Codice binario

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  1. .:Lady Ice:.
     
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    Uno e zero.
    Acceso e spento.

    Luke si morse le unghie con voracità, come se fosse affamato della sua stessa carne.
    Sullo schermo nero davanti a lui continuava a lampeggiare il cursore bianco.
    Bianco e nero.
    Abbassò lo sguardo sui due pulsanti alla base del monitor: sul primo una lineetta verticale, sul secondo un cerchio.
    Le ginocchia iniziarono a dolergli e dovette alzarsi, sgranchire le gambe.
    Iniziò a fare il giro attorno alla cella, una cella perfettamente cilindrica, come una torre, come il fondo di un pozzo. Alcuni metri sopra di lui le sbarre tagliavano fuori la notte. Una lampada d’emergenza alla parete era l’unica fonte di luce. Oltre al trattino che ammiccava sullo schermo.
    Percorse con le dita le fessure nella pietra. Facevano il giro attorno a tutta la cella, scavate a intervalli regolari di una ventina di centimetri, correvano parallele come binari ricurvi, distribuiti fino a un’altezza di un paio di metri.
    Binari, codici binari. Luke sghignazzò isterico.
    Non si ricordava neppure come fosse finito lì. La notte prima si era preso una sbronza di quelle memorabili e quando si era svegliato si era ritrovato ingabbiato, con quello schermo che lo fissava come una finestra sul nulla e solo due pulsanti a disposizione.
    Non aveva ancora avuto il coraggio di premerli. Prima doveva pensare.
    Era passato un giorno intero.
    Ma forse aveva trovato la soluzione. Doveva essere così.
    Contò tutte le fessure nella parete, erano dieci.
    Uno e zero.
    Ma non si sarebbe fatto fregare. Fece un rapido calcolo: dieci in codice binario era...
    Tornò allo schermo e spinse deciso i tasti: 1010.
    Un rumore metallico e le lame a mezzaluna emersero dalle fessure, cogliendolo impreparato.
    Furono l’ultima cosa che vide.
     
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  2. Ashait
     
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    Spiazzante. Il migliore che ho letto, fino ad adesso. Ottima l'interpretazione del tema, credibile la soluzione al problema trovata dal personaggio e decisamente inatteso il finale.
    Bravissima. Davvero
     
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  3. KillerQueen
     
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    La soluzione, in realtà, qual era? Credo che se lo siano chiesti tutti!
    L'interpretazione è originale, tra quelli che ho letto finora sei stata l'unica a pensare al codice binario, poi per un gusto personale ho un debole per i finali tragici: se si fosse salvato l'avrei trovato meno interessante! XD
    CITAZIONE
    Fece un rapido calcolo: dieci in codice binario era...

    Visto che ha avuto un giorno per pensare, credo che sarebbe stato meglio qualcosa come "calcolò per l'ennesima volta", qualcosa del genere.
    Alla prossima!
     
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  4. Epoch
     
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    Complimenti: non si capisce assolutamente dove il protagonista si trovi, perché e a che diavolo serva il codice binario! Ottima intuizione, a proposito, per interpretare il tema. E non male la suspance non fugata neppure all'ultimo, perché resta l'interrogativo su quelle lame: il codice digitato innescava un meccanismo diabolico? Ma allora ha sbagliato numero? O invece era proprio previsto che il prigioniero fosse artefice della propria fine? Brava.
     
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  5. Frank Colton
     
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    Approccio originalissimo e piuttosto affascinante: complimenti!
    Lo stile è scorrevole, ben delineato con un ritmo che condiziona la suspense, il lettore, in questo caso, accompagna i dubbi e le certezze di Luke sino al suo epilogo. A differenza di altri io l'ho trovato esattamente esaustivo e autoconclusivo, senza bisogno di spiegazioni o passaggi ulteriori.
    Unica nota che ti posso fare riguarda la parola "cella" che in uno spazio limitato (a circa metà) viene ripetuto in maniera che non mi piace "cella/una cella (...) tutta la cella" ma, data la competizione e il genere di limiti di spazio e tempo attribuiti, beh, è totalmente trascurabile. Posso solo dirti pertanto: Brava!
     
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  6. giudappeso
     
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    Minimalista come la cella del protagonista, fila liscio fino alla conclusione e il non sapere come sia finito lì alla fine non disturba quanto si può pensare all’inizio. Forse questo suo essere concentrato e diretto lo rende un po’ troppo asciutto e asettico, ma è parte della sua composizione. Mi ha spiazzato, e questo è positivo.
     
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  7. tzenobite
     
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    beh, spiazza per l'interpretazione informatica di "binario", anche se non trovo lo "storto" ;-). mi piace molto per com'e' scritto, la storia mi lascia perplesso, a me pare che l'azione si possa svolgere in pochi minuti, se e' passato un giorno intero cos'ha fatto nel resto del tempo?
    se posso un'annotazione: i simboli sui due pulsanti lui li vede come una linea e un cerchio, non dici quando li traduce per 1 e 0 o forse non l'ho individuato io :-)
     
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  8. strellima
     
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    Ciao lady!
    Questo racconto è ineccepibile, per me, dal punto di vista formale. Inoltre trovo che abbia non solo rispettato perfettamente il tema, ma che lo abbia fatto in maniera molto originale.
    L'unica pecca che potrei rilevare è una vaga sensazione di "già visto", dato che leggendolo mi sono tornati in mente Lost e The cube :)
    In ogni caso un buon racconto, con la giusta dose di mistero.
    A rileggerti presto,
    Alessandra
     
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  9. fra.maia
     
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    Mi è piaciuto. È scritto bene, scorre e la comprensione segue la velocità di lettura. L'ambientazione è claustrofobica e rende. Sta tutto compreso nello spazio senza forzature. Il tema mi sembra rispettato e anche in modo originale. L'unica nota negativa è che mi ha ricordato molto il film “Il cubo”, per la situazione. Ma non è un difetto troppo grave, finché resta una piacevole lettura, e questa lo è stata. Compreso il finale tagliente.
     
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  10. .:Lady Ice:.
     
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    Grazie a tutti per i commenti ^__^

    concordo sugli appunti fatti riguardo a quella frase sul rapido calcolo e al fatto che sia passato un giorno, è stata una modifica dell'ultimo minuto e avevo pensato a un'ambientazione notturna, ma penso di sistemare la cosa in fase di revisione.

    Il binario storto è il codice binario che va "storto" perché il protagonista pensa di salvarsi e invece finisce affettato :D

    la soluzione invece, la metto in spoiler perché non è indispensabile che si sappia, alimenta il mistero (l'intento del racconto è proprio non darla la soluzione)
    Non c'è una soluzione o lui sta fermo e non fa nulla sperando che arrivi qualcuno a spigare cosa sta succedendo o a liberarlo - con l'alternativa di morire di fame - oppure prova ad attivare il meccanismo dandosi una morte rapida. E' un gioco sadico che non ha motivi particolari, è stato solo preso un ubriaco a caso :P


    Avevo anche pensato di aggiungere alla fine la figura di un qualcuno - il carceriere che spunta per constatare che il soggetto ha fatto una brutta fine, ci penserò su in fase di revisione ^^

    L'ispirazione invece l'ho presa dagli enigmi di saw, però ora che mi ci fate pensare è vero somgilia anche al Cubo (ho tutti e tre i film nella mia videoteca in effetti XD)
     
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  11. Olorin
     
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    Dopo quello ferroviario, il tema informatico era quello che mi sarei atteso essere il più bazzicato, invece... solo il tuo racconto!
    Sinceramente la computazione del codice corretto a meno di dover morire, mi sembra un'interpretazione un po' banale. Del resto fa molto 'The cube' l'ambientazione che hai creato e forse proprio per discostartene, la stanza l'hai creata circolare. ;)

    Due osservazioni:

    CITAZIONE
    Luke si morse le unghie con voracità, come se fosse affamato della sua stessa carne.

    la parte dopo la virgola mi pare ridondante

    CITAZIONE
    Iniziò a fare il giro attorno alla cella, una cella perfettamente cilindrica, come una torre, come il fondo di un pozzo.

    le due similitudini mi sembrano forzate. Se avessi detto semplicemente 'una cella perfettamente cilindrica, larga non più di 3 (4, 5, ...) metri' forse sarebbe stato più efficace.

    Il finale più che sorpreso mi ha lasciato perplesso: vabbe' non era la soluzione corretta, era una delle due conclusioni che mi attendevo, ma qual'era allora la risposta che gli avrebbe salvato la pelle? Io credo che cogliere quanto magari più immediata e banale fosse la salvezza, dovesse essere il 'sale' di questo colpo di scena
     
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  12. Peter7413
     
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    Il racconto è scritto in modo ineccepibile. Riesci a rendere la claustrofobia della situazione in modo efficace. Il protagonista risulta però poco caratterizzato: è vero che non ricorda com'è finito in quella situazione, ma non sembra abbia dimenticato il resto della sua vita. La risoluzione lascia insoddisfatto il lettore senza rispondere a nessuna delle domande che sei riuscita a fargli porre e se questo può essere visto come un valore del racconto in se in quanto pone chi legge nella stessa situazione del protagonista può altresì essere considerata una debolezza proprio per la brevità del racconto che non ti permette di sviluppare meglio il tema dell'abbandono e dell'angoscia che lo colpisce. Un racconto a metà fra il bellissimo e l'incompleto.
     
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  13. =swetty=
     
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    Non mi ha convinto del tutto. Non so, forse è il finale così tronco, senza spiegazione, o forse il fatto che alla fine, nonostante tutto, questo personaggio non riesco a vederlo. È quasi più viva la stanza: alla fine Luke (perché un nome inglese?) si limita a pensare una soluzione abbastanza ovvia, tanto che ci si chiede se davvero serviva un giorno intero per pensarla. Però non si capisce come faccia lui a temere nel premere i tasti, tanto da aspettare un giorno prima di fare un tentativo: non conosce la cella, non sa come ci è finito, quindi perché aver paura di premere i tasti?
    Al contrario ho apprezzato molto la stanza, come ho detto sembra quasi un personaggio anche lei del racconto: bella l'idea che sia cilindrica, quella del meccanismo delle lame e anche il contrasto bianco/nero si vede molto bene, sembra di essere in un film degli anni quaranta.

    Ci sono alcune espressioni da rivedere:
    QUOTE
    Sullo schermo nero davanti a lui continuava a lampeggiare il cursore bianco.

    QUOTE
    Un rumore metallico e le lame a mezzaluna emersero dalle fessure, cogliendolo impreparato.

    In entrambi i casi è la prima volta che appaiono, quindi l'articolo determinativo non ci va.

    QUOTE
    Iniziò a fare il giro attorno alla cella, una cella perfettamente cilindrica, come una torre, come il fondo di un pozzo.

    Perché iniziò?

    QUOTE
    Un rumore metallico e le lame a mezzaluna emersero dalle fessure, cogliendolo impreparato.

    Precisazione inutile, hanno colto impreparati anche noi.

    QUOTE
    Furono l’ultima cosa che vide.

    Non so perché, ma non mi piace, credo che andrebbe accordato con "cosa", ma non sono convinta.
     
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  14. .:Lady Ice:.
     
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    Grazie di nuovo per i commenti, sulla soluzione rimando al topic sopra, la soluzione alla fine il protagonista la indovina, ma è il risultato che non si aspetta xD

    Mi riguarderò il testo anche sulla base delle annotazioni e cercherò di chiarire meglio i punti oscuri :)

    @swetty: non sono del tutto convinta sui primi due quote, è vero che essendo la prima comparsa richiederebbe l'articolo indeterminativo, ma secondo me sarebbe molto meno efficace, il fatto di dire "il cursore" "le lame" richiama l'idea di qualcosa di specifico che è stato lì per tutto il tempo, secondo me funziona di più così
     
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  15. =swetty=
     
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    QUOTE (.:Lady Ice:. @ 29/9/2011, 18:48) 
    @swetty: non sono del tutto convinta sui primi due quote, è vero che essendo la prima comparsa richiederebbe l'articolo indeterminativo, ma secondo me sarebbe molto meno efficace, il fatto di dire "il cursore" "le lame" richiama l'idea di qualcosa di specifico che è stato lì per tutto il tempo, secondo me funziona di più così

    Oh be' non è che sono così fondamentali, ma nel secondo caso le lame colgono impreparato anche il punto di vista, che si muove per tutto il tempo come se non sapesse che ci sono, quindi secondo me almeno in quel caso non ci va.

    :XD:
     
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14 replies since 22/9/2011, 21:44   266 views
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