. Inoltre il racconto è centrato sul destino tragico degli omosessuali (dei quali spesso, insieme a zingari e oppositori politici, ci si dimentica, a fronte dei 6 milioni di ebrei) e sul problema della colpa, il dramma di dover convivere con la sindrome del sopravvissuto. E, di nuovo, la tematizzazione è originale: il protagonista non è fuggito dal lager ma hanno prevalso in lui l'istinto di sopravvivenza e la paura. Attinenza al percorso proposto perfetta, direi: la storia evoca la diabolica deformazione dei binari della storia, oltre che di quelli, nefasti, che conducevano al campo.

    2 La locomotiva Cla! Cla! (Giudappeso)
    Un racconto in punta di fioretto: la "morale" della storia mi ha ricordato il mio amato Shakespeare, che spesso nasconde la verità nelle parole dei folli, alle quali nessuno dà ascolto - causando così disastri o fallimenti - ma che sole potrebbero risolvere la situazione. La dinamica è costruita benissimo: i poliziotti che si affannano a capire cosa sia successo e, credendo che bastino i soliti metodi d'indagine, accantonano l'unica persona capace di risolvere all'istante il caso. Persona che, fra l'altro, è uno specchio perfetto: la condizione di disagio mentale e fisico lo porta a ripetere alla lettera la scena di poco prima, come a teatro e senza inquinarla di elementi soggettivi. Ottimo il flashback alla fine ma non troppo, lasciando la chiusa ai ristretti orizzonti mentali dei due agenti.

    3 Non ho bocca e vorrei urlare (Peter7413)
    Merita il podio perché è fra i testi che più mi hanno spiazzata ma ha uno scioglimento finale della trama che giustifica il labirinto in modo assolutamente creativo. L’autore ha davvero una notevole abilità nel mescolare le carte e confondere il lettore attirandone l'attenzione su particolari non sempre chiave per la storia. Unica pecca, credo, l’eccedere in questo tipo di dettagli secondari. Quanto alla pertinenza rispetto al tema assegnato ritengo sia molto concettuale e quindi da dedurre: forse qualche stratagemma in più per “stare sul punto” avrebbe giovato ma non lo considero un punto debole.

    4 Pendolari (fra.maia)
    Un flusso di coscienza molto originale: la storia parte come una normale uscita dal lavoro, alle prese con lo stress metropolitano. E poi decolla verso l'assurdo, molto piacevolmente. Sono resi benissimo lo stupore, quasi ipnotizzato, con cui la donna guarda il treno e i suoi passeggeri, e la docilità con cui cede all'invito di unirsi ai viaggiatori. Una lettura in chiave “urban fantasy” del tema che si chiude con un affascinante viaggio oltre il tempo e lo spazio: sui binari della fantasia. Bella prova.

    5 Accudienza (swetty)
    Pur avendo avuto qualche difficoltà a ricostruire l'accaduto - la trama si avviluppa su se stessa e quasi stritola il lettore – ho apprezzato particolarmente lo scioglimento finale: la locomotiva che vendica la vittima e si fa paladina della giustizia! Un personaggio che decisamente non ci si aspetta e che agisce al momento più opportuno. Certo, all'inizio non è affatto chiaro cosa stia accadendo ma ricostruendo la cronologia tutto va al posto giusto. I termini tecnici non mi hanno creato problemi anzi, amando personalmente i treni, li ho giudicati appropriati. Una storia decisamente non banale.

    6 Il controllore (KillerQueen)
    Un racconto sull’imprevedibilità dei "casi della vita"... Nonostante il finale sia abbastanza facile da intuire (proprio perché si sa quale bizzarro e crudele senso dell'umorismo abbia la vita) la storia mi è piaciuta. Anche perché è una di quelle che potresti sul serio sentirti raccontare, dunque perfettamente verosimile. Un microcosmo che racchiude grandi significati. Qualche perplessità sul fatto di considerare strano il mestiere di controllore, ma questo solo perché da parte di padre tutti sono o sono stati ferrovieri! Ben scritto e delicato pur nel dramma che narra.

    7 Codice binario (Lady Ice)
    Complimenti: non si capisce assolutamente dove il protagonista si trovi, perché e a che diavolo serva il codice binario! Ottima intuizione, a proposito, per interpretare il tema. E non male la suspance non fugata neppure all'ultimo, perché resta l'interrogativo su quelle lame: il codice digitato innescava un meccanismo diabolico? Ma allora ha sbagliato numero? O invece era proprio previsto che il prigioniero fosse artefice della propria fine? Il racconto solleva molti interrogativi che restano sospesi, alimentando il mistero.

    8 A sua immagine (Tzenobite)
    Narrazione abbastanza criptica ma volutamente tesa al colpo di scena finale: davvero imprevedibile e - a posteriori naturalmente - coerente con quanto accaduto prima. Un labirinto ben costruito, anche se forse un po’ troppo arzigogolato. Ho letto più volte e ancora mi rimane il dubbio di non aver colto appieno il senso del racconto, tuttavia per quello che intuisco lo apprezzo e sicuramente contiene una chiave di lettura del tema originale.

    9 I cercatori (strellima)
    Non è stato facile valutare questo racconto: per quanto la prova sia decisamente buona, c’è la netta sensazione che manchi qualcosa per cui il tutto perde di senso e fluidità. Certo, non è male lasciare il lettore a chiedersi cosa mai sia successo e quando, di quale esplosione si parli e soprattutto perché il bambino è cieco e quasi autistico. Forse però sono troppi interrogativi tutti insieme, che invece di contribuire alla suspance privano la narrazione delle sue fondamenta, del suo passato, rendendola difficile da seguire. La brevità imposta non ha certo facilitato il compito: questo testo sembra la conclusione di un lungo, intrigante, romanzo...

    10 Il libro che siamo (Olorin)
    Le storie sui libri mi appassionano sempre e questa non fa eccezione: purtroppo però, avendo letto molto in tal senso, ho capito quasi subito come sarebbe finita, sebbene il patto con la morte, o comunque il sopraggiungere di essa, faccia sempre la sua bella figura! Il finale credo sia un po' debole: ovviamente il protagonista muore ma non ho ben capito perché la scrittura di un'autobiografia dovrebbe comportare un esito così estremo (o l'interessamento della Morte stessa). Quanto all’attinenza rispetto al tema proposto beh, forse è un tantino tirata per i capelli visto che si riduce al titolo del volume.

    11 Lo scarafaggio (sgerwk)
    Impossibile non pensare alla "Metamorfosi" di Kafka, di fronte a quello scarafaggio gigante! Il lettore è subito gettato in un'atmosfera di ribrezzo (almeno personalmente) e straniamento. Purtroppo, non avendo molta confidenza col genere fantascienza, ho avuto serie difficoltà a seguire la trama e a figurarmi il contesto, le scene. Ho l’impressione che ci sia un eccesso di contorsione nel dipanarsi della storia. Inoltre, mi ha lasciata perplessa l’improvviso moto di compassione per l'insetto defunto: non me l'aspettavo, viste le intenzioni bellicose di uno dei due protagonisti! Comunque è ben scritto e incisivo, nonché originalissimo sia di per sé che rispetto al tema proposto.

    12 Piccoli dettagli che contano (Cattivotenente)
    L’unico racconto che ha sviluppato il tema in chiave comica, per quanto il finale sia in stile horror. Altro che piccoli dettagli: ottima resa dell'insignificanza iniziale della cosa su cui si impunta il padre e della sua tragicità finale. Il contesto resta necessariamente (causa brevità imposta) nella nebbia: il contagio da cosa è provocato? E perché il risultato sono gli zombie? Condivido poi con l’autore il piacere sadico di far sbranare un aspirante tronista! Anche la scelta del registro linguistico è indovinata.

    13 Bondage train de vie (rehel)
    Un tantino perverso, per i miei gusti, ma il finale ripaga ampiamente! Buona l'idea del gioco crudele che si ritorce sul suo artefice in modo del tutto inatteso e, se vogliamo, semplicissimo. Forse sarebbe stato il caso di chiarire almeno un minimo il perché della vendetta, che resta inspiegabile mentre invece, a fronte della crudeltà del protagonista, avrebbe meritato una delucidazione. I platani isterici e le piste ottuse, non mi hanno proprio convinta: a volte la ricerca dell'aggettivo più efficace, incisivo, spiazzante, conduce su binari storti...

    14 Vamos a matar el tren (Peppino)
    Detesto stilare classifiche perché prima o poi si arriva all’ultima posizione e qualcuno deve pur starci, anche se magari non è andata così male in senso assoluto! A parte i refusi, il racconto segue la trama del classico western stile "Mezzogiorno di fuoco" ma, ecco il punto debole, con eccessiva linearità: niente colpi di scena, niente personaggi insoliti o contesti fuorvianti - dopo essermi caricata in attesa della sorpresa finale, è stato quasi uno shock constatare che tutto era filato liscio! Credo che in un contest dagli spazi così ristretti sia necessario puntare tutto sul finale (inatteso) o sulla trama (insolita).
     
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  15. strellima
     
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    Non c'è stato un racconto che non mi sia piaciuto nella sua totalità, ho trovato questa edizione di un livello abbastanza uniforme, a parte qualche eccezione tra i piani alti.
    Questa è la mia classifica, e nessuno me ne voglia, ma... devo :)
    1)Codice binario
    Ciao lady!
    Questo racconto è ineccepibile, per me, dal punto di vista formale. Inoltre trovo che abbia non solo rispettato perfettamente il tema, ma che lo abbia fatto in maniera molto originale.
    L'unica pecca che potrei rilevare è una vaga sensazione di "già visto", dato che leggendolo mi sono tornati in mente Lost e The cube :)
    In ogni caso un buon racconto, con la giusta dose di mistero.
    A rileggerti presto,
    Alessandra

    2)La Locomotiva Cla! Cla!
    Ciao giuda!!
    Anche qui viaggiamo ai primi posti nella classifica, per quanto mi riguarda.
    Non ho capito bene come hai fatto a essere così articolato ed esauriente in un numero così esiguo di battute, ma ci sei riuscito. I personaggi sono tridimensionali, la storia significativa e interessante a più livelli (Il poliziotto indifferente, il lavoro che lo allontana dalla moglie, il folle che dice il vero, la fatalità, etc etc...).
    Unico appunto che posso farti è che anche io ho dovuto rileggere due volte per capire che l'ultimo paragrafo altro non è che una sconnessa testimonianza del barbone. Forse andrebbe aggiunta qualcosa, una frase di raccordo o un semplice virgolettato, che introduca il lettore alla comprensione più "dolcemente".
    Ciao, a rileggerti! :)
    Alessandra

    3)Non ho bocca e vorrei urlare
    Per me è il racconto più originale di questo minuti contati, la storia meriterebbe almeno un racconto breve. Mi ricorda tanto un film che ho visto qualche tempo fa, Trick 'r treat.
    La scrittura è sempre ottima, come in tutto quello che ho letto di tuo: oltre a imbastire delle storie molto sapide trovo anche che sappia scrivere bene. Tuttavia penso che il tema sia chiamato dentro all'ultimo in maniera troppo rocambolesca per non essere, dal mio punto di vista, un pochino forzato.
    Non ho apprezzato nemmeno il fatto che la protagonista abbia sentito l'impellente necessità di scandire questa frase:
    "Sì! Grazie a questa bambola voodoo venuta dall’inferno avrai quello che ti meriti!"
    Quando l'ho letta non volevo crederci :D Trovo che tutto il racconto sia di ottimo livello, ECCETTO proprio questa frase, che spezza tutta l'armonia. Mi ha fatto pensare che ti sia posto il problema di fornire una spiegazione didascalica al lettore quando invece, io, povera lettrice media, dovrei pensare solo alla storia e dimenticarmi di te che stai dietro, di tutta la fatica di lima che fai per dilettarmi con le tue parole facendomi credere che si scrivano da sole. :lol:
    Scherzi a parte, penso che non ci fosse bisogno di spiegare più nulla, potevi parlare di spilloni infilzati in un cuore di pezza, di arti imbastiti, di stoffa imbottita, senza rompere quella delicata ambiguità che animava il racconto.
    In ogni caso... sottigliezze: da primi posti in calssifica.
    Ciao, a rileggerti :)
    Alessandra

    4)Bondage train de vie
    Ciao rehel!
    Inannzi tutto devo dirti che, sebbene non sia una fan dei platani isterici, le ottuse piste mi hanno convinta. Le piste sono ottuse perché mancano di versatilità, sono percorsi segnati dai quali non ci si può spostare neppure quando c'è un ostacolo sui binari.
    In questo caso la storia mi ha turbata. Mi sono immaginata quest'uomo che viene nelle mutande mentre osserva la "carne" legata sui binari, e la scena mi è apparsa molto vivida nella mente, segno che le hai dato una buona profondità. Hai usato tre volte la parola carne per riferirti alla donna. In altre circostanze, dato che si tratta di un pezzo molto breve, ti avrei sconsigliato la ripetizione, ma penso che in questo caso sia una parola che appartiene alla mente del personaggio, e che delinii bene la sua psicologia.
    Un buon racconto, con qualche eccentricità linguistica che personalmente non mi dispiace, segno che stai cercando di percorrere strade di scrittura non stereotipate, e dopotutto questo è il posto giusto per fare esperimenti.
    Ciao, a rileggerti :)
    Alessandra

    5)Ludica anarchia
    Ciao!
    Ho trovato questo racconto molto carino, ben scritto. Per tutta la lettura, fino all'ultima riga, ho continuato a chiedermi cosa stesse succedendo esattamente. Molto ben costruita la prospettiva (come quando non distingui bene cosa sia quello che stai guardando, finché non fai un passo indietro per vederne l'insieme).
    Non mi è ben chiara solo questa frase:
    CITAZIONE
    accennando un saluto con la testa seguito, si accomodò

    in particolare cosa significhi questo "seguito"... seguito nel cenno con la testa? Di sfuggita ho visto che anche altri te l'hanno segnalata, ma preferisco non leggere i commenti altrui prima di aver postato il mio, per cui abbi pazienza. :)

    Personalmente, ma questo è un gusto strettamente personale, da questa frase
    CITAZIONE
    Tutto traballava in modo inquietante: senza rendersene conto si ritrovarono capovolti in un cumulo di macerie.

    toglierei "in modo inquietante". Un po' perché l'inquietudine, così come in generale gli stati d'animo, traspaiono già dalle azioni ben espresse e ben formulate. Un po' perché la frase sarebbe più bella e asciutta:

    Tutto traballava. Senza rendersene conto si ritrovarono capovolti in un cumulo di macerie.

    Fa molto "Alice in Wonderland", che personalmente adoro.
    Piacere di averti letta, alla prossima!
    Alessandra :)

    6)Pendolari
    Ciao fra.maia!
    Altro racconto interessante, devo dire che questo minuti contati ha avuto molte buone prove, sarà difficile stilare una classifica.
    Una situazione immaginifica, quasi fiabesca, anche se non ti nascondo che ho provato sensazioni di diffidenza verso questo misterioso bigliettaio, e che fino all'ultimo ho sperato avessero fondamento. Sarebbe stato uno sviluppo interessante :)
    Anche qui una vaga sensazione di già visto, mi ha ricordato tanto il binario nove e tre quarti in cui Harry Potter attende il treno per andare a Hogwarts :D
    Ho apprezzato l'atmosfera sospesa che sei stata in grado di ricreare, e il fatto che lei alla fine sia convinta a salire sul vagone proprio per la presenza di persone che conosce, un po' come quegli sconosciuti che convincono i bambini a salire sulla loro macchina dicendo di essere amici dei genitori. Inquietante. Effetto voluto o non voluto?
    In ogni caso un buon pezzo, a mio parere.
    A rileggerti presto,
    Alessandra

    7)Piccoli dettagli che contano
    Ciao cattivotenente!
    Spesso scegli nei tuoi racconti la strada dell'ironia, e anche in questo caso noto la tua solita verve. Credo che sia più facile catturare i lettori con storie emotive o solenni, più difficile quello che riesci a fare tu, ossia strappare un sorriso agrodolce a chi ti legge. La scrittura è informale, come si addice al contesto di questa situazione beffarda e surreale. Forse avrei omesso di esplicitare la morale alla fine, il personaggio del ragazzo svogliato è già perfettamente delineato nella sua ottusità. Una buona prova.
    Ciao, a rileggerti!
    Alessandra

    8)Lo scarafaggio
    Ciao sgwerg!
    Hai delineato una situazione surreale che, per gusto personale, non fatico a digerire. Mi hai ricordato Jonathan Carroll e il suo amore per i personaggi assurdi, introdotti brutalmente nelle storie con una naturalezza che si fa presto a condividere.
    Mi sarebbe piaciuto sapere di più sui personaggi, perciò avrei ridotto i tempi dell'azione a favore di qualche caratterizzazione in più. Il ponte, in particolare, rimane un enigma.
    Un racconto fantasioso, scritto con stile adeguato, che avrebbe guadagnato in sapidità se avessi "accontentato" di più la curiosità di noi poveri lettori.
    A rileggerti presto! :)
    Alessandra

    9)accudienza
    Ciao swetty!
    Il racconto è ben articolato, credo che la difficoltà a capire cosa succede dipenda da mia ignoranza. Sono dovuta andare a cercare tutti i termini tecnici che hai usato: accudienza/accudiente, fossa di visita, tender. La cosa che per lo più mi ha impedito di capire ad una prima lettura la storia è che non sapevo che il fuochista e l'accudiente fossero due persone diverse: credendo che avessero la stessa mansione, inizialmente ho creduto anche che il povero Tonio fosse finito schiacciato. Posso dire quindi che paradossalmente, in questo caso, penso che l'utilizzo di termini non comuni (per quanto corretti) allontani emotivamente il lettore dalla storia.
    Mi piace molto l'idea della locomotiva come essere senziente, e l'accostamento del ritmo dei suoi sbuffi ad un respiro.
    Non ho ben capito se il tema dei binari storti sia introdotto ed esaurito con la frase "Le rotaie sono piegate verso l'interno".
    Una buona idea, articolata altrettanto bene, a mio parere resa ostica e un po' "fredda" dai termini di non immediata comprensione.
    Ciao, a rileggerti presto :)
    Alessandra

    10)il controllore
    Ciao!
    Questa storia racconta di una coincidenza in maniera tanto lineare da sembrare inverosimile.
    Mi spiego meglio.
    Nella vita percepiamo il caos e accettiamo, ricerchiamo la coincidenza, perché in fondo abbiamo la speranza e la necessità di spiegazioni, schemi, disegni ordinati.
    Quando leggiamo, invece, percepire la finzione della regia è un attimo. Bisogna avere molto spazio per raccontare una storia simile senza perdere il beneficio della verosimiglianza. Bisogna accompagnare il lettore per molte pagine, far snodare e articolare l'avvicendarsi degli eventi, finché non si riesce a mescolare un po' le carte, a creare empatia con i personaggi.
    Secondo me, e ripeto secondo me, le storie del "ma tu guarda come è tremenda la vita, l'attimo prima ci sei, l'attimo dopo no", funzionano solo se riesci a far affezionare il lettore ai tuoi personaggi. Per cui ottima la scelta della prima persona, ad esempio. Purtroppo però credo che lo spazio a disposizione fosse troppo poco perché una storia del genere potesse funzionare davvero, e questa non è colpa delle tue capacità, solo di una scelta forse poco adeguata alle carte che avevi da giocare.
    Spero di essere stata abbastanza chiara da riuscire a spiegarmi, se non lo sono stata sono qui per provarci di nuovo :)
    In ogni caso, alla prossima!
    Alessandra

    11)vamos a matar el tren
    E veniamo a te caro Peppino, felice di ritrovarti :)
    Come sai ho letto anche i tuoi primissimi lavori, e dopo qualche mese posso dire di scoprirti nettamente migliorato. Le frasi sono molto più pulite, asciutte, chiare. La storia in questo caso è lineare e compiuta.
    Ti consiglio ora di lavorare un po' sulla fluidità: il fatto di suddividere le proposizioni con il punto, a volte, dà al racconto una eccessiva frammentazione. Il contenuto ha un buon ritmo, la descrizione è quella di una scena d'azione molto classica. Anche qui ti suggerisco di lavorare ancora sul contenuto, dando alle tue storie degli elementi unici che possano essere la risposta alla domanda "Perché questa storia merita di essere raccontata?"
    Presente l'aderenza al tema.
    Bravo, continua così, spero di rileggerti presto :)
    Alessandra

    12)la storia di erik
    Ciao frank!
    Ho letto più volte questo racconto, ancora non capisco bene cosa non mi convinca.
    Non riesco a provare empatia con i personaggi, perché anche qui, come ho sottolineato in altri racconti, credo che le storie così emotive risentano dell'impossibilità di esprimersi in pochi caratteri. Il tema dei lager è un tema molto serio, e proprio in virtù della sua importanza credo sia stato già trattato in innumerevoli maniere, da altrettanto numerosi autori.
    Penso che giochino a tuo "sfavore" due considerazioni. Innanzi tutto i lettori medi, tra i quali amo annoverarmi, sono lievemente anestetizzati. Parlare di inflazione nella trattazione di temi così seri è grave, ma mi prendo la responsabilità di dirlo: è un argomento sul quale è giustamente fiorita una densa e prolifica letteratura e cinematografia di tutti i tipi, dalla semplice testimonianza alla fiction. Io penso che sarebbe salubre trattarli nella maniera più asciutta e sobria possibile.
    La seconda delle mie considerazioni è diretta conseguenza della prima: se si affronta un argomento molto trattato, che sia la shoà o che siano le veline e i calciatori, sarebbe meglio farlo da un taglio, da un'angolazione il più possibile originale. Credo che abbia scelto un argomento nobile, sì, ma a cui 1717 caratteri difficilmente avrebbero potuto rendere giustizia.
    Spero di essermi espressa con chiarezza, se non ci fossi riuscita sono qui per spiegarmi meglio :)
    Ciao, alla prossima!

    13)a sua immagine
    Ciao!
    L'impressione che ho avuto leggendo questo racconto è che abbia puntato tutto sull'effetto sorpresa del rovesciamento. Il diorama è un tema che si presta bene a questo tipo di effetto, io stessa ho scritto un racconto per un'antologia (256k) intitolato proprio "Diorama", che usa lo stesso espediente di prospettiva, questo per dirti che anche l'idea mi ha dato un'impressione di "già visto".
    Detto questo, credo che al di là della bontà iniziale dell'idea, quello che davvero non fa funzionare questo racconto sia il fatto che abbia curato poco la scrittura, non dando importanza al "come" raccontare la tua storia, elencando azioni più che scegliendo le parole adatte a creare un'atmosfera. I fatti sembrano messi in fila per temporeggiare, per portare il lettore direttamente al finale. Letto così sembra quasi la bozza di un'idea da rimpolpare e mettere "in bella" (complice probabilmente il poco tempo a disposizione?).
    In ogni caso, alla prossima!
    Alessandra

    14)il libro che siamo
    Ciao olorin!
    Ho letto nel tuo racconto una sfumatura enfatica tendente all'ironia, non ho ben capito se voluta o involontaria.
    Il gioco con i nomi l'ho capito solo dopo aver cercato tra i tuoi messaggi di risposta le spiegazioni che hai dato, segno che gli indizi che hai disseminato, e che dopo una rilettura ho trovato, forse non erano tutti di immediata comprensione. Penso inoltre che abbia (anche qui non so quanto volontariamente) attinto da una antica e lunga tradizione culturale in cui i nomi hanno un significato sacro, di racchiudere l'essenza di chi li porta, di svelarne la più nascosta e intima dimensione segreta. Per questo credo che il racconto avrebbe funzionato meglio se lo avessi calato in un contesto antico, medioevale, e avessi dipinto un personaggio con penna e calamaio piuttosto che un uomo con computer e lampada da scrivania... un personaggio alla "il nome della rosa", per intenderci :)
    Secondo me è un racconto che potrebbe migliorare molto, ma anche se lo collocherò in basso in classifica per i motivi che ti ho appena spiegato, non mi è dispiaciuto totalmente.
    Ciao, alla prossima! :)
    Alessandra
     
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36 replies since 23/9/2011, 21:38   1328 views
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