Organium 56
  • Poll choices
    Statistics
    Votes
  • 2
    77.78%
    7
  • 4 (max)
    11.11%
    1
  • 3
    11.11%
    1
  • 1 (min)
    0.00%
    0
Guests cannot vote (Voters: 9)

Organium 56

di Antonino Alessandro, 17000 cc

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Alessanto
     
    .

    User deleted


    Ecco a Voi:

    ORGANIUM 56




    «È l’unica soluzione, Nicolas?» chiese l’anziana, la fronte sull’incavo della mano rugosa e il seno nudo appoggiato sul tavolo trasparente.
    «Vorrei non lo fosse, Matilde. Cos’altro possiamo fare?»
    L’uomo, in piedi davanti all’assemblea, alzò le spalle e aprì le braccia, il pene fece capolino dal ciuffo di peli neri sotto la pancia prominente.
    Tutti gli occhi si spostarono sul vetro luminoso accanto la lavagna. Le immagini si alternavano ciclicamente: un cadavere coperto di sangue tra le gambe e sul petto, un seno abbandonato sul marmo scuro di un marciapiede.
    L’anziana e molti altri distolsero lo sguardo con una smorfia.
    «Per loro c’è pericolo?» chiese Matilde.
    «No. Le Organium cinque sei restituiranno loro solo ciò di cui sono stati privati…»
    «E la loro libertà? Chi ha detto che lo vogliano?» irruppe Abele, aveva le mascelle contratte e il petto muscoloso sul quale i peli biondi e ricci brillavano di sudore, nonostante l’ambiente climatizzato.
    «Vorrei in questa sede ricordare la legge dei Fattori: “È obbligo del Consiglio attuare tutte le azioni necessarie per preservare l’equilibro. Tale obbligo inderogabile è perseguibile con ogni mezzo reputato necessario, fermi restando i Principi Massimi”» intervenne la donna. Attorno alla scrivania molti annuirono; Abele sbuffò.
    «Fratello Abele, nessuno sta dicendo che sia semplice…» aggiunse.
    «Dunque, come dicevi, la strategia sarà congiunta…» chiese l’uomo dominando la sua rabbia.
    «Sì. La situazione ci impone di agire sia dall’aria che da terra. Manderemo cinquemila Dromus RVJ-X allestiti per lo scopo… Dimmi, Cleo» disse Nicolas.
    «È proprio necessario mandare i droidi?» chiese la ragazza, le sopracciglia arcuate e un capezzolo piccolo e rosa che apparve da sotto il tavolo quando aveva alzato il braccio.
    «Come ho detto in precedenza le onde della Organium potrebbero venire schermate. Se vogliamo che l’azione abbia effetto certo, non abbiamo altre possibilità. E poi occorre la rieducazione…»
    «Quindi dobbiamo anche convertirli? Anche questo rispetta i principi dei Fattori?» intervenne Abele. Aveva lo sguardo su Matilde; la donna rimase in silenzio.
    «Gli togliamo ciò in cui credono e li pieghiamo alle nostre necessità convertendoli ai nostri principi. Siamo consapevoli di ciò che sta accadendo attorno a questo tavolo?» proseguì l’uomo guardandosi intorno; si era messo in piedi, le braccia muscolose conserte, gli occhi duri e risoluti.
    «Abele, hai visto le immagini. Hai visto cosa hanno fatto» disse Matilde, paziente.
    «Ho visto cosa hanno fatto alcuni di loro. D’altra parte li teniamo confinati!» ribatté l’altro.
    Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Nicolas si schiarì la voce e precisò:
    «Prima della votazione, vorrei far rilevare che i droidi saranno distrutti dopo l’utilizzo.»
    «Come se il problema fosse questo...» esclamò Abele sbuffando.
    Matilde fece un gesto secco della mano.
    «Non ho dubbi che i presenti abbiamo compreso la portata della decisione. La delicatezza dell’argomento mi obbliga a formulare chiaramente la proposta prima di metterla ai voti.»
    La donna si alzò, la voce si fece decisa; la sua figura spiccò, sottile ma vigorosa, su di loro.
    Le parole iniziarono a scorrere sul vetro del tavolo.
    «Proposta datata due F, G sei, venti zero zero uno. Oggetto della riunione è l’applicazione di un protocollo speciale di attacco contro i Vestiti. Esso comprende il bombardamento del loro territorio con ordigni denominati Organium cinque sei e l’intervento di cinquemila Dromus RVJ-X. Il congegno ripristinerà il funzionamento delle sinapsi sensoriali dei Vestiti. Previo prelevamento, da effettuarsi con mezzi non traumatici, per tutti i soggetti saranno predisposti opportuni interventi di recupero e rieducazione.»
    «Non potremmo, almeno, far fare alla natura? Lasciamogli un po’ della loro libertà…» intervenne Abele.
    «Saremmo a rischio di rappresaglie» disse Nicolas indicando il monitor.
    «La proposta è chiara?» tagliò corto Matilde.
    «Sì» risposero tutti in coro.
    «Bene, votiamo.»

    ***


    Serse aprì gli occhi, il respiro mozzato, il sangue che gli rombava nelle orecchie, il battito cardiaco sordo e ovattato che scadenzava quei primi attimi di coscienza.
    Milena non si mosse, le connessioni neuronali negli incavi delle braccia e sulle tempie le garantivano un sonno tranquillo. L’uomo respirò a fondo, poi con un gesto fluido staccò gli spinotti. La scritta “Immissioni dati fallita” iniziò a lampeggiare sul monitor di controllo del suo Sistema Sonno .
    Si sedette sul letto, rabbrividì al contatto col pavimento gelido. Con la punta di un dito sfiorò il display, la stanza rimase al buio.
    Chiuse gli occhi: la sua mente iniziò a vagare.

    Quella mattina sarebbe diventato un K’lembat. L’eccitazione gli rendeva le mani fredde e viscide, sentiva uno sciame di farfalle svolazzargli dentro.
    «Forza, ripeti la formula!» gli disse.
    «Ma, mamma, la so!»
    La donna gli scoccò uno sguardo che lo fece rabbrividire.
    «Ripetila!» lo incitò con voce dura.
    «Io, Serse, dichiaro la mia voglia di diventare un Puro»
    «Di nuovo!»
    «Io, Serse, dichiaro la mia voglia di diventare un Puro!» ripeté.
    La donna annuì continuando a legarsi i capelli nella sua solita crocchia ingrigita.
    «Mamma, cosa succederà in questo posto importante?» le chiese mentre, nel suo vestito lungo e pesante color smeraldo, lo prendeva in braccio.
    «Diventerai, uno di noi. E quando uscirai da lì indosserai quello» rispose, senza guardarlo, indicando una tunica candida appoggiata sul letto della Stanza della Vestizione.
    Quello sarebbe stato il suo Primo: rabbrividì attraverso la pelle nuda.
    «E quando diventerò un K’lembat potrò tornare a casa? Con te e papà?» chiese, avvicinando il proprio volto al suo.
    «Stai fermo! Non ti hanno insegnato nulla?»
    «Scusa, mamma…»
    La donna percorse il corridoio che portava all’esterno. Lo squadrò.
    «Starai a casa nostra per tutta l’estate poi, andrai nella Colonia di Livello Uno.»
    Sorrise: un’intera stagione a casa!


    Il suono intermittente dell’S.S. di Milena lo scosse.
    Dopo qualche istante la moglie si grattò la fronte.
    L’uomo si alzò e con pochi gesti sul display predispose la colazione poi, in un gesti istintivo si accarezzò il piccolo neo sul collo.
    Da quel giorno la sua vita non era stata più la stessa: aveva cominciato a percepire il mondo come un contenitore sterile. Era cresciuto, si era legato, aveva depositato il suo seme per procreazione, tutto secondo gli Insegnamenti.
    “Non preoccuparti, tutto si incanalerà nella giusta direzione” gli aveva detto il suo responsabile, poco dopo l’unione con Milena. Ma erano passati anni e i ricordi delle sensazioni pregresse erano sempre lì a sporcarlo, a renderlo incompleto e degno di biasimo.
    Chiuse gli occhi.

    Odore di pulito, la luce chiara che filtrava dalle vetrate sulla cupola e il freddo del marmo nero su cui sua madre lo appoggiò.
    Demetrio gli si era avvicinato e nella sua tunica bianca col simbolo della fede aveva parlato con voce cavernosa.
    «È pronto?»
    «Sì» rispose la madre.
    Il viso rasato segnato dalle rughe, le dita sottili, gli occhi fissi sui suoi. Alzò il braccio, imponendogli l’altra mano sulla testa.
    «Bene! Possa tu assurgere a nuova vita. Possa la rinuncia alle mere sensazioni del corpo portarti all’apice della tua essenza.»
    Non aspettò che voce si estinguesse tra il marmo delle pareti: altre mani forti lo misero supino costringendolo sul marmo.
    Non trovò nemmeno la forza di urlare: avvertì solo dolore; per sua fortuna arrivò il buio a salvarlo.
    Trascorse l’estate a casa, tra l’indifferenza del padre e la freddezza della madre, l’isolamento nella Colonia di Livello Uno fu un sollievo.


    Osservò Milena respirare: viso regolare, occhi dal taglio stretto e capelli castani, lisci e lunghi. La bocca con le labbra socchiuse le dava un’aria imbronciata.
    Si alzò e si incamminò verso il soggiorno.
    Il rito era stato semplice: nella stanza dei Legami il loro giuramento era durato pochi istanti.
    “Io, Serse, dichiaro a te Milena la mia volontà di diventare il tuo compagno. Dichiaro la mia sanità procreativa.”
    Lei aveva risposto con un cenno del capo e la formula di accettazione.
    Avevano avuto quattro figli. Tutti sani, tutti cresciuti come perfetti Vestiti nella Colonia di Livello Uno.
    Sorrise: aveva usato lo stesso appellativo con cui i Nudi, chiamavano quelli come lui.
    A quel pensiero due rughe severe comparvero, di nuovo, sulla fronte.
    Perché non stava funzionando come il Verbo pretendeva? In cosa era manchevole?
    Colmo di pensieri e indeciso sulle loro destinazioni, appoggiò il palmo della mano sul pannello di ricezione; il monitor si illuminò saturando l’aria delle immagini truculente dell’attacco di due giorni prima.

    ***


    «Siamo sulle coordinate» disse il maresciallo dell’aria Belisarius.
    «Affermativo» rispose il collega, le mani sulla cloche, lo sguardo verso l’orizzonte.
    Belisarius diede l’ennesima occhiata al computer di bordo che gli proiettava sul casco i dati di volo.
    «Nulla da segnalare» aggiunse.
    «Confermato» disse Dario muovendosi sul sedile per quanto gli permettevano le cinture.
    «Ma come fanno i Vestiti? Sono in questa tuta da meno di un’ora e già non ce la faccio più!» esclamò Belisarius aprendosi un po’ la cerniera sulla casacca.
    Dario sorrise.
    «“Gli abiti che indossano sono il riflesso della loro vita. Coprono il loro corpo come tengono coperte le loro menti. Impermeabili alle passioni sessuali, si aggirano sul pianeta, cercando di uniformare tutti alla loro pochezza”» recitò tutto d’un fiato.
    Belisarius applaudì.
    «Bravo, maresciallo. Conosci il manuale a memoria!» aggiunse ridendo.
    Dario fece un leggero inchino, ridendo a sua volta.
    «Tempo meno quattro punto due per l’obiettivo. Corridoio di avvicinamento» esclamò, ancora un accenno di sorriso sulle labbra.
    «Affermativo» rispose l’altro.
    «Pensi che funzionerà?» chiese Dario.
    Il collega alzò le spalle.
    «Sai, prima di partire ho dato un’occhiata al database. Pare che distruggeranno l’impianto che installano nel collo ai Vestiti » disse Dario.
    «Rotta due tre cinque. Velocità due zero due. Vento tre uno cinque»
    «Affermativo» disse Dario, digitando sullo schermo traslucido davanti a loro, i dati di volo.
    Le ali del velivolo si inclinarono sul cielo blu scuro: Delta Draco era tramontata. Tra poco sarebbe sorta Idria; il suo fulgore giallo avrebbe illuminato la strada verso casa.
    «Chissà com’è vivere senza istinti sessuali: essere tanto inibiti da considerare la nudità e il piacere dei mali da escludere dalla vita» disse Belisarius.
    Dario scosse la testa.
    «E noi gli restituiremo tutto in pochi secondi, mentre li teniamo come i Fattori segregavano i mammiferi da carne…»
    Il collega non rispose e sospirò; l’ombra del dubbio rendeva il suo sguardo pensoso.

    ***


    «Come ti senti stamattina?» chiese Milena; era già vestita, anche i capelli, legati in un treccia, erano perfetti.
    Serse non rispose.
    «Oggi devi depositare. Il contatore Progenies dice che sono fertile» aggiunse la donna, bevendo un bicchiere di Nutritivo Tredici, pastoso e dolce.
    L’uomo rimase in silenzio.
    Milena diede un’occhiata alle immagini che si ammonticchiavano sul display: in quel momento in primo piano c’era un seno nudo e sanguinante. Scosse la testa, rabbrividendo:
    «Certe volte mi dispiace per loro» disse.
    Serse ancora una volta non parlò, osservava un punto imprecisato davanti a sé.
    «Eppure questo è il prezzo per costringerci in questo ghetto, cercando di corromperci con le loro bestemmie» proseguì Milena.
    Serse osservò il profilo della moglie, indugiò qualche istante sul neo che risaltava sulla pelle chiara.
    Lei insistette.
    «“Non coprendosi agli occhi degli dei ostentano la loro bestialità innaturale, lasciandosi alla mercé dell’Impuro. L’assenza di vergogna diventa un premio per la loro brutalità”» recitò. Guardò Serse che perseverava nel suo silenzio e riprese alzando un sopracciglio: «Non c’è nulla che ti scuota oggi, mi pare…» aggiunse.
    L’uomo sbatté le ciglia due volte; ripensò all’inverno precedente durante la Festa degli Insegnamenti: l’ultima volta che si erano toccati. Stavano percorrendo, insieme a decine di altre coppie legate, il Corridoio delle Promesse.
    Arrivati alla fine davanti la Fontana, avevano sciolto le dita e si erano parlati l’una di fronte all’altro, le parole incorniciate dallo scroscio leggero dell’acqua, sotto le guglie del Tempio.
    “Compagno mio, ti prometto la mia eterna devozione.”
    “Con l’aiuto degli Insegnamenti, la tua promessa unita alla mia, risuoneranno nel cielo degli Antichi.”
    «Milena, non hai mai dubbi?» chiese d’un tratto.
    «Dubbi? Su cosa?» rispose la donna.
    L’uomo la osservò, la pelle chiara e luminosa, le scarpe bianche e il vestito che morbido la copriva dal collo in giù.
    «Credi che tutto funzioni?» chiese.
    «Che vuoi dire?»
    «Pensi di essere nel giusto?»
    «Eh?» chiese la donna.
    «Riguardo a noi. Alla nostra vita» Serse fece una pausa, poi riprese «Anche riguardo a quello. Tutto va’ come…» si interruppe indicando il monitor dove le immagini dell’attacco erano state sostituite dal programma pubblicitario: il nuovo Nutritivo, il quattordici, era stato lanciato sul mercato da pochi giorni.
    Milena lo squadrò.
    «La nostra vita? Che c’entra? In cosa ti senti manchevole? Stiamo compiendo il nostro dovere di K’lembat adulti. Cosa potremmo pretendere di più?»
    «Ma…»
    «A meno ché tu non creda che i Nudi facciano bene a costringerci qui!»
    Lo sguardo tra l’interrogativo e lo stupito smontò ogni ulteriore possibilità di discussione.
    «Lascia stare, perdonami. Sono un po’ confuso stamattina… Vado a depositare»
    Andò nella stanza dei prelievi. Chiuse la porta e si accomodò a gambe larghe sulla panca d’alluminio. Prese il tubo trasparente e lo appoggiò sulla punta del pene, poi sentì il tubo che si faceva strada nell’uretra.
    Rimase a fissare la fialetta che si riempiva del suo seme fino a quando il monitor non gli segnalò “Prelievo effettuato”. Mentre si alzava sentì gli sbuffi dell’aria compressa: le procedure di controllo e preparazione si erano avviate. Sua moglie ne avrebbe usufruito da lì a poche ore.

    ***


    «Siamo sull’obiettivo»
    I due piloti, d’istinto, sbirciarono fuori dai finestrini. Sotto le ali arcuate, scorsero la schiera incessante di metallo e vetri che costituiva l’Area di Contenimento.
    «Distacco predisposto» disse Dario, armeggiando con un pannello alla sua destra che era emerso da un bracciolo.
    Sul monitor anteriore comparve un conto alla rovescia.
    Belisarius e Dario non ebbero bisogno di vederne il completamento, intuirono subito quando il primo ordigno si sganciò.

    ***


    La porta dell’abitazione si era appena richiusa quando Serse vide il lampo che mutò la luce di Idria per qualche istante. Alzò lo sguardo, una macchia rossa era comparsa nel cielo.
    Strizzò gli occhi, proteggendoli con un braccio.
    «Cosa…»
    Arrivò un secondo bagliore.
    Spaventato, appoggiò la mano sul pannello; ubbidiente, la porta si spalancò, ma l’uomo non ebbe il tempo di rientrare: una fitta gli perforò il collo.
    «Ahhhhh!» gridò con tutta la forza che i polmoni gli concedettero.
    Si inginocchiò per poi rotolare sul metallo freddo.
    Percepì l’odore della sua carne che bruciava mentre il corpo si contorceva cercando una posizione che attenuasse il dolore. Si mosse a scatti, come una marionetta, gridando e piangendo.
    Osservando l’interno della sua casa, lontanissimo e irraggiungibile, percepì il cuore accelerare i battiti mentre il respiro si spezzava.
    Si ritrovò sommerso da decine di sensazioni disordinate: caldo e freddo, agitazione e languore, gli ondeggiarono dentro come la risacca; sentì la necessità di sincronizzarsi alle oscillazioni della sua anima.
    In principio provò a non perdersi, a mettere ordine in quel tumulto di sensazioni, con la consapevolezza.
    Bastarono pochi istanti per intuire che quella tempesta era irresistibile; non poté fare altro che lasciarsi andare.
    Pochi attimi e il suo ventre selezionò un ritmo tra le decine che gli affollavano la mente.
    Non poteva evitarlo: doveva muoversi, doveva spingere, doveva sussultare, contrarre i muscoli.
    Sempre più veloce.
    Digrignò i denti, mentre il suo corpo si muoveva con migliaia di immagini nude che gli turbinavano nella testa: sessi di uomini, di donne, bocche, seni.
    Più veloce.
    Apparve Milena con le spalle scoperte.
    Ancora più veloce.
    Sua madre nuda.
    Ancora di più.
    Un seno che gli si avvicinava alle labbra.
    Decine di immagini si inseguivano per un brandello di attenzione, vogliose di mostrarsi e sedurlo; non sapeva da dove venissero, eppure lo saziavano impedendogli ogni contatto con la realtà.
    Aprì e chiuse la bocca, i denti si colpirono in un suono secco.
    Era sull’orlo di un baratro sconosciuto: fu lì che il permise al suo corpo di arrendersi a sé stesso proseguendo nella danza solitaria fatta di sospiri e contrazioni.
    Quando ricevette la sensazione del fiotto liquido e caldo sui pantaloni, urlò. E continuò per lunghi ed eterni secondi.
    Era ancora a terra, umido e svuotato, la mente che vagava tra suoni ovattati, quando vide un essere metallico che con una dolcezza impensabile per un duro ammasso di acciaio, fili elettrici e martinetti idraulici lo sollevò.
    Serse guardò lo scenario capovolgersi e ondeggiare per qualche istante, poi si sentì adagiato su qualcosa morbido.
    Si addormentò colmo di sé stesso e di ciò che gli era accaduto.

    ***


    La prima cosa che percepì fu il freddo, poi la luce bianca dei neon.
    Scosse la testa e si passò la mano sul petto.
    Il tocco della pelle lo fece sobbalzare. Si mise a sedere osservando il suo corpo nudo.
    Scattò in piedi.
    Era dentro una stanza rettangolare illuminata a giorno. Il bianco delle pareti e del pavimento quasi accecanti. Il letto, appoggiato a una parete, era l’unico mobilio, non c’erano aperture.
    Prigioniero in quella scatola candida, chiedendosi dove fosse, si incamminò verso una parete; provò a sfiorarla, cercando un passaggio o quantomeno un comando.
    Niente.
    «C’è nessuno?» esclamò Serse, guardando la porzione di bianco davanti a lui.
    «Siamo felici che ti sia svegliato» disse una voce gentile e indistinta riecheggiando nel vuoto dell’ambiente.
    L’uomo sobbalzò.
    «Dove sono?» chiese scrutando il soffitto.
    «Non è fondamentale che tu lo sappia» disse la voce, calma.
    «Lasciatem…» provò a dire.
    «No, Serse. Prima di ogni cosa credo sia il caso di farti vedere qualcuno» disse la voce.
    Sulla porzione della parete alla sua destra apparve il profilo nero di un’apertura. Poi la lastra si staccò dal muro e avanzò di pochi centimetri, quindi scivolò di lato intanto che i neon diminuivano di luminosità.
    Serse vide Milena entrare nella stanza. Era nuda. I seni rotondi e il triangolo scuro del ventre che spariva nella penombra.
    L’uomo deglutì.
    «Milena…» riuscì a dire con voce roca, mentre lei si avvicinava.
    La moglie sorrise poi gli prese le mani e le appoggiò a coppa sui suoi seni. Gli sorrise di nuovo.
    Serse le guardò muoversi nervose sulla pelle candida mentre Milena gettava la testa all’indietro, i capelli lisci diventati una cascata ramata. L’uomo fece risalire il suo tocco fin sul collo.
    «Il tuo neo è…» esclamò colpito da una frustata di consapevolezza.
    Si frugò: anche il suo non c’era più.
    «Ma…» provò a chiedere.
    Milena gli appoggiò l’indice sulle labbra e sorrise. Lo tirò a sé.
    Serse le affondò le mani tra i capelli odorandone la fragranza gentile.
    «Amore» la sentì sussurrare mentre lo abbracciava.

    ***


    Cleo si stiracchiò sulla poltrona, una gamba che penzolava indolente dal bracciolo e un dito che giocava con un ricciolo nero appoggiato sul seno.
    Sorrise vedendo i corpi dei due che si allacciavano dopo poche carezze frenetiche e goffe.
    Li osservò per qualche minuto, mentre i sensori nella stanza acquisivano i loro dati vitali.
    Parlò solo quando fu certa che tutto fosse andato per il vesto giusto; quando si sdraiarono sul letto e iniziarono a dondolare l’una tra le braccia dell’altro.
    «Operatore cinque, tre, quattro, due, due. Rapporto. Coppia settanta, tredici, due barra tre. I soggetti interagiscono come programmato.»
    Fece una pausa osservando i monitor sopra la sua postazione. I tracciati disegnavano contorti arabeschi tra numeri e diagrammi.
    «Alla luce dei dati attinti e dai rilievi svolti si può ritenere la fase riabilitativa due completata. Si resta in attesa di istruzioni.»
    Le parole comparvero, verdi e nette, sul monitor.

    FINE



    Edited by Alessanto - 2/10/2011, 17:03
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Losco Figuro

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    Il concetto di bse è interessante ma ci sono molte cose che non capisco e che, a lettura finita, mi sono rimaste come interrogativi in sospeso.
    Ad esempio, quale è stata la causa scatenante dell'uso dei droni? I Vestiti hanno ucciso qualcuno? E come, se a quanto pare sono chiusi in una specie di campo di concentramento?
    E perché c'è gente che si oppone tanto all'uso dei droni? Sembra quasi che siano un'arma di sterminio, ma alla fine tutto ciò che fanno è distruggere un impianto di soppressione emotiva, che a occhio e croce non è proprio una bella cosa da ritrovarsi impiantati in corpo, anche se (più o meno) volontariamente.
    Secondo me andrebbero chiariti più dettagli sull'ambientazione, perché con quello che c'è restano molti dubbi.


    Dal punto di vista stilistico, per i miei gusti c'è un eccesso di costruzioni del tipo "Lei era lì, il naso quello, la testa quell'altro" che appesantisce notevolmente la lettura. Sono ostiche anche quando solo poche, ma qui si susseguono a raffica, specie nella parte iniziale.

    Voto 2 abbondante, credo possa arrivare al 3 senza fatica con qualche spiegazione in più.

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    Tutti gli occhi si spostarono sul vetro luminoso accanto la lavagna.

    "accanto alla lavagna"

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    Le immagini si alternavano ciclicamente: un cadavere coperto di sangue tra le gambe e sul petto, un seno abbandonato sul marmo scuro di un marciapiede.

    Non mi è chiaro, il "seno abbandonato ecc..." è una delle immagini? Cioè c'è un seno smembrato su un marciapiede?

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    Serse aprì gli occhi, il respiro mozzato, il sangue che gli rombava nelle orecchie, il battito cardiaco sordo e ovattato che scadenzava quei primi attimi di coscienza.

    Penso che intendessi "cadenzava"

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    La scritta “Immissioni dati fallita”

    Refuso: "immissione" (o "fallite", non lo so ^_^)

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    poi, in un gesti istintivo si accarezzò il piccolo neo sul collo.

    Refuso: "gesto"

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    Non aspettò che voce si estinguesse

    Credo manchi un "la"

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    Sorrise: aveva usato lo stesso appellativo con cui i Nudi, chiamavano quelli come lui.

    La virgola è di troppo, sta tra soggetto e predicato.

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    «Affermativo» disse Dario, digitando sullo schermo traslucido davanti a loro, i dati di volo.

    Così come sono, le virgole sono sbagliate. O ne aggiungi una dopo "digitando", o quella dopo "loro" va tolta perché epara soggetto e predicato.

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    «E noi gli restituiremo tutto in pochi secondi, mentre li teniamo come i Fattori segregavano i mammiferi da carne…»

    Non l'ho capita questa frase :huh:

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    «Come ti senti stamattina?» chiese Milena; era già vestita, anche i capelli, legati in un treccia, erano perfetti.

    Refuso: "una"

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    Arrivati alla fine davanti la Fontana,

    "davanti alla Fontana"

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    “Con l’aiuto degli Insegnamenti, la tua promessa unita alla mia, risuoneranno nel cielo degli Antichi.”

    "risuonerà", il soggetto è singolare.

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    Tutto va’ come…»

    "va" senza apostrofo, è terza persona, non seconda


    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    «A meno ché tu non creda che i Nudi facciano bene a costringerci qui!»

    "che", senza accento

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    Serse guardò lo scenario capovolgersi e ondeggiare per qualche istante, poi si sentì adagiato su qualcosa morbido.

    Manca un "di"

    CITAZIONE (Alessanto @ 1/10/2011, 00:02) 
    Parlò solo quando fu certa che tutto fosse andato per il vesto giusto;

    Refuso: "verso"
     
    .
  3. Alessanto
     
    .

    User deleted


    Grazie della lettura per quanto riguarda i tuoi dubbi credo che siano tutti spiegati nella prima parte.

    Ad esempio, quale è stata la causa scatenante dell'uso dei droni? I Vestiti hanno ucciso qualcuno?

    Le immagini si alternavano ciclicamente: un cadavere coperto di sangue tra le gambe e sul petto, un seno abbandonato sul marmo scuro di un marciapiede.

    E come, se a quanto pare sono chiusi in una specie di campo di concentramento?

    Passa campo di concentramento? Okay. Questo lo sistemo...

    EDIT
    Fatto!

    E perché c'è gente che si oppone tanto all'uso dei droni? Sembra quasi che siano un'arma di sterminio, ma alla fine tutto ciò che fanno è distruggere un impianto di soppressione emotiva, che a occhio e croce non è proprio una bella cosa da ritrovarsi impiantati in corpo, anche se (più o meno) volontariamente.

    «E la loro libertà? Chi ha detto che lo vogliano?»
    «Gli togliamo ciò in cui credono e li pieghiamo alle nostre necessità convertendoli ai nostri principi. Siamo consapevoli di ciò che sta accadendo attorno a questo tavolo?»
    Questione di principio... ;) e di punti di vista. Se una società lo reputa corretto può un'altra società imporre il "bene"?
     
    .
  4. Magister Ludus
     
    .

    User deleted


    Devo dire che ho fatto fatica a leggere la storia, l'ho trovata un po' confusionaria, non sono riuscito a capire dove è ambientata e chi sono i personaggi. Vagamente credo di aver capito il messaggio che vuoi lanciare.

    Altro problema sono i dettagli: nel senso che la storia manca di spiegazioni, sugli oggetti, gli eventi, l'ambiente.

    Voto 2.

    CITAZIONE
    Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Nicolas si schiarì la voce e precisò:
    «Prima della votazione, vorrei far rilevare che i droidi saranno distrutti dopo l’utilizzo.»

    Non serve andare a capo.

    «Non ho dubbi che i presenti abbiamo compreso: abbiano

    «Starai a casa nostra per tutta l’estate poi, andrai: la virgola dopo estate

    Il suono intermittente dell’S.S. di Milena lo scosse: che cosa è un S.S.?

    «“Gli abiti che indossano: virgolette dentro virgolette, forse è meglio il corsivo per una citazione.

    tutto fosse andato per il vesto giusto: verso
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Losco Figuro

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Alessanto @ 2/10/2011, 17:01) 
    CITAZIONE
    Ad esempio, quale è stata la causa scatenante dell'uso dei droni? I Vestiti hanno ucciso qualcuno?

    Le immagini si alternavano ciclicamente: un cadavere coperto di sangue tra le gambe e sul petto, un seno abbandonato sul marmo scuro di un marciapiede.

    Sì, le immagini le ho "viste", ma non le ho capite. Potrebbero significare qualunque cosa, anche un incidente stradale, tutto quello che so è che c'è un morto o più di uno.

    CITAZIONE (Alessanto @ 2/10/2011, 17:01) 
    CITAZIONE
    E perché c'è gente che si oppone tanto all'uso dei droni? Sembra quasi che siano un'arma di sterminio, ma alla fine tutto ciò che fanno è distruggere un impianto di soppressione emotiva, che a occhio e croce non è proprio una bella cosa da ritrovarsi impiantati in corpo, anche se (più o meno) volontariamente.

    «E la loro libertà? Chi ha detto che lo vogliano?»
    «Gli togliamo ciò in cui credono e li pieghiamo alle nostre necessità convertendoli ai nostri principi. Siamo consapevoli di ciò che sta accadendo attorno a questo tavolo?»
    Questione di principio... ;) e di punti di vista. Se una società lo reputa corretto può un'altra società imporre il "bene"?

    Ma quello che sembra a me leggendo il racconto è che i Vestiti subiscano comunque un'imposizione, il soppressore gli viene messo da ragazzini e non gli viene neanche davvero spiegato cosa sia (o così pare dal dialogo), quindi di quale libertà parliamo? :huh:
     
    .
  6. Alessanto
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (CMT @ 4/10/2011, 16:04) 
    CITAZIONE (Alessanto @ 2/10/2011, 17:01) 
    CITAZIONE
    Ad esempio, quale è stata la causa scatenante dell'uso dei droni? I Vestiti hanno ucciso qualcuno?

    Le immagini si alternavano ciclicamente: un cadavere coperto di sangue tra le gambe e sul petto, un seno abbandonato sul marmo scuro di un marciapiede.

    Sì, le immagini le ho "viste", ma non le ho capite. Potrebbero significare qualunque cosa, anche un incidente stradale, tutto quello che so è che c'è un morto o più di uno.

    CITAZIONE (Alessanto @ 2/10/2011, 17:01) 
    CITAZIONE
    E perché c'è gente che si oppone tanto all'uso dei droni? Sembra quasi che siano un'arma di sterminio, ma alla fine tutto ciò che fanno è distruggere un impianto di soppressione emotiva, che a occhio e croce non è proprio una bella cosa da ritrovarsi impiantati in corpo, anche se (più o meno) volontariamente.

    «E la loro libertà? Chi ha detto che lo vogliano?»
    «Gli togliamo ciò in cui credono e li pieghiamo alle nostre necessità convertendoli ai nostri principi. Siamo consapevoli di ciò che sta accadendo attorno a questo tavolo?»
    Questione di principio... ;) e di punti di vista. Se una società lo reputa corretto può un'altra società imporre il "bene"?

    Ma quello che sembra a me leggendo il racconto è che i Vestiti subiscano comunque un'imposizione, il soppressore gli viene messo da ragazzini e non gli viene neanche davvero spiegato cosa sia (o così pare dal dialogo), quindi di quale libertà parliamo? :huh:

    Sì, ma l'imposizione non è dei Nudi ma dei vestiti stessi; è parte integrante della loro "formazione".
    Nel pezzo successivo mi pare che questo sia chiaro:
    Nel dialogo in FB del protagonista viene detto:
    «Diventerai, uno di noi. E quando uscirai da lì indosserai quello» rispose, senza guardarlo, indicando una tunica candida appoggiata sul letto della Stanza della Vestizione.

     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Losco Figuro

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Alessanto @ 4/10/2011, 16:30) 
    Sì, ma l'imposizione non è dei Nudi ma dei vestiti stessi; è parte integrante della loro "formazione".
    Nel pezzo successivo mi pare che questo sia chiaro:
    Nel dialogo in FB del protagonista viene detto:
    «Diventerai, uno di noi. E quando uscirai da lì indosserai quello» rispose, senza guardarlo, indicando una tunica candida appoggiata sul letto della Stanza della Vestizione.

    È chiarissimo, ma resta un'imposizione. :)
    Se i miei genitori mi avessero costretto a camminare sulle mani non sarebbe stata meno imposizione perché veniva dai miei genitori, e anche se io alla fine l'avessi trovata normale e avessi costretto i figli che mai avrò a fare lo stesso sarebbe comunque rimasta un'imposizione (non l'avrei fatto di mia libera scelta ma perché plagiato a farlo).

     
    .
  8. Alessanto
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (CMT @ 4/10/2011, 19:03) 
    CITAZIONE (Alessanto @ 4/10/2011, 16:30) 
    Sì, ma l'imposizione non è dei Nudi ma dei vestiti stessi; è parte integrante della loro "formazione".
    Nel pezzo successivo mi pare che questo sia chiaro:
    Nel dialogo in FB del protagonista viene detto:
    «Diventerai, uno di noi. E quando uscirai da lì indosserai quello» rispose, senza guardarlo, indicando una tunica candida appoggiata sul letto della Stanza della Vestizione.

    È chiarissimo, ma resta un'imposizione. :)
    Se i miei genitori mi avessero costretto a camminare sulle mani non sarebbe stata meno imposizione perché veniva dai miei genitori, e anche se io alla fine l'avessi trovata normale e avessi costretto i figli che mai avrò a fare lo stesso sarebbe comunque rimasta un'imposizione (non l'avrei fatto di mia libera scelta ma perché plagiato a farlo).

    Sì. Ma considera se tu non la riconoscessi come un imposizione. Gradiresti che qualcuno ti costringesse a non ubidire a ciò che i tuoi ti hanno detto di fare? Non ci sarebbe qualcuno che potrebbe, anche dalla parte di quelli che stanno decidendo se far rispettare o meno gli insegnamenti dei tuoi avi, se è il caso o meno di imporre un nuovo costume.
    Pensa ai musulmani. Loro non mangiano maiale; troveresti giusto imporgli di mangiarlo?
    Il protagonista non sente alcuna imposizione; ha il dubbio che nella sua vita manchi qualcosa ma, in ogni caso, i Nudi si creano il dubbio (dialogo iniziale) se intervenire o no.
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Losco Figuro

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Alessanto @ 4/10/2011, 19:30) 
    Sì. Ma considera se tu non la riconoscessi come un imposizione. Gradiresti che qualcuno ti costringesse a non ubidire a ciò che i tuoi ti hanno detto di fare?

    Che mi costringesse a non farlo no. Che mi rimettesse in piedi e mi consentisse di scegliere se tornare a stare sulle mani o no sì.

    CITAZIONE (Alessanto @ 4/10/2011, 19:30) 
    Non ci sarebbe qualcuno che potrebbe, anche dalla parte di quelli che stanno decidendo se far rispettare o meno gli insegnamenti dei tuoi avi, se è il caso o meno di imporre un nuovo costume.
    Pensa ai musulmani. Loro non mangiano maiale; troveresti giusto imporgli di mangiarlo?

    Ma i musulmani non lo mangiano per scelta, per la loro religione. Se un musulmano un giorno decide di cambiare religione, diventare seguace del grande mostro di spaghetti volante e mettersi a dieta di pancetta lo può fare, nessuno gli ha impiantato un chip che lo farebbe vomitare se mangiasse un pezzetto di maiale.
    Dal tuo racconto emerge che i Nudi tolgono ai Vestiti l'impossibilità di scegliere. Non li obbligano a fare una scelta, li mettono nelle condizioni di poterne fare una.

    CITAZIONE (Alessanto @ 4/10/2011, 19:30) 
    Il protagonista non sente alcuna imposizione;

    Per forza, non può! ^__^;

     
    .
  10. Alessanto
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (CMT @ 5/10/2011, 08:43) 
    CITAZIONE (Alessanto @ 4/10/2011, 19:30) 
    Sì. Ma considera se tu non la riconoscessi come un imposizione. Gradiresti che qualcuno ti costringesse a non ubidire a ciò che i tuoi ti hanno detto di fare?

    Che mi costringesse a non farlo no. Che mi rimettesse in piedi e mi consentisse di scegliere se tornare a stare sulle mani o no sì.

    CITAZIONE (Alessanto @ 4/10/2011, 19:30) 
    Non ci sarebbe qualcuno che potrebbe, anche dalla parte di quelli che stanno decidendo se far rispettare o meno gli insegnamenti dei tuoi avi, se è il caso o meno di imporre un nuovo costume.
    Pensa ai musulmani. Loro non mangiano maiale; troveresti giusto imporgli di mangiarlo?

    Ma i musulmani non lo mangiano per scelta, per la loro religione. Se un musulmano un giorno decide di cambiare religione, diventare seguace del grande mostro di spaghetti volante e mettersi a dieta di pancetta lo può fare, nessuno gli ha impiantato un chip che lo farebbe vomitare se mangiasse un pezzetto di maiale.
    Dal tuo racconto emerge che i Nudi tolgono ai Vestiti l'impossibilità di scegliere. Non li obbligano a fare una scelta, li mettono nelle condizioni di poterne fare una.

    CITAZIONE (Alessanto @ 4/10/2011, 19:30) 
    Il protagonista non sente alcuna imposizione;

    Per forza, non può! ^__^;

    Esatto. Ma estremizzando il concetto di libertà non è una limitazione della stessa anche mettere nella condizioni di fare delle scelte, qualora gli usi e costumi di un popolo lo impediscono?
    I dubbi di alcuni dei Nudi sono proprio questi: loro vivono così; perché dobbiamo la loro libertà di farlo?
    Tornando ai musulmani. Se anche gli impiantassero un chip chi ha il diritto di toglierglielo?
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Losco Figuro

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Alessanto @ 5/10/2011, 09:15) 
    Esatto. Ma estremizzando il concetto di libertà non è una limitazione della stessa anche mettere nella condizioni di fare delle scelte, qualora gli usi e costumi di un popolo lo impediscono?

    Secondo me no.
    Il fatto stesso di impedire una scelta è repressione, che è l'esatto opposto della libertà.
    Scegliere di non fare una cosa è libertà. Essere messi in condizione di non poter scegliere se farla o no è dittatura/oppressione/lavaggio del cervello, chiamalo come vuoi, ma decisamente non è libertà.

    CITAZIONE (Alessanto @ 5/10/2011, 09:15) 
    I dubbi di alcuni dei Nudi sono proprio questi: loro vivono così; perché dobbiamo la loro libertà di farlo?
    Tornando ai musulmani. Se anche gli impiantassero un chip chi ha il diritto di toglierglielo?

    La domanda che farei io è: chi ha il diritto di metterglielo?
    Se domani venisse fuori una legge che ti obbliga ad andare in giro per strada ammanettato ti sentiresti libero? :huh:

    Io non sono cattolico. Sono stato battezzato, ovviamente non per mia scelta dato che non ero in grado di intendere e volere, ma una volta adulto ho potuto scegliere io la mia strada da quel punto di vista. Non vedo il significato del battesimo che ho ricevuto, ma averlo ricevuto non mi ha impedito di compiere le mie scelte a posteriori, quindi amen.
    Ma se in qualche modo arcano il battesimo mi avesse costretto a essere cattolico fino alla morte, senza poter scegliere, che genere di libertà sarebbe stata? Avrebbe deciso qualcun altro per me, senza interpellarmi o darmi possibilità di modificare queste decisioni, perciò ben venga chiunque mi dia possibilità di annullare la cosa e decidere liberamente cosa essere. Poi potrei anche decidere comunque di essere cattolico, ma sarebbe una mia libera scelta.


     
    .
  12. Alessanto
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (CMT @ 5/10/2011, 10:28) 
    CITAZIONE (Alessanto @ 5/10/2011, 09:15) 
    Esatto. Ma estremizzando il concetto di libertà non è una limitazione della stessa anche mettere nella condizioni di fare delle scelte, qualora gli usi e costumi di un popolo lo impediscono?

    Secondo me no.
    Il fatto stesso di impedire una scelta è repressione, che è l'esatto opposto della libertà.
    Scegliere di non fare una cosa è libertà. Essere messi in condizione di non poter scegliere se farla o no è dittatura/oppressione/lavaggio del cervello, chiamalo come vuoi, ma decisamente non è libertà.

    CITAZIONE (Alessanto @ 5/10/2011, 09:15) 
    I dubbi di alcuni dei Nudi sono proprio questi: loro vivono così; perché dobbiamo la loro libertà di farlo?
    Tornando ai musulmani. Se anche gli impiantassero un chip chi ha il diritto di toglierglielo?

    La domanda che farei io è: chi ha il diritto di metterglielo?
    Se domani venisse fuori una legge che ti obbliga ad andare in giro per strada ammanettato ti sentiresti libero? :huh:

    Io non sono cattolico. Sono stato battezzato, ovviamente non per mia scelta dato che non ero in grado di intendere e volere, ma una volta adulto ho potuto scegliere io la mia strada da quel punto di vista. Non vedo il significato del battesimo che ho ricevuto, ma averlo ricevuto non mi ha impedito di compiere le mie scelte a posteriori, quindi amen.
    Ma se in qualche modo arcano il battesimo mi avesse costretto a essere cattolico fino alla morte, senza poter scegliere, che genere di libertà sarebbe stata? Avrebbe deciso qualcun altro per me, senza interpellarmi o darmi possibilità di modificare queste decisioni, perciò ben venga chiunque mi dia possibilità di annullare la cosa e decidere liberamente cosa essere. Poi potrei anche decidere comunque di essere cattolico, ma sarebbe una mia libera scelta.

    Se mi avessero detto/insegnato che ammanettato è buono, sì. E non vorrei che qualcuno mi costringesse a fare il contrario: i vestiti vogliono reprimere le loro emozioni? Okay. Qualcuno pensa che anche quella sia libertà. Questo è ciò che emerge dal dialogo iniziare del racconto.

    Ammetterai, però, che quanto asserisci, implica di fatto arrogare a qualcuno il diritto di modificare la vita altrui secondo il proprio esclusivo punto di vista.

     
    .
  13. federica68
     
    .

    User deleted


    ciao Antonio

    ci sono diverse sviste, nulla che tu non possa sistemare rileggendo, ma il problema principale che mi sembra di aver riscontrato in questo racconto non sono le sviste, ovviamente. Quelle sono un incidente di percorso :-)

    il racconto in se stesso invece mi ha lasciata molto perplessa, ho fatto una fatica terribile a seguire quel che succede e in molti punti sono rimasta con l'amaro in bocca per la mancanza di spiegazioni su ciò che accade e perchè

    mi sembra un concentrato di concetti non sviluppati.

    sembra che ci sia una specie di campo di concentramento ma non si capisce chi lo ha impiantato, e perchè. Non si capisce quale sia la causa scatenante dell'assalto al generatore di impulsi o quello che è. Si capisce che ci sono dei morti ma non si capisce come sono morti e in quale relazione stanno col contesto.
    Non si capisce per quale motivo i Nudi e i Vestiti sembrano detestarsi l'un l'altro, visto che in realtà sembrano due blocchi sociali senza interrelazioni di alcun genere (fatto salvo il dubbio sul campo di concentramento che dicevo all'inizio), e per quale motivo alla fine venga deciso l'attacco.
    Ho letto i commenti sulla libertà/non libertà, e se il nucleo del racconto è quello, tempo che sia talmente sottinteso che non si capisce. Almeno, io non l'ho capito.

    nel complesso il racconto dà l'impressione di molto retroterra dato per sottinteso e scontato, molto, troppo. Al punto da rendere arduo capire il racconto stesso, la sua essenza, il suo "perchè", non so come spiegarmi. È come se ti fossi tenuto per te troppi dettagli chiarificatori, in un certo senso.

    una specie di massa puntiforme con densità media tendente a infinito, se mi passi l'espressione decisamente esagerata lo ammetto, ma rende l'idea :-)



    così com'è, non posso andare oltre il 2 mi dispiace, non volermene


     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Losco Figuro

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Alessanto @ 5/10/2011, 10:38) 
    Se mi avessero detto/insegnato che ammanettato è buono, sì.

    Ti avrebbero plagiato, appunto.

    CITAZIONE (Alessanto @ 5/10/2011, 10:38) 
    E non vorrei che qualcuno mi costringesse a fare il contrario:

    E come potresti non volerlo? Per te non esisterebbe il contrario, non avresti alcun termine di paragone per volere o non volere qualcosa.

    CITAZIONE (Alessanto @ 5/10/2011, 10:38) 
    i vestiti vogliono reprimere le loro emozioni? Okay.

    No, non vogliono, gli viene imposto, gli vengono soppresse prima che possano avere facoltà di scegliere se vogliono o meno, sta lì la differenza.
    Prendi i vulcaniani di Star Trek. Anche loro sopprimono le emozioni, ma è una scelta cosciente, devono farla volutamente e addestrarsi per sopprimerle. Se uno di loro decidesse di smettere di farlo potrebbe, non ci sarebbe niente a impedirglielo.
    Questa è libertà.

    CITAZIONE (Alessanto @ 5/10/2011, 10:38) 
    Ammetterai, però, che quanto asserisci, implica di fatto arrogare a qualcuno il diritto di modificare la vita altrui secondo il proprio esclusivo punto di vista.

    Non è affatto questo che ho detto. Se tu sei convinto di dover stare ammanettato e qualcuno ti toglie le manette che problema c'è? Te le rimetti. Non ha modificato la tua vita, al massimo ti ha infastidito per il tempo necessario a riammanettarti.
    Se però tu vieni messo di fronte al fatto che no, tutto sommato non è bene stare ammanettati, e le manette le lasci perdere da allora in poi, quel qualcuno ti ha fatto un grande favore aprendoti gli occhi.
    L'idea di "visto che fa questo vuol dire che vuole farlo" è pericolosa, sarebbe come legittimare tutte le sette che fanno il lavaggio del cervello ai loro discepoli.

     
    .
  15. Alessanto
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (federica68 @ 5/10/2011, 12:27) 
    ciao Antonio

    ci sono diverse sviste, nulla che tu non possa sistemare rileggendo, ma il problema principale che mi sembra di aver riscontrato in questo racconto non sono le sviste, ovviamente. Quelle sono un incidente di percorso :-)

    il racconto in se stesso invece mi ha lasciata molto perplessa, ho fatto una fatica terribile a seguire quel che succede e in molti punti sono rimasta con l'amaro in bocca per la mancanza di spiegazioni su ciò che accade e perchè

    mi sembra un concentrato di concetti non sviluppati.

    sembra che ci sia una specie di campo di concentramento ma non si capisce chi lo ha impiantato, e perchè. Non si capisce quale sia la causa scatenante dell'assalto al generatore di impulsi o quello che è. Si capisce che ci sono dei morti ma non si capisce come sono morti e in quale relazione stanno col contesto.
    Non si capisce per quale motivo i Nudi e i Vestiti sembrano detestarsi l'un l'altro, visto che in realtà sembrano due blocchi sociali senza interrelazioni di alcun genere (fatto salvo il dubbio sul campo di concentramento che dicevo all'inizio), e per quale motivo alla fine venga deciso l'attacco.
    Ho letto i commenti sulla libertà/non libertà, e se il nucleo del racconto è quello, tempo che sia talmente sottinteso che non si capisce. Almeno, io non l'ho capito.

    nel complesso il racconto dà l'impressione di molto retroterra dato per sottinteso e scontato, molto, troppo. Al punto da rendere arduo capire il racconto stesso, la sua essenza, il suo "perchè", non so come spiegarmi. È come se ti fossi tenuto per te troppi dettagli chiarificatori, in un certo senso.

    una specie di massa puntiforme con densità media tendente a infinito, se mi passi l'espressione decisamente esagerata lo ammetto, ma rende l'idea :-)



    così com'è, non posso andare oltre il 2 mi dispiace, non volermene

    Grazie per la lettura.
    Per il resto, credimi, faccio molta fatica a scrivere senza dialoghi e inserire tutto mi viene molto difficile (senza rendere i racconti troppo lunghi) certe volte mi sento prigioniero dello Show don't tell; mi sento di scrivere male quando mi trovo a fare digressioni o a inserire pezzi dove nessuno agisce. Non so.
     
    .
22 replies since 30/9/2011, 23:02   334 views
  Share  
.