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cadoglio.
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Il trapassato prossimo è la soluzione corretta e non ha nulla che lo renda sconsigliabile. Anzi, non usarlo è un errore tipico dei disgraziati che mi tocca editare.
Altrimenti - ma è una tecnica particolare, non è lo standard, e va usata con cura - puoi usare il presente storico, a mo' di effetto-scena o di pensiero indiretto libero focalizzato interno. Per i ricordi questa tecnica è buona, perché suona un po' come una fotografia, un qualcosa che è rimasto nella memoria ibernato. In altri casi meno.
Esempio.
Pino scese le scale, e entrò in cantina. Aprì il baule delle fotografie e vide quella che lo ritraeva con Fedora durante la loro gita in bicicletta lungo il Lambro. E i ricordi lo avvolsero, prepotenti.
Le pantegane che la assalgono, e lui che la prende in braccio mentre i canini affilati dei ratti gli trapassano le caviglie. L'odore di escrementi e le risate cristalline di lei si levano nel mattino iridato. E' primavera.
Quanto tempo era passato? Non lo ricordava più.
L'uso di frasi nominali è abbastanza tipico di questi moduli narrativi, perché è come se si stessero descivendo delle immagini, immagini che stanno nella mente del protagonista probabilmente.
Un uso efficace è la narrazione a flash, in questo caso. Frammentaria. Per immagini appunto. Come fossero le vignette di un fumetto.
Edited by cadoglio - 10/9/2008, 23:43.