L'ultimo anno
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L'ultimo anno

di Lorenzo Marone

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  1. lorenzomarone
     
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    L’ultimo anno


    “O fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire, io scelsi di vivere.”
    Dal film Le ali della Libertà (1994)





    Ieri è stato il mio ultimo compleanno.
    No, non sono morto, ma lo sarò a breve. Ho sessant’anni e ventiquattrore fa mi sarei dovuto uccidere. Non l’ho fatto e non lo farò.
    Eppure mi ero preparato, sapevo di non avere scelta. Nessuno può superare i sessant’anni. Nessuno. Io ho vissuto un giorno in più. Sono un uomo fortunato.
    Avevo deciso che non mi avrebbero ammazzato, mi sarei tolto la vita io, senza rimpianti, senza indecisioni. Ma ora ho cambiato idea, se vogliono la mia pelle, dovranno venire a prendersela.
    A quest’ora mi staranno già cercando. Mi devono fare fuori. Una regola è una regola. E poi è per il bene dell’umanità, per una giusta causa. Lo comprendo, davvero, solo che in questo momento non posso morire, devo fare un’ultima cosa ancora. La più importante della mia vita.
    Vivo in una società che ti prepara fin da giovane alla morte, che ti inculca l’idea che al compimento del sessantesimo anno di età è finita, si deve premere l’interruttore off. Siamo diventati troppi sulla terra, il mondo sta scoppiando, e in qualche modo si deve pur fare. Non ci sono più le risorse per tutti. E così si è deciso. Gli anziani vanno eliminati, prima che diventino un inutile peso per la società. D’altronde, spazio non ce n’è, e se qualcuno deve essere soppresso, è bene che sia una persona anziana, che nulla ha più da dare alla collettività. L’ho sempre vista anch’io così, almeno fino a un anno fa. Non ho pianto quando ho visto mio padre allontanarsi di casa con le lacrime agli occhi, non mi sono disperato quando mia madre mi ha dato l’ultimo bacio prima di farsi portare via. Perché ero già abituato all’idea, già preparato. Nel corso dei secoli siamo riusciti a far diventare anche la morte una pratica burocratica da sbrigare.
    Ma la realtà è che anche se ti preparano per un’intera vita ad affrontare quel momento, poi quando arriva, provi lo stesso terrore e panico, anche se sai di non avere scelta e che il tuo è un gesto di amore, un dono per l’umanità. L’hanno chiamato il “Piano di Solidarietà”. Ammazzati, così da permettere al mondo di continuare il proprio cammino.
    L’ultimo anno di età è obbligatorio frequentare il “corso di avvicinamento”. Serve per analizzare tutto nei minimi dettagli, per far fronte a eventuali errori o crisi di panico. In una delle lezioni ti spiegano anche cosa fare per tagliarti in modo corretto le vene. Nulla è lasciato al caso. Alla fine ti danno anche un bel diploma e una foto ricordo di tutto il gruppo. Il diploma l’ho buttato nel cesso, la foto ricordo ce l’ho ancora nel portafogli.
    Un anno è lungo, e anche se non si potrebbe, nascono amicizie, in alcuni casi amori. Lo Stato non vuole che vi siano coinvolgimenti fra i partecipanti, perché l’amore è il più forte antidoto alla morte. Se ci s’innamora di qualcuno, ci s’innamora della vita. E non ci si può innamorare della vita, altrimenti non si ha il coraggio di abbandonarla. Quindi, nessun progetto, nessun rapporto, nessuna novità. A molti è sconsigliato anche conoscere eventuali nuovi nipoti che dovessero nascere. Occorre imparare a eliminare qualsiasi emozione. A questo ci preparano. A perdere la speranza. E di solito ci riescono.
    A oggi, infatti, il “Piano di Solidarietà” è un successo e ha permesso agli uomini di continuare a sopravvivere, nonostante la terra ormai sia satura, nonostante ci sia ben poca fiducia nel futuro. Grazie al Piano il numero di abitanti del pianeta è in continua diminuzione.
    Però, si sa, la vita è più forte di qualunque piano. E così succede che t’innamori di una persona, di un cane, di un nuovo scopo e il loro bel progetto di solidarietà va a farsi fottere. Non ti uccidi più, tenti di farla franca. Ma nessuno ci riesce. Prendono tutti e sarà così anche per me.
    Io ero pronto fino a pochi mesi fa. Avevo seguito il piano in ogni dettaglio, mi ero isolato da famiglia e amici. Credevo di poter decidere della mia vita. Nessuno me ne avrebbe privato, sarei stato io ad andarmene, senza fare troppe storie, senza dare fastidio ad alcuno. Come mi sbagliavo.
    La vita non ti fa decidere da solo, se non in rarissimi casi.
    Un giorno ho incontrato una donna. Stavo tornando a casa dopo il corso, come ogni sera. Pioveva. Lei mi si è avvicinata e mi ha chiesto se poteva ripararsi sotto l’ombrello. Così abbiamo percorso la strada assieme. Sapevo che non avrei dovuto intrattenermi con lei, non avrei dovuto parlarle, ma Dio, quant’era bella. Un angelo biondo apparso all’improvviso al mio fianco, che parlava e sorrideva. E profumava. Ricordo ancora quell’odore così penetrante. Non riuscivo ad ascoltarla tanto ero intento ad assaporarne l’essenza. Abitava nella mia stessa via e lavorava nella zona in cui io frequentavo il corso. Così potevamo percorrere il tragitto insieme ogni giorno. All’epoca pensai fosse una coincidenza, un semplice caso. Poi, invece, ho capito che la vita stessa è fatta di coincidenze, di caso, di brevi attimi da cogliere al volo. Attimi che cambiano il tuo percorso per sempre. E il mio è cambiato, eccome se è cambiato.
    Lei aveva trentanove anni e un figlio a casa. Io le mentii. Le dissi di avere quarantanove anni e di lavorare ancora. A pensarci oggi fu quello il momento esatto in cui decisi, seppur inconsciamente, di voler continuare a vivere. Quella piccola grande bugia segnò la svolta del mio percorso. Se avessi detto la verità, che mi rimaneva un anno di vita, lei mi avrebbe allontanato. Nessuno dà confidenza a uno sconosciuto che di lì a un anno morirà. Nessuno vuole soffrire. Per questo ho mentito, per poterla rivedere.
    Una decina di giorni dopo il nostro primo incontro m’invitò a salire da lei per cena. Non avrei dovuto farlo, ma ormai avevo perso qualsiasi controllo sulla mia vita, volevo solo stare con lei, il più possibile. Conobbi il figlio, aveva tre anni ed era bellissimo, come la madre. Il padre non esisteva, non era mai esistito, così mi disse. C’erano solo lei e il piccolo. A un certo punto mi chiese di prenderlo in braccio, così che lei potesse andarsi a cambiare. Esitai per un attimo, solo un breve momento, ma lei se ne accorse, ora lo so.
    Non potevo abbracciare un bambino, era contro qualsiasi regola, un gesto ancor più significativo di quanto avessi fatto fino a quel momento. Le istruzioni ricevute al corso mi balenavano ancora nel cervello. Alla fine, però, presi il bimbo e mi dimenticai di qualsiasi regola.
    La nostra relazione è stata come un’esplosione improvvisa. Certo, non sono così ingenuo da credere che lei fosse perdutamente innamorata di me, ho sempre pensato che più che altro avesse bisogno di qualcuno, di un uomo che si prendesse cura di lei e del bambino. Ma non m’importava, se loro avevano bisogno di me, io avevo bisogno di loro. Eravamo pari.
    Sono riuscito a mentire sulla mia età per alcuni mesi, fino alla settimana scorsa, quando lei, per caso, per una semplice coincidenza, mi ha visto uscire dal corso. Ci siamo fissati da lontano, senza parlare, e quello sguardo non lo posso più dimenticare. L’ho ingannata, lo so, ma non l’ho fatto con cattiveria. Ero solo innamorato di lei, del bambino, della sua casa, della vita insieme. Tutto il resto non contava più. La morte poteva attendere.
    Al corso non ascoltavo neanche più le lezioni, cercavo di distrarmi, di convincermi che fosse tutto un incubo, che non fosse vero che mi rimanessero pochi mesi. Pensavo solo che una volta uscito da lì c’era lei ad aspettarmi, che avremmo fatto l’amore, cucinato insieme, messo a letto il bambino. Ed ero felice. Per mesi ho vissuto due vite. Una reale e una fittizia. Ma ancora adesso non so dire quale sia stata l’una e quale l’altra.
    Lei non mi ha voluto più vedere, non mi ha più risposto e ha cambiato anche strada per andare al lavoro, pur di non incontrarmi. Non mi ha dato neanche la possibilità di spiegarmi, di scusarmi. Nulla, sparita dalla mia vita, da quel poco che ne rimaneva.
    Dopo un paio di settimane mi sono arreso, non l’ho più cercata. Tanto mi restava da vivere solo un altro mese. Mi sono ritirato ancora una volta in me stesso, di nuovo concentrato sul mio unico obiettivo. Uscivo solo per andare al corso.
    Così sono arrivato a ieri, l’ultimo giorno della mia vita. Il mio compleanno.
    Avevo già svolto tutte le pratiche, dovevo solo farla finita. Avevo tempo fino alla mezzanotte per ingurgitare un mix di barbiturici, come aveva fatto mio padre tanto tempo prima. Mi sarei addormentato e stop.
    Ma l’ho già detto, la vita riserva sempre delle sorprese, anche quando pensi che sia tutto finito. E così, un attimo prima che mi accingessi a compiere l’ultimo atto, hanno bussato alla porta. Sono rimasto in silenzio, sperando che, chiunque fosse, se ne andasse. Ma non è stato così. Sono andato ad aprire. Di fronte a me c’era lei, il viso rigato di lacrime. Mi ha guardato senza parlare per un tempo che mi è parso infinito. Il cuore mi batteva impazzito. Ho ringraziato Dio per avermi fatto ritardare l’assunzione dei medicinali, per avermi dato la possibilità di rivedere ancora una volta il suo volto. Ho pensato fosse venuta a salutarmi, invece, alla fine ha detto:
    - Sono incinta.
    Ancora adesso non so definire quello che ho provato. È stato come se lei mi avesse teso il braccio per farmi uscire dalla fossa. Ero passato in pochi minuti dalla morte alla vita. Poche persone al mondo possono dire di aver provato una simile sensazione.
    Sono scoppiato in un lungo pianto. Lei mi ha abbracciato e ancora una volta ho sentito quel bellissimo profumo. Era la vita che con tutta la sua forza aveva deciso di tornare ancora una volta da me. Questa volta non l’avrei tradita.
    Così siamo scappati lontano, senza fermarci. So che mi prenderanno, prima o poi mi prenderanno, ma voglio tentare. Spero di esserci quando nascerà mio figlio, spero di poterlo guardare almeno una volta prima di andarmene.
    Se ci riuscirò, potrò dire di non aver sprecato l’occasione che la vita mi ha offerto.
    Perché alla fine, o fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire.
    Io ho scelto di vivere.




     
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  2. Alessanto
     
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    Letto.

    Spunto interessante (molto) ma realizzazione che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Tutto troppo riassuntato. Capisco che è una cronaca ma scegliendo di non inserire dialoghi lo costringi a una piattezza che non merita. Se noti non traspare nessun sentimento, lui dice cosa provava ma non avviene altro. Anche il momento in cui lei dice che è incinta, che dovrebbe essere il momento più drammatico e trascinante rimane un po' in canna. Inesploso insomma.
    Come prima persona non è malvagia ma ci sono dei passaggi in cui (tipico questo della prima) in cui si torna su concetti già espressi raccontandoli solo con parole diverse.

    Siamo tra il 2 e il 3.
    Metto...


    2
    Per lo spunto un po' buttato via.

    Saluti!
     
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  3. rehel
     
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    [/SPOILER]Sì, ottima idea. Non originalissima, ma più che valida e avrebbe meritato un'esposizione più ampia e curata, con dialoghi, scene, ecc. Credo anche ci andrebbero più dettagli che mostrino la costrizione di vivere in questo mondo asfittico e super affollato, a suo modo claustrofobico. E poi una cultura che privilegia il "giovanilismo" e il vitalismo a scapito dell'esperienza e dei pregi della terza età. Immagino slogan che inneggiano al risparmio di risorse, di energia, di tempo sopprimendo gli ultrasessantenni. Slogan ossessivi, irradiati dappertutto, a scuola, nelle metro, alla TV.
    C'è tutta una serie di cose che puoi sfruttare alla grande.
    Così soffre dell'effetto di avere detto troppo e mostrato troppo poco, contravvenendo alla buona regola classica.
    Potrebbe starci anche una vicenda ben più lunga, magari con un seguito. Loro che scappano e trovano una comunità ribelle di anziani che hanno rifiutato di morire. Ecc.Ecc.
    E poi ci vedo un antagonista. Penso che dovrebbe essere un curatore, uno che si occupa di una singola persona che compirà i 60 anni. Tutti ne avranno uno che li seguirà nel corso dell'ultimo anno. Sarà proprio lui a dargli la caccia, a inseguirlo per tentare di sopprimerlo. Non un cattivo puro e duro, ma uno normale che è convinto di compiere un dovere fondamentale nei confronti della società.
    Scusami se ti dò questi suggerimenti, ma la fantasia mi è partita in quarta... :)
    Noto una piccolo sfasatura. All'inizio lui dice che ieri era il suo compleanno, il 60°. Alla fine narra che sono scappati, che li prenderanno, ecc. Ecco, non dovrebbe esserci qualcosa che segnala a me lettore che la narrazione si è spostata avanti di alcuni giorni?
    Penso anche che lui si sia abbassato troppo l'età, da 60 a 49 ritengo si noti la differenza; io farei 53 o 54. Un piccolo dettaglio, un'inezia, ma lo renderebbe più credibile.
    Difficile votare. Direi 2.
    [SPOILER]
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    Losco Figuro

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    Il racconto è interessante anche se l'idea di fondo sembra un po' tirata per i capelli
    non tanto l'idea del far ammazzare la gente al compimento del sessantesimo anno - per quanto sia forse un termine prematuro nella società odierna in cui a quell'età si sta ancora lavorando - quanto il fatto che ci si affidi al fai da te e alla fiducia col rischio che qualcuno si limiti a filarsela

    La narrazione è scorrevole e ho pochi appunti sul testo. Il ritmo forse è un po' lento, ma considerato il punto di vista da cui viene narrato ha anche senso.
    Voto 3.

    CITAZIONE (lorenzomarone @ 1/10/2011, 00:01) 
    No, non sono morto, ma lo sarò a breve. Ho sessant’anni e ventiquattrore fa mi sarei dovuto uccidere. Non l’ho fatto e non lo farò.

    "ventiquattr'ore", senza l'apostrofo è la valigetta.

    CITAZIONE (lorenzomarone @ 1/10/2011, 00:01) 
    Ma la realtà è che anche se ti preparano per un’intera vita ad affrontare quel momento, poi quando arriva, provi lo stesso terrore e panico

    Virgole da rivedere, è spezzata male la frase

    CITAZIONE (lorenzomarone @ 1/10/2011, 00:01) 
    L’ultimo anno di età è obbligatorio frequentare il “corso di avvicinamento”.

    Direi "Durante l'ultimo..."

    CITAZIONE (lorenzomarone @ 1/10/2011, 00:01) 
    Un anno è lungo, e anche se non si potrebbe, nascono amicizie, in alcuni casi amori.

    Eviterei l'anacoluto, meglio "anche se non dovrebbero"

    CITAZIONE (lorenzomarone @ 1/10/2011, 00:01) 
    Pensavo solo che una volta uscito da lì c’era lei

    "ci sarebbe stata"

    PS: non ti sei dato il 4 regolamentare
     
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  5. Nozomi
     
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    Eccomi qui! :)

    Racconto pulito, stilisticamente molto buono, a tratti piuttosto commovente. L'idea non è certo nuova (basti pensare a "L'Esame" di Richard Matheson, cui forse ti sei ispirato) ma è sfruttata con garbo e semplicità. Forse il difetto del racconto sta proprio nell'eccessiva semplicità, accentuata anche dalla sua brevità.
    Qualche neo, robetta.
    Far passare un 60enne per un 49enne, beh, beh... diciamo che se li portava bene, dai. Se lei rimane incinta, dovresti almeno parlare almeno un pochino della loro relazione, invece solo nove parole, le ho contate! (Sono un''inguaribile romantica, lo so :lol: ).
    Infine ho trovato un po' di ridondanze nell'esposizione degli aspetti sociologici di questo mondo alternativo o futuro.
    Nel complesso direi un tre stiracchiato. Secondo me, potresti un po' allungarlo e arricchirlo di particolari per renderlo ancora più interessante.

    Baci, G! :wub:
     
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  6. michele schirinzi
     
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    Eccomi.
    Il racconto si legge bene fino alla fine, anche se rispetto a quello del mese precedente è meno coinvolgente e manca di un finale incisivo. La storia è anche un po' prevedibile, sa di già letto, anche se la memoria adesso non mi aiuta. Il linguaggio m'è sembrato un po' limitante, con frasette brevi, dalla struttura elementare, volte a una narrazione dei fatti un po' troppo spiegata, quasi al limite dell'infodump. Non mi sono imbattuto in passaggi di particolare bellezza, come invece avevi saputo trovare nel racconto precedente.
    Insomma un passetto indietro rispetto alla volta scorsa.
    Per me è 2.

    P.S. Ah, vedo che Nozomi ha individuato il racconto a cui ti saresti ispirato per lo spunto, Richard Matheson...
     
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  7. margaca
     
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    Bel racconto, da 4 se fosse stato sviluppato meglio. Così sa troppo di resoconto, una bella storia trasformata in un veloce riassunto. Scorre bene, commuove e coinvolge, ma la scelta stilistica lo penalizza fortemente. Sarebbe un 2 e mezzo, ma visto che questa frase è straordinaria (Se ci s’innamora di qualcuno, ci s’innamora della vita. E non ci si può innamorare della vita, altrimenti non si ha il coraggio di abbandonarla) arrotondo a 3. Un appunto: un 60nne che si spaccia per un 49nne...
     
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  8. maodante
     
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    Ciao, mi sono iscritto da poco e questo è il mio primo commento... wow, emotion!
    Allora, ti ho dato voto 2, poiché l’idea di base poteva essere interessante, ma lo sviluppo non è stato tale.
    Il protagonista, secondo me, non ha il tempo di attecchire nel cuore del lettore, come la sua storia, che scorre fin troppo speditamente, dando quasi l’impressione di essere più riassunta che raccontata.
    Bella la citazione dal film!

    Ciao!
     
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  9. Fini Tocchi Alati
     
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    Ciao Lorenzo,
    purtroppo non posso fare che accodarmi alle precedenti osservazioni: molto buona l'idea, lo sviluppo lascia l'amaro in bocca. In effetti sembra essere più che altro un resoconto, quasi un soggetto meritevole di essere sceneggiato (l'idea è molto cinematografica).
    Nella prima frase c'è un pensiero che secondo me stona con il resto del racconto. Quando cioè lui dice: "No, non sono morto, ma lo sarò a breve.", credo che traspaia una rassegnazione che invece nel racconto non c'è, né mi pare tu voglia rendere. Infatti ce lo descrivi molto determinato a continuare a vivere per sé e per le sue nuove ragioni di vita.
    In definitiva, il mio voto è 2.

    A rileggerti.
     
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  10. Magister Ludus
     
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    Buona la forma e anche l'idea. Anche se mi ha ricordato un filmetto visto anni fa, ma la situazione era differente, c'era una comunità che aveva trovato il modo di campare fino a 100 anni, poi ti ammazzavano, annegandoti...

    Voto un 3 pieno.

    Ventiquattrore: forse scritta così si intende la borsa
     
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9 replies since 30/9/2011, 23:01   194 views
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