Il controllore

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  1. KillerQueen
     
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    Uscii di casa e spensi il cellulare, come facevo sempre. Non volevo essere disturbata mentre ero con lui e perfino i miei avevano rispettato questa mia decisione, dopo numerose litigate. Normalmente tenevo il cellulare acceso anche di notte, odiavo essere irraggiungibile. Lui, però, era l'eccezione.
    Quando aveva trovato quel lavoro, dopo mesi di ricerche, risi come una matta: era un'occupazione dignitosa e lo stipendio era migliore di altri, però era uno di quei posti che speri di non veder mai ricoprire da qualcuno che conosci, ecco. Lui aveva un debole per i treni fin da quando era piccolo e, inaspettatamente, era diventato controllore su una linea ferroviaria.
    Il giorno in cui avevamo litigato era cominciato tutto per il suo lavoro: non avevo il biglietto e fu inflessibile. Io mi incazzai, non volevo certo farmi multare dal mio ragazzo, ma la paura di perdere quel posto tanto prezioso fu sufficiente per spingerlo a sanzionarmi come se fossi stata una passeggera come tutti gli altri.
    La rabbia era stata tale da spingermi a scendere alla stazione successiva. Non lo guardai in faccia, non ricordo neppure quali fossero state le ultime parole che gli rivolsi. Quella lite mi salvò la vita: dopo pochi minuti trascorsi in quella stazione sperduta in mezzo al nulla, accadde l'impensabile, la terra mi tremò sotto i piedi e quella scossa fu sufficiente per far deragliare il treno. Non lo vidi mai più, morì nell'incidente.
    Sono passati due mesi da allora e ogni giorno torno sempre lì, nel punto esatto dove i binari deformati dalla scossa hanno decretato la morte della persona che devo ringraziare se mi trovo ancora su questa terra.
     
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  2. Ashait
     
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    Una cosa sola: perché fare il controllore di treni è un mestiere che si spera non faccia un conoscente? Per non incorrere nel problema multa? Non so...
    Per il resto, bella idea, bello il sentimento che c'è sotto, buona la costruzione del pezzo.
    Non ti conosco, è la prima cosa di te che leggo, ma sono piacevolmente colpita.
    Ciao, Paola
     
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  3. KillerQueen
     
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    Per quello che ho potuto vedere, i controllori sono spesso odiati a prescindere da molta gente. Io lo ritengo un lavoro come tanti altri, molti però li considerano dei personaggi fastidiosi che godono nel multare la gente... Tutto lì! L'ho scritto quasi senza pensarci per quanto sono abituata a certi atteggiamenti. Grazie mille per aver commentato, mi ha fatto molto piacere!
    Alla prossima!
     
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  4. .:Lady Ice:.
     
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    Racconto carino, fin troppo lineare ma che non anticipa troppo il finale (infatti non me l’aspettavo che finisse a quel modo o.o), comunque fila via liscio.
    Secondo me ci sarebbe da ridare una controllatina a un paio di verbi nella parte centrale (es. mi suona meglio “avevo riso” al posto di “risi”, visto che si tratta di un flashback, anche in quel “fu inflessibile, fu sufficiente” avrei messo un “era stato” in accordo con “avevamo litigato”).
    Forse la parte dell'incidente è un po’ troppo sbrigativa, ma d’altronde c’era poco spazio e non è che si potesse ricamare più di tanto : D
     
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  5. Epoch
     
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    Quando si dice "i casi della vita"... Eh sì, hai centrato una nota dolente e sebbene il finale risulti prevedibile (proprio perché si sa quale bizzarro e crudele senso dell'umorismo abbia la vita) la storia mi è piaciuta. Sembra uno di quei piccoli cammei, all'interno delle Grandi Storie, che magari sono insignificanti per il Tutto ma che al loro interno sono profondamente significativi. Quanto alla stranezza del mestiere di controllore, beh mi è del tutto estranea, visto che da parte di padre tutti sono o sono stati ferrovieri! Infatti un mio zio è controllore e capotreno. :D
     
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  6. Frank Colton
     
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    A volte ci si imbatte in quelle storie dove, per trovare il proprio fascino, non c'è necessità di grandi effetti speciali o di palesi sconvolgimenti di scena. Questo testo ha una grande forza: è una storia semplice, correttamente esposta ma anche, nel suo insieme, originale e fruibile. Sì, per tutto questi aspetti mi ha convinto. Ho solo qualche dubbio sparso: Per essere controllore non bisogna essere anche macchinisti/autisti del treno? Parlo senza cognizione di causa ovviamente. Un buon impatto nell'emotività, considerato anche lo spazio ristretto sul quale dovevi agire.
    A rileggerti!
     
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  7. fra.maia
     
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    La storia non mi è dispiaciuta, ma non mi ha convinta il modo in cui è esposta. Primo l'inizio con la spiegazione di quando usa il cellulare, che non viene poi richiamata in seguito, mi pare inutile. Ci sono un po' di problemi nei tempi verbali e mi viene da chiedermi perché l'hai scritto con questa sequenza temporale che si accavalla fra passato e flashback. Forse sarebbe stato meglio descrivere puramente la scena dal litigio in poi. Non mi convincono alcune scelte di lessico: se aveva un debole per i treni non è così inaspettato che diventi controllore. O anche il non sperare che qualcuno che conosci diventi controllore, non si capisce bene il motivo. E infine è raccontato in modo da sembrare un po' un riassunto di quello che succede, ripeto l'avrei forse apprezzato di più se mi fossi trovata direttamente nella scena, senza l'introduzione, o frasi come “quella lite mi salvò la vita” prima di sapere quello che è successo. Ma la storia in sé è carina, mi piace l'uso delle coincidenze che chissà quale significato hanno in realtà, quando leggo.
     
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  8. tzenobite
     
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    direi praticamente quel che ha detto fra.maia, quindi non lo ripeto ;-)
     
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  9. giudappeso
     
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    Darei una sistemata ai tempi verbali qua e là, ma in sé funziona. Non vado pazzo per la forma narrativa sul viale della memoria, ma in questo caso è giusta per il racconto. Il finale arriva pian piano senza farsi preannunciare, una cosa alla Sliding Doors nel giro di poche battute. Niente male.
     
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  10. KillerQueen
     
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    A questo punto prima di tutto cercherò di chiarire la faccenda del mestiere del controllore: per quello che ho sempre potuto vedere, amici e coetanei vari vedono i controllori come dei mostri desiderosi di fare la multa e che traggono piacere dal farlo. Basta vedere un paio di gruppi su Facebook per rendersene conto, come questo https://www.facebook.com/pages/La-sensazio...6410834?sk=info, questo https://www.facebook.com/group.php?gid=134937750544 o questo https://www.facebook.com/pages/X-quelli-ke...3479569?sk=info, per non parlare di questo: https://www.facebook.com/group.php?gid=51885588928.
    Non è un atteggiamento che condivido, lo metto in chiaro, però ne ho sempre sentite dire di tutti i colori. Quello non era il pensiero mio, era il pensiero del personaggio: ci tenevo a specificarlo.

    @Frank: ho cercato un po' in fretta ma credo che non sia così, visto che mi hai fatto venire il dubbio controllerò!
    @Fra.maia: il discorso del cellulare è un mezzo che ho usato nel tentativo di non far capire come fosse finita la vicenda, in effetti però avrei potuto accennarne più tardi.
    Grazie per tutti i commenti!
     
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  11. fra.maia
     
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    Sì, è un po' un lavoro come "gli ausiliari della sosta", lo comprendo, ma avrei inserito la motivazione nel racconto senza darla troppo scontata.
     
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  12. strellima
     
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    Ciao!
    Questa storia racconta di una coincidenza in maniera tanto lineare da sembrare inverosimile.
    Mi spiego meglio.
    Nella vita percepiamo il caos e accettiamo, ricerchiamo la coincidenza, perché in fondo abbiamo la speranza e la necessità di spiegazioni, schemi, disegni ordinati.
    Quando leggiamo, invece, percepire la finzione della regia è un attimo. Bisogna avere molto spazio per raccontare una storia simile senza perdere il beneficio della verosimiglianza. Bisogna accompagnare il lettore per molte pagine, far snodare e articolare l'avvicendarsi degli eventi, finché non si riesce a mescolare un po' le carte, a creare empatia con i personaggi.
    Secondo me, e ripeto secondo me, le storie del "ma tu guarda come è tremenda la vita, l'attimo prima ci sei, l'attimo dopo no", funzionano solo se riesci a far affezionare il lettore ai tuoi personaggi. Per cui ottima la scelta della prima persona, ad esempio. Purtroppo però credo che lo spazio a disposizione fosse troppo poco perché una storia del genere potesse funzionare davvero, e questa non è colpa delle tue capacità, solo di una scelta forse poco adeguata alle carte che avevi da giocare.
    Spero di essere stata abbastanza chiara da riuscire a spiegarmi, se non lo sono stata sono qui per provarci di nuovo :)
    In ogni caso, alla prossima!
    Alessandra
     
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  13. KillerQueen
     
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    Grazie per il bellissimo commento, l'ho trovato molto utile e approfondito! Cercherò di tenere conto di quello che mi hai detto per le prossime volte ^^
    Sei stata molto gentile e accurata. Grazie e alla prossima! ^_^
     
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  14. strellima
     
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    e di che cosa, grazie a te per la serenità con cui accogli quelle che sono semplici opinioni da lettrice! Spero di poterti leggere di nuovo presto. Ciao! :)
     
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  15. Peter7413
     
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    Un buon racconto che si legge con piacere. L'idea è più che buona, ma si sente la necessità di un maggior sviluppo del narratore, la ragazza: dettagli in più su di lei e magari anche sul suo rapporto con il ragazzo non avrebbero fatto male. Ci sono due periodi che non mi convincono e che avresti potuto tagliare per creare spazio per quanto ti ho detto. Il primo: quello dove sottolinei che lei spegneva il cellulare quando andava da lui, inutile ai fini della storia. Il secondo: quello finale. Ormai è successo tutto, quell'epilogo è ridondante, a mio parere. Meglio sarebbe stato trovare una conclusione al racconto già nel periodo precedente, rielaborandolo ovviamente. In ogni caso, voglio sottolinearlo, un bella storia per un buon racconto.
     
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17 replies since 22/9/2011, 21:18   324 views
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