Ritorno a casa
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Ritorno a casa

SF (o no?) di CMT - 11300 caratteri circa

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    Losco Figuro

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    Ritorno a casa

    Il nero manto celeste era cosparso di stelle come sciami di lucciole disperse nell'immenso.
    Hans si mosse più in avanti per avere una visuale migliore e poterla osservare: una sfera multicolore simile a una gemma dai riflessi blu su un drappo di velluto nero. La Terra.
    La loro missione stava finalmente per giungere a compimento, e di lì a breve sarebbero rientrati nell'atmosfera per poi tornare al pianeta da cui mancavano da tempo.
    Era il 21 di Dicembre. Anche considerando i tempi necessari per le attività successive al rientro, questo significava che lui e il resto dell'equipaggio avrebbero potuto festeggiare il Natale del 2012 in famiglia, invece che doversi accontentare di cibi sottovuoto e brindisi in assenza di gravità.
    Il modulo di rientro stava per disporsi in orbita geosincrona, l'ultima fase necessaria prima della discesa, e di lì a poco avrebbe dovuto esserci il contatto radio con la base.
    Neanche i suoi pensieri l'avessero evocato, l'altoparlante prese a gracchiare: «Diana IV qui Controllo Missione, mi ricevete?»
    «Casa!» esclamò una voce dall'interno della cabina di comando. Hans sorrise e si avvicinò alla consolle.
    «Roger Controllo Missione, vi riceviamo forte e chiaro. Siamo pronti a iniziare le procedure di rientro.»
    «Negativo, Diana IV.» A quelle parole l'astronauta sentì un tuffo al cuore. Si volse a guardare il resto dell'equipaggio, che gli restituì una serie di sguardi attoniti e preoccupati «Restate in orbita, ci sono delle difficoltà al momento.»
    «Che genere di difficoltà?»
    «Nulla di preoccupante, solo una lieve attività sismica nella zona dell'ammaraggio. Dovrete ritardare il rientro di un paio d'ore.»
    Un paio d'ore non sembravano niente di intollerabile, tanto che fu quasi sollevato sentendo la spiegazione.
    «Ricevuto Controllo Missione. Attendiamo ulteriori istruzioni», disse nel microfono, per poi rivolgersi ai suoi compagni di viaggio. «Avete sentito? Dovremo restare quassù qualche ora in più del previsto.»
    Anna, l'unica donna della missione, si strinse nelle spalle, anche se il gesto risultò quasi invisibile nella tuta che indossava. «Dopo tutti i mesi a galleggiare nello spazio, non saranno un paio di ore a rovinarci la festa», asserì.
    «Parla per te, io mi immaginavo già a casa», replicò Carl, il tecnico di bordo, mentre armeggiava con dei comandi sulla consolle delle comunicazioni.
    «Che stai facendo?» gli domandò Hans.
    «Cerco una stazione radio per passare il tempo, ce ne dovrebbe essere qualcuna che... ah... ecco.» Dall'altoparlante, frammiste ai fruscii della statica, si potevano in effetti sentir giungere le note di una qualche canzone che non sembrava nulla di riconoscibile. Del resto era probabile che la scena musicale fosse cambiata da quando erano partiti, non c'era di che stupirsene.
    Carl manovrò ancora un po' finché non riuscì a isolare quasi del tutto la frequenza, riducendo al minimo il rumore di fondo. Sorrise, poi si avvicinò ad Anna tendendole una mano. «Vuoi ballare?»
    «Con te no, grazie», replicò lei, ricambiando però il sorriso.
    «Su, non fare la musona!» Lui le prese con gentilezza una mano e la tirò appena a sé. In quel momento, la musica cessò.
    «Visto? Non è destino», lo canzonò lei mentre un annunciatore si prodigava a illustrare le incredibili proprietà di un detersivo per lavastoviglie.
    «Se proprio dobbiamo ascoltare la radio, almeno cerca un notiziario», si intromise Hans. «Magari riusciamo a sapere qualcosa sulla situazione sotto di noi invece di dover aspettare che ci richiamino.»
    «Agli ordini capo!» rispose il tecnico, ricominciando a lavorare sulla consolle. Dopo vari tentativi, qualcosa che assomigliava a un radiogiornale iniziò a potersi udire tra il brusio generale.
    Quando però Carl riuscì a sintonizzare meglio la stazione e fu possibile udire le parole dello speaker, i tre rimasero raggelati. «... che riceviamo dalle postazioni del Pacifico sono allarmanti. Si parla di onde alte più di quindici metri, mentre il sisma che da questa mattina sta colpendo l'intera area degli Stati Uniti sembra crescere di intensità di minuto...»
    «Ma che sta succedendo?» Anna diede voce ai pensieri di tutti.
    «Spegni, provo a chiamare la base», disse Hans di rimando mentre iniziava una comunicazione. «Controllo Missione, qui Diana IV, mi ricevete?»
    Alcuni secondi passarono lenti.
    «Non rispondono», commentò Carl.
    «Me ne sono accorto. Controllo Missione, qui Diana IV, mi ricevete?» ripeté Hans.
    «Roger Diana IV, vi riceviamo.»
    Carl e Anna tirarono un simultaneo sospiro di sollievo.
    «Che sta succedendo là sotto? Abbiamo sentito alla radio...»
    «La situazione è più complicata del previsto Diana IV. Vi daremo notizie appena possibile, chiudo.»
    «No, un momento! Ci lasciate così?» si intromise Carl, ma dall'altra parte non vi fu alcuna ulteriore risposta.
    Hans tornò all'oblò, in silenzio.
    Quella che fino a un istante prima gli era sembrata una vista magnifica, ora gli infondeva una sottile angoscia, da un lato perché il pianeta che gli era parso ormai tanto vicino si era all'improvviso trasformato in una meta irraggiungibile, dall'altro per il pensiero di ciò che stava accadendo e di quanto impossibile fosse per loro essere d'aiuto.
    Tale era la sua preoccupazione che ebbe l'impressione di poter quasi vedere i continenti tremare sotto il suo sguardo.
    «Porca troia!»
    La colorita espressione di Carl alle sue spalle lo costrinse ad abbandonare il filo dei suoi pensieri e osservare meglio la scena che aveva dinnanzi. Non c'era stata alcuna impressione o gioco di luci, le masse emerse davanti a lui si stavano davvero muovendo al punto tale che il loro tremore era visibile a occhio nudo.
    Sotto i loro sguardi attoniti, un pezzo di Florida si separò dal continente principale diventando in pochi istanti un'isola a sé.
    «Ma non è possibile!» sbottò ancora Carl, mentre lui si precipitava di nuovo alla consolle.
    «Controllo Missione qui Diana IV, mi ricevete?»
    Niente.
    «Controllo Missione qui Diana IV, rispondete!»
    Solo la statica fece eco alle sue parole.
    «Controllo Missione qui Diana IV, rispondete per la miseria!»
    «Lascia perdere, vieni a vedere!» lo richiamò Anna, che intanto si era avvicinata a sua volta all'oblò.
    Hans la raggiunse, anche se la sua mente rimase alla comunicazione mancata. A terra erano semplicemente troppo impegnati per rispondergli, o avevano dovuto abbandonare la base? E c'era ancora una base?
    Si fece largo tra i compagni per ricavare un pezzetto di oblò da cui guardare, e subito capì che, se così era, non ci sarebbe stata ancora a lungo.
    Al centro dell'Oceano Pacifico era ora visibile un immane gorgo, come se qualcuno avesse tolto un tappo dal fondo. L'analogia divenne ancora più calzante quando fu possibile notare che le acque si ritiravano a vista d'occhio, denudando le coste che fino a poco prima avevano lambito. Bastarono pochi istanti perché l'azzurro che occupava la maggior parte del globo scomparisse del tutto, lasciando al suo posto solo roccia, sabbia... e un'immensa crepa lungo quello che un tempo era stato il fondale dell'oceano, scura, frastagliata e lunga quanto l'intero continente americano.
    «Non è possibile, deve essere un sogno», mormorò Carl incredulo. Hans avrebbe voluto potergli dare ragione, ma era sicuro di essere fin troppo sveglio.
    Il suo sguardo non si distoglieva per un attimo da quell'assurda ferita sul pianeta, quasi ne fosse calamitato, e probabilmente fu il primo a vedere la luce che iniziava a sprigionarsene.
    Il suo primo pensiero fu che il magma del nucleo stesse erompendo da quello squarcio, eppure si rese conto che qualcosa non tornava, anche se sul momento non riusciva a capire cosa.
    Quando la vampata bianca fu del tutto visibile, fu come se la luce fosse penetrata anche nella sua mente. Il magma avrebbe avuto bagliori rossi, nulla che potesse assomigliare al cuneo di un bianco abbagliante che stava emergendo dalla spaccatura.
    Ormai nessuno dei tre aveva più parole. La luce continuava a espandersi, e sebbene fosse luce era solida al tempo stesso, come dimostrava il fatto che al suo passaggio la crepa si allargasse e – per impossibile che ciò potesse apparire – la Terra si dividesse sempre più in due metà.
    E la luce pareva avere... un volto? No, non proprio, aveva dei lineamenti ma non quelli di un volto umano, sembravano più le linee morbide e ricurve del muso di un rettile o un uccello. E gli altri archi luminosi comparsi all'improvviso a fianco del primo, ripiegati verso i margini della crepa, non sembravano forse... artigli?
    Poi, di colpo, il pianeta si spaccò del tutto, dapprima in due e poi in una miriade di frammenti, e la cosa emerse in tutto il suo splendore, uno splendore tale che non fu possibile distinguere altro, tale da precipitare l'intero equipaggio in una beata incoscienza.

    Quando Hans riaprì gli occhi, l'idea di aver sognato non gli appariva più così remota.
    Anna e Carl erano a terra accanto a lui, ma già si stavano riprendendo.
    La prima cosa che fece fu correre all'oblò. La Terra era davanti a lui, come sempre. Era avvolta da un manto di nubi, ma riusciva a vedere il blu delle acque attraverso le rade aperture.
    «Controllo Missione qui Diana IV, mi ricevete?» Carl stava provando a contattare la base, ma rinunciò subito, senza neanche un secondo tentativo.
    «Che succede?», gli domandò.
    «Le apparecchiature sono fuori uso, siamo senza comunicazioni.»
    «Dobbiamo rientrare» esclamò lui.
    «Cosa?»
    «Procedura di rientro manuale, non possiamo rimanere qui, dobbiamo capire cosa è successo.»
    «Allucinazione collettiva?», domandò Carl «Perché avete visto anche voi quella... cosa... che...»
    Anna si limitò ad annuire, e così fece lui. Non voleva dare forma alle parole che avrebbero potuto descrivere gli eventi, che avrebbero potuto renderli reali.
    «Procedura di rientro manuale» si limitò a ripetere.

    Non fu semplice, ma il modulo rientrò nell'atmosfera terrestre, ritrovandosi immerso nelle nubi. Gli strumenti erano muti e ciechi. Sotto di loro si estendevano l'oceano e la terra. La terra, ma non la Terra.
    Non era l'America quella che stavano sorvolando, neppure le somigliava. Eppure c'erano valli, monti, piante... c'era tutto quello che ci doveva essere, ma non come avrebbe dovuto esserci.
    E c'erano...
    Creature.
    Creature che forse in un lontano futuro sarebbero state (di nuovo?) umani, ma che adesso brandivano armi improvvisate puntando occhi e dita al cielo verso la capsula di cui non comprendevano la natura, osservandola, Hans poteva quasi percepirlo, con un misto di timore e meraviglia, quasi fosse stata una manifestazione divina.
    Una manifestazione divina.
    Era a questo che avevano assistito?
    Non del Dio adorato in chiese e moschee ma di qualcosa di antico, che aveva atteso centinaia di migliaia di anni o forse più per venire alla luce? Che aveva... cosa? ... assicurato la sua discendenza allo stesso modo in cui un tempo qualcuno... qualcosa... doveva aver fatto per lui?
    Il modulo scendeva, rallentato dai sistemi di sicurezza che avrebbero attutito l'impatto col suolo, e gli ominidi di sotto già si inchinavano ad adorarlo.
    Hans li guardò chiedendosi cosa avrebbero fatto una volta che fossero giunti a terra. Domandandosi se, un giorno lontano, qualcuno avrebbe visto un suo rozzo ritratto sulla parete di una caverna e si sarebbe chiesto come fosse possibile che un uomo preistorico avesse tracciato sulla pietra le forme di un astronauta.
     
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  2. Alessanto
     
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    Letto.

    In principio ho detto "ma come? CMT tira fuori l'ennesimo racconto sul 2012? Deve proprio essere a corto di idee!" :D
    Un po' stranito ho proseguito nella lettura e devo dire che sono stato piacevolmente colpito. Un finale interessante che lascia molto su cui riflettere e una vicenda che non viene molto spiegata e che ho molto gradito. Forse potevi descrivere un po' meglio l'essenza terrestre che esce dal globo.


    Voto 3.
     
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    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 20:16) 
    Letto.

    In principio ho detto "ma come? CMT tira fuori l'ennesimo racconto sul 2012? Deve proprio essere a corto di idee!" :D
    Un po' stranito ho proseguito nella lettura e devo dire che sono stato piacevolmente colpito. Un finale interessante che lascia molto su cui riflettere e una vicenda che non viene molto spiegata e che ho molto gradito. Forse potevi descrivere un po' meglio l'essenza terrestre che esce dal globo.


    Voto 3.

    Grazie di lettura e commento :)
    Non ho premesso che il racconto è stato scritto in origine per una gara che aveva come oggetto l'apocalisse... e aveva anche un limite di caratteri abbastanza ristretto dato il genere, per cui su alcune cose mi sono dilungato meno di quanto avrei voluto, ma poi ho preferito non aggiungere altro a posteriori per non ottenere il risultato contrario, ovvero di diluire i fatti.
    A onor del vero, comunque, la parte su cui mi sono limitato di più è quella dal risveglio in poi.
     
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  4. Juri TNT
     
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    Ciao CMT!

    E' la prima volta che ci incrociamo in questa arena, sono onorato ;)

    Commento:

    Il tuo racconto non mi ha convinto del tutto. L'idea di fondo, cioè gli astronauti che vedono la distruzione dallo spazio, è buona. Anche l'idea del finale.
    Non mi ha soprattutto lo stile, che mi è sembrato a volte arido, a volte pesante, facendomi sentire la storia non viva, ma come se fosse attraverso uno schermo opaco, tanto per rendere l'idea ;)

    Ti faccio qualche esempio di tutte queste considerazioni:

    STILE:
    CITAZIONE
    Il nero manto celeste era cosparso di stelle come sciami di lucciole disperse nell'immenso

    Per me il contrasto così vicino tra celeste e nero è deleterio per rendere l'immagine.

    CITAZIONE
    La loro missione stava finalmente per giungere a compimento

    "loro" si può togliere e il significato rimane ;)

    CITAZIONE
    Sotto i loro sguardi attoniti, un pezzo di Florida si separò dal continente principale

    anche "principale"
    CITAZIONE
    La missione stava finalmente per giungere a compimento, e di lì a breve sarebbero rientrati nell'atmosfera per poi tornare al pianeta da cui mancavano da tempo.

    Per me questo passaggio è arido, nel senso che potresti rendere meglio le emozioni dei protagonisti, come l'ansia del ritorno a casa, magari focalizzandoti sui pensieri dei personaggi, e non con un narratore così esterno.

    Ti elenco altri passaggi che secondo me sono aridi nel senso che ho appena scritto ;)

    CITAZIONE
    lo canzonò lei mentre un annunciatore

    CITAZIONE
    rispondete per la miseria!»

    CITAZIONE
    L'analogia divenne ancora più calzante

    CITAZIONE
    lungo quello che un tempo era stato il fondale

    CITAZIONE
    tale da precipitare l'intero equipaggio in una beata incoscienza.

    CITAZIONE
    armi improvvisate

    CITAZIONE
    gli ominidi di sotto già si inchinavano ad adorarlo.

    Al livello di STILE, ti segnalo alcuni passaggi secondo me pesanti ;)

    CITAZIONE
    Domandandosi se, un giorno lontano, qualcuno avrebbe visto un suo rozzo ritratto sulla parete di una caverna e si sarebbe chiesto come fosse possibile che un uomo preistorico avesse tracciato sulla pietra le forme di un astronauta.

    CITAZIONE
    Del resto era probabile che la scena musicale fosse cambiata da quando erano partiti, non c'era di che stupirsene.

    CITAZIONE
    si potevano in effetti sentir giungere

    CITAZIONE
    per poi rivolgersi ai suoi compagni di viaggio.

    CITAZIONE
    l'ultima fase necessaria prima della discesa, e di lì a poco avrebbe dovuto esserci il contatto radio con la base

    PERSONAGGI:

    Con qualche caratterizzazione fisica o caratteriale in più, gli avrei apprezzati di più. Intendo qualche sensazione (la tuta spaziale che stringe/puzza...) e qualche reazione fisica di fronte all'orrore (cuore che pulsa, sudore, balbettio ecc).
    Così come sono non mi convincono al 100%

    Io qui avrei ripetuto il soggetto, cioè Hans; mi sembra che il nome di Hans sia così lontano che si rischia di confondere:

    CITAZIONE
    Neanche i suoi pensieri l'avessero evocato, l'altoparlante prese a gracchiare: «Diana IV qui Controllo Missione, mi ricevete?»
    «Casa!» esclamò una voce dall'interno della cabina di comando. Hans sorrise e si avvicinò alla consolle.

    CITAZIONE
    Si fece largo tra i compagni per ricavare un pezzetto di oblò da cui guardare, e subito capì che, se così era, non ci sarebbe stata ancora a lungo.

    Chi è il soggetto di "stata"? ;)


    A livello di STRUTTURA, ho apprezzato:

    le "creature" che si trovano sul pianeta, è un buon sviluppo.
    L'essere divino e gigantesco, buon colpo di scena.
    Il silenzio della Base della terra, crea attesa.


    Altre cose sparse:

    TITOLO: secondo me puoi fare di meglio, "Ritorno a casa" è un po' inflazionato.
    AMBIENTAZIONE: qualche dettaglio in più dell'astronave, magari "metallico" e in contrasto con la Terra che manca a tutti gli astronauti. ;)


    Conclusione: l'idea è buona, merita, per me, altro alvoro per farla uscire meglio. Hai pensato a restringere il racconto a 2000 caratteri e a partecipare al concorso "365 fine del mondo"? Io lo farei se fossi in te ;) perchè l'idea vale.



    VOTO: 2

    SPero di esserti stato utile,
    alla prossima...



     
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    Grazie di voto e commento ^_^

    CITAZIONE (Juri TNT @ 2/10/2011, 22:19) 
    CITAZIONE
    Il nero manto celeste era cosparso di stelle come sciami di lucciole disperse nell'immenso

    Per me il contrasto così vicino tra celeste e nero è deleterio per rendere l'immagine.

    L'ho scritto proprio perché fosse in contrasto in realtà. ^_^

    CITAZIONE (Juri TNT @ 2/10/2011, 22:19) 
    Io qui avrei ripetuto il soggetto, cioè Hans; mi sembra che il nome di Hans sia così lontano che si rischia di confondere:

    CITAZIONE
    Neanche i suoi pensieri l'avessero evocato, l'altoparlante prese a gracchiare: «Diana IV qui Controllo Missione, mi ricevete?»
    «Casa!» esclamò una voce dall'interno della cabina di comando. Hans sorrise e si avvicinò alla consolle.

    Uhm... no, aspetta... lontano da cosa? Fino a quel momento non è stato nominato nessun altro, non c'è possibilità di confusione.

    CITAZIONE (Juri TNT @ 2/10/2011, 22:19) 
    CITAZIONE
    Si fece largo tra i compagni per ricavare un pezzetto di oblò da cui guardare, e subito capì che, se così era, non ci sarebbe stata ancora a lungo.

    Chi è il soggetto di "stata"? ;)

    È subito prima:

    CITAZIONE
    E c'era ancora una base?
    Si fece largo tra i compagni per ricavare un pezzetto di oblò da cui guardare, e subito capì che, se così era, non ci sarebbe stata ancora a lungo.

    CITAZIONE (Juri TNT @ 2/10/2011, 22:19) 
    TITOLO: secondo me puoi fare di meglio, "Ritorno a casa" è un po' inflazionato.

    Infatti non piace neanche a me, oltretutto ho già scritto un altro racconto con quel titolo. All'epoca non riuscii a trovare nulla di meglio e anche ora non mi viene qualcosa di efficace che non dica troppo in prima battuta.

    CITAZIONE (Juri TNT @ 2/10/2011, 22:19) 
    Conclusione: l'idea è buona, merita, per me, altro alvoro per farla uscire meglio. Hai pensato a restringere il racconto a 2000 caratteri e a partecipare al concorso "365 fine del mondo"? Io lo farei se fossi in te ;) perchè l'idea vale.

    In duemila caratteri descriverei a malapena il finale ^__^;
     
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  6. lorenzomarone
     
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    Ciao
    il racconto mi è piaciuto...quasi fino alla fine!
    E' proprio il finale che mi ha lasciato un po' deluso, forse è troppo repentino come hai spiegato tu stesso. In ogni caso io avrei terminato il racconto senza farli proprio giungere sulla terra, ma è un fatto di gusti personali. L'idea è affascinante e coinvolgente. Per quel che riguarda lo stile e eventuali piccoli errori hanno già detto tutto i miei predecessori.
    Voto 3 ;)
     
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    CITAZIONE (lorenzomarone @ 3/10/2011, 12:04) 
    E' proprio il finale che mi ha lasciato un po' deluso, forse è troppo repentino come hai spiegato tu stesso. In ogni caso io avrei terminato il racconto senza farli proprio giungere sulla terra, ma è un fatto di gusti personali. L'idea è affascinante e coinvolgente. Per quel che riguarda lo stile e eventuali piccoli errori hanno già detto tutto i miei predecessori.
    Voto 3 ;)

    Grazie.
    In realtà volevo in origine dilungarmi di più sul rientro e sulla scoperta che la Terra che hanno davanti è qualcosa di diverso. Il concetto era fondamentale per la storia, quindi non volevo ometterlo, ci sono un mucchio di sottintesi dietro.
     
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  8. lorenzomarone
     
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    Infatti, ma forse tali sottintesi potevano rimanere tali anche senza rientro. Cioè, per farti capire, io avrei proprio cambiato il concetto. E' la terra che non li fa più tornare, che non li rivuole indietro, perché testimoni di un qualcosa che, finalmente, non c'è più. Ma in ogni caso, si potrebbero dare decine di variazioni al tema e tutte affascinanti. In ogni caso la scrittura, come ti ho detto, è scorrevole e lineare, e questo secondo me è fondamentale. E poi mi sembra che tu sia anche un buon correttore di bozze :D
    Ciao
     
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  9. Magister Ludus
     
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    Il racconto è ben scritto e la storia sta in piedi, ma nel senso che la narrazione non ha stonature. Il problema di questo racconto, secondo me, è che simili sconvolgimenti geologici non possono avvenire all'improvviso. Inoltre, da come hai scritto, il pianeta è stato diviso in due metà, ma in che senso?

    C'è anche da dire che se tutta l'acqua degli oceani finisse dentro una frattura della crosta, al contatto con il magma ci sarebbe un'evaporazione enorme, che dalla navetta avrebbero visto.

    Inoltre per potersi verificare un ritorno alle origini, con uomini primitivi, significa che per quelli della navetta sono trascorsi milioni di anni in una manciata di minuti.

    Quindi, almeno per me, la storia pecca di “credibilità”, per colpa del finale. Anche se si legge bene.


    Voto anche io due, anche se più che pieno.

    Ti segnalo:

    Il nero manto celeste

    questa la segnalo, anche se comunque è corretta :)

    però è anche vero che tu stai parlando dello spazio, in quella scena, giusto? Quindi non più il cielo, ma lo spazio.

    e subito capì che, se così era, non ci sarebbe stata ancora a lungo: perché qui non c'è il congiuntivo? Non so se sia errato, ma mi viene naturale usarlo in questo caso.
     
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    @lorenzo:

    Quindi tu dici fargli vedere la Terra ma senza che possano scendervi? Uhm... non funziona, mi toglie due cose importanti
    - nel racconto la Terra è un uovo alla fine dei conti, come fa a non volere qualcuno ^_^;
    - se loro non scendono, come fanno i primitivi a fare graffiti di un astronauta e rendere ciclica la cosa? :huh:
    [SPOILER]

    @Magister:
    Giuro, per quanto mi sforzi non riesco a capire dove potrei infilare un congiuntivo in quella farse. ^__^; Mi spieghi a cosa ti riferisci?
    Per il resto:
    [SPOILER]
    ti è forse sfuggito qualcuno dei sottintesi di cui parlavo a Lorenzo. L'idea di fondo del racconto è che tutto quello che sappiamo della Terra è falso, che in realtà è ed è sempre stata un uovo di una creatura di pura energia e tutte le nostre percezioni e studi valevano quanto il due di picche con la briscola a bastoni. La creatura è nata, ha deposto un altro uovo e se ne è andata, e l'uovo ha giù la sua bella popolazione di "batteri" in superficie... non sono trascorsi miliardi di anni, l'evoluzione non c'è mai stata, neanche al primo giro, ammesso poi che fosse il primo ;)

     
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  11. lorenzomarone
     
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    No, ma infatti per come l'hai inteso tu il racconto va bene, io dicevo che gli avrei dato proprio un altro concetto tipo ribellione della terra o dello spirito di essa all'uomo. Ma è solo una mia divagazione che nulla c'entra in questo contesto. ;)
     
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  12. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (CMT @ 3/10/2011, 16:17) 
    @Magister:
    Giuro, per quanto mi sforzi non riesco a capire dove potrei infilare un congiuntivo in quella farse. ^__^; Mi spieghi a cosa ti riferisci?

    Non ho detto infatti che hai sbagliato, solo che a me viene naturale scrivere "se così fosse".

    CITAZIONE
    ti è forse sfuggito qualcuno dei sottintesi di cui parlavo a Lorenzo. L'idea di fondo del racconto è che tutto quello che sappiamo della Terra è falso, che in realtà è ed è sempre stata un uovo di una creatura di pura energia e tutte le nostre percezioni e studi valevano quanto il due di picche con la briscola a bastoni. La creatura è nata, ha deposto un altro uovo e se ne è andata, e l'uovo ha giù la sua bella popolazione di "batteri" in superficie... non sono trascorsi miliardi di anni, l'evoluzione non c'è mai stata, neanche al primo giro, ammesso poi che fosse il primo

    Non ho letto quel commento, però dal racconto non capisco che la terra è un uovo. Quando hai parlato della creatura, anzi accennato a volto e artigli, ho pensato a una divinità. L'idea dell'uovo è buona, ma secondo me non si capisce nella storia. O almeno io non l'ho capito :)


     
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    CITAZIONE (Magister Ludus @ 3/10/2011, 16:36) 
    Non ho detto infatti che hai sbagliato, solo che a me viene naturale scrivere "se così fosse".

    Sì ma io non avevo proprio capito dove avresti messo il congiuntivo. ^__^;
    Comunque sarebbe sbagliato.

    CITAZIONE (Magister Ludus @ 3/10/2011, 16:36) 
    Non ho letto quel commento, però dal racconto non capisco che la terra è un uovo. Quando hai parlato della creatura, anzi accennato a volto e artigli, ho pensato a una divinità. L'idea dell'uovo è buona, ma secondo me non si capisce nella storia. O almeno io non l'ho capito :)

    Sì, infatti, è una creatura divina, che sbuca fuori dalla Terra (uovo) dopo aver rotto il guscio (prima la crepa, poi si spacca letteralmente in due), e depone un altro uovo/mondo prima di andarsene (questo è scritto quasi in modo esplicito nella parte finale, "si è assicurato una discendenza" ecc ecc)

     
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  14. Peter7413
     
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    Ciao CMT!
    Un racconto ben scritto, non ho appunti sulla forma: precisa e solida per una lettura gradevole.
    Non mi è piaciuta la soluzione del tutto. Ottima la prima parte con l'originale visione della distruzione del 2012 da una posizione privilegiata in cui è manifesto il contrasto fra il silenzio e la calma dell'infinito e il gran casino che sta succedendo sulla Terra, però non sfrutti appieno questa intuizione andandoti a chiudere in un finale poco convincente. La Terra ovetto per il mega dinosauro non m'è piaciuta. Il ritorno al passato o il balzo nel futuro neppure.
    Avrei gradito molto di più un diverso sviluppo degli eventi, magari concentrando l'attenzione sui contrasti che potevano originarsi fra gli astronauti, fra chi voleva tornare sulla Terra per morire con i propri simili e chi invece si contrapponeva. A mio avviso hai il materiale per un buon racconto lungo: da un lato i disastri che stanno avvenendo sul pianeta e dall'altra i contrasti fra gli astronauti. Una situazione tragica che non prevede vincitori, ma solo vinti, dall'avverso destino o semplicemente da un destino che è quello e basta, neutrale. Però lascerei stare tutto il discorso sulla creatura e le divinità.
    Al momento è un 2 per lo spunto davvero valido.
    A rileggerti!
     
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    Losco Figuro

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    CITAZIONE (Peter7413 @ 4/10/2011, 21:06) 
    Il ritorno al passato o il balzo nel futuro neppure.

    Veramente non c'è nessuno dei due :)

    CITAZIONE (Peter7413 @ 4/10/2011, 21:06) 
    Però lascerei stare tutto il discorso sulla creatura e le divinità.

    Prendo atto, ma il mio spunto è proprio quello, tutto il resto è scenografia. ^__^;
     
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21 replies since 1/10/2011, 10:19   278 views
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