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A S. E. il Ministro delle Comunicazioni, Onorevole Antonio Stefano Benni
Eccellenza,
il mio nome non Le dirà sicuramente nulla, ma mi permetto di scrivere alla Sua attenzione per illustrarLe un'invenzione che potrà rivoluzionare il mondo culturale italiano e, mi perdoni l'ardire, anche quello mondiale! Il mio nome è Carlo Moschetti e sono un ingegnere elettrotecnico, che ha frequentato anche corsi di Impianti Elettrici e di Costruzioni di Macchine Elettriche, docente presso l'Università di Roma. Da anni lavoro a una macchina che può permettere lo scambio di informazioni da una località ad un'altra, attraverso l'unione di più strumenti che hanno già migliorato la nostra vita. Mi riferisco alla fotografia, alla televisione ed al telefono. Ebbene, Eccellenza, questa macchina si basa sulla trasmissione di documenti fotografici, così come l'apparecchio telefonico trasmette la nostra voce e il televisore le immagini. Una sorta di macchina fotografica che può catturare un documento, come questa lettera, trasformarlo in una fotografia e trasmetterlo, grazie alla linea telefonica, ad una distanza considerevole. Io stesso ho potuto inviare un messaggio dalla mia abitazione di Roma alla residenza estiva della mia famiglia, sita in Fregene. Là c'era mia moglie, che l'ha ricevuto in appena dieci minuti. Ma non è tutto, Eccellenza, poiché, grazie all'uso della televisione elettronica, è possibile leggere i documenti senza stamparli. Tutto questo è stato realizzato nel piccolo laboratorio che ho allestito nel Dipartimento di Elettrotecnica e di cui non ho ancora fatto parola con alcuno. Ho chiamato questa mia invenzione Tele Trasmittente Nazionale Elettro-Telefonica, poiché sfrutta la trasmissione a distanza su territorio nazionale di documenti attraverso l'elettrotecnica e la linea telefonica. L'ho abbreviata in tetranet. Mi permetto di invitare Sua Eccellenza e tutte le altre personalità che Lei vorrà chiamare ad una dimostrazione pratica nel mio laboratorio. Nell'attesa di una Sua graditissima risposta, Le porgo i miei più cordiali saluti.
Ing. Carlo Moschetti
Roma, 12 maggio 1938, XVI
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Il Ministro delle Comunicazioni Roma, addì 24 maggio 1938, XVI
Gentilissimo Ingegnere,
ho ricevuto la Vostra lettera datata 12 maggio ed ho provveduto ad informare S. E. il Capo del Governo della Vostra invenzione, che si è detto disponibile, non appena i Suoi impegni lo permetteranno, di prendere visione della macchina nel Vostro laboratorio. Pertanto la S. V. è invitata ad attendere comunicazioni da parte del Ministero ed a continuare a non diffondere per alcun motivo notizie riguardanti la macchina.
Vi porgo i miei più distinti saluti. Il Ministro Antonio Stefano Benni
Egregio Sig. Ing. Carlo Moschetti Roma
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Il Ministro delle Comunicazioni Roma, addì 12 giugno 1938, XVI
Gentilissimo Ingegnere,
Vi comunico che S. E. il Capo del Governo potrà presenziare ad una dimostrazione pratica della Vostra invenzione nel Laboratorio del Dipartimento di Elettrotecnica. A breve riceverete dettagliate istruzioni su come dovrà avvenire suddetta dimostrazione, istruzioni che dovranno essere seguite scrupolosamente. Vi raccomando di nuovo di non far parola con alcuno della Vostra macchina e della visita del Capo del Governo.
Vi porgo i miei più distinti saluti. Il Ministro Antonio Stefano Benni
Egregio Sig. Ing. Carlo Moschetti Roma
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Dal diario personale di Carlo Moschetti
12 giugno 1938
Oggi è una giornata memorabile! Il Duce ha accettato di venire in visita al Laboratorio per presenziare ad una dimostrazione della mia tetranet, a cui ho lavorato per quasi sette anni. Ho appena ricevuto una lettera ufficiale del Ministro Benni. Sono convinto che il Governo riconoscerà quest'invenzione come la più innovativa del secolo e che si adopererà affinché la cultura in Italia possa raggiungere le più alte vette. Grazie a tetranet sarà possibile un giorno reperire informazioni direttamente da casa propria! Non riesco ad immaginare uno strumento di comunicazione più utile di questo!
*** Il Ministro delle Comunicazioni Roma, addì 14 giugno 1938, XVI
Gentilissimo ingegnere,
la visita del Capo del Governo, accompagnato dal sottoscritto e da altre personalità ufficiali, si terrà il giorno 24 c.m., venerdì, nei locali del Dipartimento di Elettrotecnica alle ore 21,00. Vi prego di fornire al latore della presente, Camerata Guido Salvadori, risposta immediata, comunicando anche l'indirizzo della vostra residenza di Fregene, ove dovrà trovarsi un nostro incaricato a ricevere i messaggi inviati per mezzo della Vostra macchina.
Vi porgo i miei più distinti saluti. Il Ministro Antonio Stefano Benni
Egregio Sig. Ing. Carlo Moschetti Roma
*** Eccellenza,
sono onorato della presenza di S. E. il Capo del Governo e della S. V. alle prove di trasmissione della mia macchina. L'indirizzo della residenza di Fregene è Via Palombina 12. Ad accogliere il Vostro incaricato penserà mia moglie Lucia. Sarà mia premura attenderVi al Laboratorio per il giorno e l'ora stabiliti, rassicurandoVi di non aver fatto parola con alcuno della mia invenzione, eccetto che con mia moglie. Alla sala del Laboratorio dove ho approntato la mia macchina, ho accesso soltanto io.
Vi porgo i miei più cordiali saluti.
Ing. Carlo Moschetti
Roma, 14 giugno 1938, XVI
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Dal diario personale di Carlo Moschetti
14 giugno 1938
Tutto è stabilito! Tra dieci giorni conoscerò di persona il nostro Duce! Sarò all'altezza della situazione? Riuscirò a spiegare il funzionamento di tetranet? Sarà diffusa la mia invenzione? È tutto affidato alle mani di Dio.
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Dal diario personale di Carlo Moschetti
24 giugno 1938
Sono appena le 19, ma già fremo al pensiero che tra soltanto due ore il Duce sarà qui, assieme ad altre personalità, ad assistere alla trasmissione di un documento con tetranet. È tutto pronto? Passerò queste due ore a ricontrollare nuovamente la macchina, verificare se la linea telefonica funziona alla perfezione, se lo strumento per l'acquisizione dei documenti è attivo, se lo schermo per la visualizzazione delle immagini ha il segnale in ottimo stato. E poi attenderò il volere di Dio.
*** Dal diario personale di Carlo Moschetti
25 giugno 1938
È quasi l'una del mattino e scrivo il resoconto sulla visita del Capo del Governo qui al Laboratorio di Elettrotecnica. Alle ore 21,00, puntuali, il Duce, il Ministro Benni, un segretario e due guardie del corpo sono arrivati all'Università. Li ho accolti proprio qui fuori. Il Duce mi ha stretto la mano e si è complimentato con me per aver partecipato alla guerra di trincea e per gli onori ricevuti. Io non avevo fatto menzione della medaglia d'oro nelle mie lettere al Ministero, ma era chiaro che avevano preso informazioni sul sottoscritto. In quel momento una forte emozione s'è impossessata di me e il Ministro deve essersene accorto, poiché mi ha detto di stare tranquillo, che nella Facoltà gli avevano parlato bene di me e sapevano che ero uno studioso e un lavoratore instancabile. Riponevano in me la massima fiducia. Per prima cosa ho fatto accomodare i miei illustri spettatori per spiegare loro il funzionamento di tetranet. Ho usato parole semplici, in modo da essere compreso da chi fosse digiuno di elettrotecnica. Il mio imbarazzo è accresciuto quando da sotto un mobile s'è fatto avanti il mio gatto – me n'ero completamente dimenticato! – che tengo con me quando sono al Laboratorio. In realtà non è mio, anche se a me piace dire così. Certo è che sono io a dargli da mangiare e la piccola bestia s'è affezionata a me e al Laboratorio. I suoi miagolii insistenti – nonostante i miei rimproveri – non hanno sortito alcun effetto. Aveva fame e, fra le risate divertite dei miei ospiti, ho dovuto scusarmi e dargli la sua cena. Finalmente, dopo pochi minuti, ho potuto cominciare la mia spiegazione. Mi rendo conto che su questo diario non ho mai scritto nulla di tetranet. Tutti gli appunti per la progettazione della macchina sono scritti su fogli sparsi, che ho raccolto in diverse cartelle assieme agli schizzi e ai progetti. Sono stato talmente preso da quest'invenzione negli ultimi anni, che ho usato il mio diario soltanto come sfogo personale. Un tentativo di tenere lontano il mio lavoro per qualche momento. Ebbene, tetranet è l'abbreviazione che ho usato per Tele Trasmittente Nazionale Elettro-Telefonica, un nome che non dice nulla, in fondo. È una macchina complessa, ma non dubito che possa essere un giorno perfezionata al punto da divenire meno ingombrante e più semplice. L'idea m'è venuta per caso. Vedendo mia moglie telefonare, un giorno, ho pensato a quanto potesse essere utile poter inviare non soltanto la voce ma anche le immagini da un posto ad un altro. D'accordo, con la televisione introdotta dal Governo abbiamo fatto dei passi da gigante e adesso è possibile assistere ai cinegiornali e agli spettacoli comodamente da casa. Ma la mia fantasia è andata oltre. Sarebbe stato possibile mandare un messaggio scritto con il telefono? O una fotografia senza l'uso di una grossa telecamera per la televisione? È a questo che ho pensato per quasi due anni, scrivendo e scartando appunti e idee di continuo. Poi la folgorazione! Tetranet si basa sostanzialmente sull'uso di una linea telefonica, che funge da collegamento fra una stazione trasmittente e una ricevente. Cosa che non può fare la televisione, che ha bisogno di uno studio attrezzato appositamente da cui far partire le immagini. Noi possiamo essere semplici spettatori, mentre grazie a tetranet siamo attori! Ho quindi costruito una sorta di apparato telefonico che doveva svolgere la funzione di invio e ricezione. Per ora tetranet è in fase sperimentale, quindi il mio apparato prevede la trasmissione e la ricezione limitata a due numeri telefonici, a due sole utenze. Ma da qualche mese sto studiando un apparecchio aggiuntivo, che fungerà da “centralino”. Sarà quindi possibile smistare autonomamente le “chiamate” e poter attivare il collegamento con qualsiasi utenza nazionale. Ma adesso è prematuro parlare di questo. Lo schermo televisivo è collegato all'apparecchio telefonico e permette la visualizzazione delle immagini ricevute, mentre un secondo apparecchio è una sorta di macchina fotografica opportunamente modificata e serve ad acquisire documenti e immagini, che vengono quindi trasferiti attraverso la linea telefonica. Ho anche preso degli appunti per poter realizzare un secondo componente aggiuntivo, che dovrebbe permettere di scrivere una lettera come davanti ad una macchina per scrivere, ma su questo sono ancora in alto mare. Per questioni economiche e di spazio la mia residenza di Fregene può fungere per ora soltanto come stazione ricevente. Manca quindi l'apparato di acquisizione. Questo è quanto ho detto ai miei illustri ospiti, con parole piuttosto semplici, anche se la complessità della mia invenzione richiederebbe diverse ore per una soddisfacente spiegazione. Ho visto il Duce attentissimo e anche il Ministro farsi sempre più interessato. Soltanto le due guardie del corpo ogni tanto sbadigliavano. Immagino che per loro la mia esposizione sia stata di una noia mortale. Soltanto in qualche occasione m'accorgevo che il Duce diceva qualcosa sottovoce al Ministro e questi annuiva. Dopo la mia spiegazione mi sono state poste diverse domande, il Ministro sembrava volersi assicurare che non avessi fatto parola con alcuno della macchina. Sono stati meravigliati della trasmissione del messaggio, che consisteva in un biglietto scritto di pugno dal Duce in persona in quell'occasione, di cui m'ha fatto poi omaggio. Dopo alcuni minuti il segretario ha telefonato alla mia residenza di Fregene. Ha risposto il loro incaricato, che ha letto il biglietto ad alta voce, confermando così l'avvenuta ricezione. È stato un momento di giubilo e di grande soddisfazione per tutti. Il Duce mi ha elogiato e ha promesso grandi onori e vantaggi per questa scoperta che – testuali parole sue – “rivoluzionerà il modo di comunicare nel mondo”. È stato solo dopo mezzanotte che gli ospiti sono andati via. Il Ministro m'ha comunicato che m'avrebbe contattato per poter sviluppare meglio l'invenzione e introdurla nel mercato. Ho poi telefonato a mia moglie, raccontandole tutto. Ora me ne torno a casa. Mi aspettano giorni indimenticabili.
*** Il Ministro delle Comunicazioni Roma, addì 27 giugno 1938, XVI
Gentilissimo ingegnere,
a partire dalla data odierna il Laboratorio di Elettrotecnica dell'Università di Roma passa sotto il diretto controllo del Ministero della Comunicazione. Considerate questa mia comunicazione in via ufficiale, anche se a breve riceverete un'ordinanza dal Ministero con tutti i dettagli.
Vi porgo i miei più distinti saluti. Il Ministro Antonio Stefano Benni
Egregio Sig. Ing. Carlo Moschetti
*** Dal diario personale di Carlo Moschetti
27 giugno 1938
Questa mattina sono andato al Laboratorio come sempre. Prima delle lezioni volevo dare un ultimo sguardo alla mia macchina e con l'occasione ho approfittato a dare da mangiare al gatto che, come al solito, m'aspettava fuori. Erano quasi le otto e il portiere mi ha avvertito di una missiva indirizzata a me dal Ministero. L'ho ringraziato e mi sono chiuso nel Laboratorio per leggerla immediatamente. Il messaggio era freddo e distaccato, differente dai precedenti. Il Ministro mi comunicava che il mio Laboratorio passava sotto il controllo del Ministero. Sinceramente non ne capisco il motivo, ma immagino sia una precauzione per non far trapelare la notizia della mia invenzione.
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Ordine N. 85
S. E. il Ministro avverte che il Laboratorio di Elettrotecnica dell'Università di Roma è posto sotto sequestro, affinché tecnici inviati dal Governo ispezionino tutti i macchinari e i documenti ivi presenti. Vi prego pertanto voler disporre affinché siano avvisati tutti i Sigg. Proff. e gli studenti che solitamente frequentano la Facoltà. La S. V. è pregata di tenersi a completa disposizione del personale incaricato per qualsiasi richiesta.
Il Ministro Antonio Stefano Benni
Roma 27 giugno 1938 XVI
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Dal diario personale di Carlo Moschetti
27 giugno 1938
Ho ricevuto l'ordinanza dal Ministero, come scritto nella missiva avuta poco prima. Non credo che sia una misura cautelativa, poiché i locali del Laboratorio, assieme alla mia invenzione e a tutti i miei documenti, sono stati sequestrati dal Governo. Adesso gente estranea rovista fra i miei appunti, tocca la mia macchina. Sono restato tutto il giorno con quei tecnici e ho dovuto perfino annullare le mie lezioni. Ho provato a chiedere che cosa significasse tutto quel trambusto, ma nessuno ha risposto alle mie domande. Si rivolgevano a me soltanto per questioni puramente tecniche. La cosa che più mi lascia perplesso e mi preoccupa all'inverosimile è ciò che m'ha detto uno dei tecnici poco prima di andare via. E cioè che nei prossimi giorni la macchina sarebbe stata smontata e trasferita altrove, in una località segreta del Governo. Ho domandato come avrei raggiunto quella località, ma la risposta è stata per me come una pugnalata alle spalle. «Voi non dovrete più occuparVi di tetranet, Professore. Il Vostro lavoro è concluso. Il Governo Vi ringrazia dell'impegno che avete dimostrato nel rendere all'avanguardia il nostro Impero». Questo è quanto è successo, e sembra che l'intero pianeta mi sia crollato addosso.
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Il Popolo d'Italia, 15 luglio 1938, XVI
Il Capo del Governo, S. E. Benito Mussolini, ha presenziato questa mattina, negli uffici di Piazza Venezia a Roma, alla prima prova ufficiale di un nuovo strumento di comunicazione che rivoluzionerà il nostro Paese e il mondo intero. Si tratta di un nome che non sarà facile dimenticare: Te.Tra.N.E.T. Dietro questa oscura sigla si cela un macchinario portentoso che permetterà di spedire a velocità istantanea qualsiasi messaggio o lettera, fotografie comprese, da un capo all'altro del nostro Paese. Il Ministro della Comunicazione Antonio Stefano Benni ha promesso che Te.Tra.N.E.T., dopo la sperimentazione, sarà introdotta nel mercato italiano, ma limitata alle aziende controllate dal Governo e che ne faranno esplicita richiesta. Alla luce del malcontento instauratosi coi Paesi europei confinanti e delle pressioni esercitate dalla Francia sulla rinuncia delle nostre colonie, l'Italia si appresta ad utilizzare Te.Tra.N.E.T. per una veloce risoluzione dei problemi di politica estera.
*** Il Popolo d'Italia, 9 agosto 1938, XVI Te.Tra.N.E.T. sbarca in Libia!
Sfruttata la linea telefonica sottomarina che collegava l'Italia alla Libia per attivare Te.Tra.N.E.T. nella colonia africana. Dopo il tentativo delle truppe francesi di occupare un presidio italiano nei confini libici, il Governo ha deciso di migliorare il sistema delle comunicazioni anche in Africa. Dopo aver fornito di una postazione Te.Tra.N.E.T. ogni caserma italiana, il Ministero della Comunicazione ha fatto trasportate alcune macchine anche nei punti sensibili della colonia.
*** Il Popolo d'Italia, 9 agosto 1938, XVI
Edizione straordinaria
Grazie al tempestivo invio di informazioni, possibile con Te.Tra.N.E.T., le nostre truppe hanno sventato un secondo attacco francese in Libia. In pochi minuti, sotto lo stupore del nemico, i nostri soldati ne hanno potuto bloccare l'avanzata. Sempre più questa mirabile invenzione si rivela decisiva nelle operazioni belliche. S. E. il Capo del Governo ha precisato che nuovi ingegneri elettrotecnici sono al lavoro per migliorare la macchina e renderla meno ingombrante e più funzionale.
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Dal diario personale di Carlo Moschetti
10 agosto 1938
Le ultime edizioni dei giornali parlano fin troppo chiaramente. Quella che ritenevo la più innovativa invenzione della storia, quella che avrebbe potuto dare maggior lustro alla cultura italiana e all'intero Paese, è stata trasformata in uno strumento di guerra. Del mio nome non fa menzione nessuno. Ma questo poco ha importanza. Avrei rinunciato volentieri alla paternità di tetranet, se fosse servita ad aiutare la nostra Patria ed a farne un esempio per gli altri Paesi. Scriverò una lettera al Ministro, con la speranza che il Governo torni sui suoi passi e abbandoni l'uso di tetranet per scopi così lontani da quelli che avevo previsto. ***
A S. E. il Ministro delle Comunicazioni, Onorevole Antonio Stefano Benni
Eccellenza,
mi permetto di scriverVi per chiedere alla S.V. di rispettare quelle che erano state le Vostre promesse nei confronti della mia invenzione. Tetranet non è mai stata pensata come uno strumento da utilizzare per fini bellici, bensì per accrescere e rendere più fruibile la nostra cultura. Immaginate se ogni famiglia italiana potesse accedere a qualsiasi libro o pubblicazione semplicemente componendo un numero di telefono! Vi prego, pertanto, di ripensare ai Vostri progetti in atto e di riportare tetranet al suo uso primigenio: quello di strumento di comunicazione.
Nell'attesa di una Vostra graditissima risposta, Vi porgo i miei più cordiali saluti.
Ing. Carlo Moschetti
Roma, 10 agosto 1938, XVI
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Il Ministro delle Comunicazioni Roma, addì 17 agosto 1938, XVI
Gentilissimo Ingegnere,
Te.Tra.N.E.T. è già utilizzata come strumento per comunicare. È proprio grazie alla Vostra invenzione che le truppe nemiche francesi sono state arrestate prima che potessero attaccare i nostri possedimenti libici. Riguardo ad un uso pubblico di Te.Tra.N.E.T, Vi rispondo che ciò non sarà possibile. La Vostra macchina potrebbe essere venduta da un qualsiasi cittadino ad una potenza straniera e questo renderebbe il nostro Paese non più avanzato rispetto agli altri, ma allo stesso livello, se non ad uno inferiore. Parlerò con S. E. il capo del Governo per farVi ottenere quanto prima un'onorificenza, come segno di gratitudine, stima e riconoscenza per il lavoro da Voi svolto.
Vi porgo i miei più distinti saluti. Il Ministro Antonio Stefano Benni
Egregio Sig. Ing. Carlo Moschetti Roma
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Dal diario personale di Carlo Moschetti
17 agosto 1938
Oggi ho ricevuto la risposta dal Ministro. Un'onorificenza! Questo è dunque il massimo che le autorità consentono. Un foglio firmato e bollato, per ringraziarmi del lavoro che ho svolto al fine di migliorare la vita culturale italiana. Della mia invenzione non possiedo più nulla. Appunti, schizzi, progetti, tutto ciò che era nel Laboratorio e perfino la macchina costruita a Fregene, sono stati requisiti dalle autorità. Di tetranet si parla soltanto qui, nel mio diario, che avevo con me e nessuno ha veduto. Mia moglie dice che è meglio se dimentico. Ma come potrei? Anni di studio e lavoro buttati via, anzi usati per uccidere. Ormai il Governo può dialogare in tempi brevissimi con ogni città del Paese e questo ha permesso non solo un incalcolabile risparmio di tempo, ma anche, a quanto pare, di risolvere un enorme numero di problemi organizzativi.
*** Dal diario personale di Carlo Moschetti
19 agosto 1938
Ogni giorno i giornali non parlano d'altro. È tetranet la parola del secolo. Lo strumento che permetterà nuove conquiste territoriali. Il Governo ha già esposto i nuovi piani espansionistici in terra d'Africa. E ha fatto intendere che ha vedute ben più ampie. In un'edizione dei giorni scorsi, nel giornale si parlava di nuove funzioni introdotte nella mia macchina. Mi domando quanto sia rimasto del prototipo che avevo costruito. Mi domando dove andrà a finire il mio Paese. Non posso continuare a vivere col pensiero che delle persone vengano uccise grazie alla mia invenzione. Sebbene mi abbiano sequestrato tutti i disegni e gli scritti riguardanti tetranet, non hanno potuto certo cancellare dalla mia mente i ricordi. Ho preparato un plico che spedirò per mezzo di un amico in America. Contiene tutta la descrizione di tetranet ed è indirizzata al Dipartimento di Fisica dell'Università di Chicago. Non mi fido della posta, sicuramente controllata dal Governo. Non mi sento un traditore, ma piuttosto un uomo che ha tentato di salvare delle vite umane e di migliorare la cultura e la comunicazione. Tuttavia, non vivrò abbastanza per sapere cosa ne faranno gli americani dei miei appunti. Mi perdoni mia moglie e mi perdoni Iddio del gesto che compirò.
*** Il Popolo d'Italia, 20 agosto 1938, XVI
Il corpo senza vita del Professor Ingegner Carlo Moschetti, docente presso la Facoltà di Elettrotecnica dell'Università di Roma, è stato rinvenuto ieri mattina da sua moglie, la signora Lucia, verso mezzogiorno. L'ingegnere si è impiccato nel suo studio, non lasciando alcuna lettera che giustificasse un gesto simile. I suoi colleghi hanno dichiarato che nelle ultime settimane era apparso depresso, come ha confermato sua moglie. Le autorità hanno archiviato il caso. I funerali del Professore si terranno presso la Basilica di San Giovanni in Laterano domani mattina, 21 agosto, alle ore 11,00.
*** Il Popolo d'Italia, 5 ottobre 1938, XVI
Te.Tra.N.E.T. riprodotta in America!
Gli Stati Uniti hanno messo a punto un'innovativa invenzione nel campo della comunicazione, come ci ha telegrafato il nostro inviato di Washington. Sembra avere le medesime caratteristiche di Te.Tra.N.E.T., ma è molto più piccola e sarà prodotta su scala mondiale. Il Governo ha ordinato immediatamente un'inchiesta interna al fine di scoprire il traditore – come si sospetta – che ha venduto Te.Tra.N.E.T. ad una potenza straniera. A breve, comunica Washington, questo innovativo strumento di comunicazione sarà alla portata di tutti. Il Presidente degli Stati Uniti, Roosevelt, è orgoglioso di questa invenzione e ha conferito all'ingegnere che l'ha ideata – il cui nome non è stato rivelato – una medaglia d'oro. Il nome che è stato dato a questo strumento è simile a quello di Te.Tra.N.E.T.: International Network based on Electro-Telephony, ossia rete internazionale basata sull'elettro-telefonia, che gli americani hanno abbreviato in internet.
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