Racconti in gara e classifiche

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  1. AngeloF
     
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    Ecco la mia classifica. Scusate se non posto i commenti nelle singole discussioni, ma ho poco tempo.

    1 Una giornata con…
    Per cominciare ad apprezzare questo racconto bisogna varcarne la metà, ma a quel punto diventa notevolmente efficace nel rappresentare ironicamente l’incapacità umana di capire il divino.

    2 Ordine inverso
    Devo dire che mi stavo entusiasmando nella lettura di questo racconto: l’idea della creazione inversa era talmente bella da cancellare anche la vaga reminiscenza degli sketch del Signore con l’arcangelo Gabriele di Zelig, che si avvertiva in questo racconto. La sottrazione degli elementi e la reazione degli uomini che se la cavavano lo stesso, la delegazione di protesta erano davvero ben congeniati. Poi sul finale, che ha trasformato un bel racconto in una lunga barzelletta, mi sono cadute le braccia. Altrimenti l’avrei messo al primo posto.

    3 Puzza di Zolfo
    Altra rappresentazione umoristica. La messa in scena di un Dio che, quando arriva al giorno di riposo, lo fa bevendo e andandosene in giro a combinare guai (più Zeus, che Dio cristiano, insomma) , mi ha fatto parecchio sorridere.

    4 e^(-j*pi) + 1 = 0
    Non originalissima l’idea del Dio programmatore, ma sviluppata in modo divertente. E soprattutto carina l’idea che si tratti di una carica ereditaria, da passarsi quando il proprio tempo è finito.

    5 L’uomo dei cassetti
    La più efficace delle raffigurazioni simboliche presentate in questo “concorso”, mi ha dato la sensazione di trovarmi di fronte a un quadro di De Chirico. Bella l’immagine finale che rappresenta efficacemente l’infinito in cui si muove Dio.

    6 Lucertola
    Il racconto è scritto sicuramente bene. Però non sono riuscito a empatizzare con la sorte della povera lucertola (magari è colpa mia). Il simbolismo del bambino come artefice del destino dell’animale è chiaro. Meno il finale che, prima delle spiegazione, mi aveva lasciato dubbioso e perplesso

    7 Ouroboros
    Pur essendo breve e finendo col non sfruttare le potenzialità del numero di caratteri a disposizione, è uno dei pochi tentativi di descrivere un Dio che sia su un piano diverso da quello umano. Non il vecchietto dei film, ma una entità aliene cosciente di tutto e non esplicitamente antropomorfa.
    Magari con un po’ di caratteri in più potrebbe migliorare.
    Una curiosità: che significa il titolo.

    8 Il sorriso del Creatore
    Nel suo complesso non mi convince. Abbiamo un Dio antropomorfo che non ha il pieno controllo della sua creazione e delle scimmie che sono più di quanto egli abbia pensato. La situazione non riesce ad appassionarmi nella lettura.

    9 Deus on machina
    Rispetto all’altra rappresentazione del Dio programmatore è meno riuscita. Il contesto astratto in cui si muove fa perdere di consistenza alla presenza di un computer, di una sveglia ecc. Insomma questo Dio, non è né il rappresentante di una specie che ha creato l’universo (ricordo un bel racconto nell’Arena, in cui un gruppo di ricercatori costruiva un simulatore della vita sulla terra che finiva col creare un universo davvero funzionante), né un Dio vero è proprio.

    10 La bocca
    Si basa tutto su un’immagine, di sicuro potente, ma da sola non sufficiente a reggere l’intero racconto. Lo stile è davvero eccessivo. Quando dei manuali di scrittura consigliano di non esagerare con gli aggettivi, è per l’effetto negativo che ne deriva, come risulta qui evidente dalla ridondanza del loro uso (“lubrica, grassa, insaziabile Martino”) assieme a una ricercatezza eccessiva dei termini, che finiscono per svuotare la storia e dare la sensazione di un ricerca di forma senza contenuto.
    La trama, come già fatto notare da altri, incoerente non aiuta
     
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11 replies since 27/10/2009, 09:57   1784 views
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