LISTA RACCONTI AMMESSI E VOSTRE CLASSIFICHE (MINUTI CONTATI XXI EDIZIONE)

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  1. Peter7413
     
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    Eccomi!
    Bella edizione. A mio parere non c'è nessun racconto che spicchi in modo evidente, ma neanche nessuno che sia sbagliato e abbia demeriti particolari. Come al solito ho cercato, come tutti, di stendere una classifica che spero essere il più corretta possibile.

    1) “La locomotiva cla cla” di giudappeso
    Giuda, onore a te e al coraggio che hai avuto nel proporre il racconto più complesso di questo Minuti Contati nonostante i soli 1717 caratteri a disposizione. I personaggi risaltano tutti, hai fatto bene a dedicare a ognuno il suo spazio. Ottimo il barbone, ottima l'idea. Ti saresti potuto giocare meglio le righe della spiegazione dell'accaduto, quello sì: è necessario rileggere con attenzione per farsi un'idea della dinamica dell'incidente, ma, come hai detto, lo vediamo attraverso gli occhi del matto ed è giusto così. Il tema lo trovo rispettato. Uno dei migliori di questa edizione che con una leggera pulizia in più nel paragrafo che ti ho sottolineato sarebbe stato perfetto. (686 caratteri)
    2) “Ludica anarchia” di Epoch
    Molto carino davvero. Scritto bene e a suo modo poetico. A una prima lettura la prima parte mi era sembrata confusionaria, ma con la seconda è andato tutto a posto. Bellissima la chiusa, un periodo finale davvero con i fiocchi. Due riflessioni veloci: la prima sui nomi, ma non inficia assolutamente il giudizio in quanto mia fisima personale. Il racconto non necessita di nomi inglesi, non vedo la funzione di non usare un nome italiano. La seconda verte sulla frase del bambino: mi sarebbe piaciuta fosse stata più semplice e ammantata d'innocenza. In conclusione, i miei complimenti per un esordio in Minuti Contati davvero con i fiocchi. (641 caratteri)
    3) “La storia di Erik” di Frank Colton
    Le colpe della storia, le colpe personali, l'amore, il tradimento, non c'è che dire: nei tuoi racconti, anche quelli più brevi, riesci sempre a fare riflettere e a smuovere qualcosa. Complimenti. Analizzando la struttura del racconto viene fuori qualche magagna, quello sì, ma niente di grave. Esempio, a fronte di una prima parte incisiva, quella centrale avrebbe avuto bisogno di maggiore lavoro di cesellamento, il ritmo tende a rallentare e ripeti il concetto della colpa quando sarebbe stato meglio condensarlo in un singolo periodo, magari più pregno. Un po' strana la frase sulla via di fuga, faticosa. Nulla di grave, ripeto, ma ci tenevo a parlartene. Ottimo il finale. Il tema, infine, è ben rappresentato con i binari storti delle ferrovie che sono anche i binari storti della storia che hanno portato a quell'abominio. Bravo. (837 caratteri)
    4) “Piccoli dettagli che contano” di Cattivotenente
    Bel racconto, veloce, divertente, essenziale. Originale la trovata per giustificare il tema. La scelta degli zombie credo sia voluta proprio per la sua banalità e capacità di portare il discorso alle sue estreme conseguenze. Da un punto di vista logico mi chiedo come delle semplici tapparelle avrebbero potuto salvare l'aspirante tronista e storco un po' il naso. Buona la struttura e la presentazione dei personaggi. Ottima, come sempre da parte tua, la gestione del conflitto. Un racconto valido che si legge con il sorriso. (527 caratteri)
    5) “Accudienza” di swetty
    Buon racconto, scritto bene, preciso. I termini tecnici non mi hanno infastidito, li ho visti anzi come un valore aggiunto che mi ha portato a googlare per informarmi. Il succedersi degli eventi è chiaro ed è evidente l'intento della locomotiva di difendere il suo accudiente. L'unico punto che non funziona appieno, a mio parere, è il personaggio di Tonio, nel senso che sono convinto che se tu gli avessi dedicato qualche parola in più per abbozzare il suo essere e il suo rapporto con i due prepotenti il tutto sarebbe stato più chiaro per il lettore. Che so, poteva essere una sorta di diversamente abile vessato dalle ingiurie di due ignoranti: è la soluzione più banale che mi viene in mente. In ogni caso un racconto più che buono che dimostra una volta di più le tue capacità. Parte alta della classifica senza dubbio. (826 caratteri)
    6) “Bondage train de vie” di rehel
    Bel racconto, mi è piaciuto. Bella l'idea del binario sbagliato, ben reso il finale. Qualche problema nella prima parte. Parte lento e si fatica a inquadrare la situazione. Si sente un po' la mancanza anche di un migliore sviluppo dei personaggi, cosa che avresti potuto fare moderandoti proprio nella prima parte (e mi riferisco alle descrizioni invero un po' pesanti). Il risultato finale è più che positivo, ma con una maggiore attenzione all'equilibrio e alla chiarezza del racconto sarebbe potuto essere ben superiore. Ottima l'implementazione del tema. (558 caratteri)
    7) “Il controllore” di KillerQueen
    Un buon racconto che si legge con piacere. L'idea è più che buona, ma si sente la necessità di un maggior sviluppo del narratore, la ragazza: dettagli in più su di lei e magari anche sul suo rapporto con il ragazzo non avrebbero fatto male. Ci sono due periodi che non mi convincono e che avresti potuto tagliare per creare spazio per quanto ti ho detto. Il primo: quello dove sottolinei che lei spegneva il cellulare quando andava da lui, inutile ai fini della storia. Il secondo: quello finale. Ormai è successo tutto, quell'epilogo è ridondante, a mio parere. Meglio sarebbe stato trovare una conclusione al racconto già nel periodo precedente, rielaborandolo ovviamente. In ogni caso, voglio sottolinearlo, un bella storia per un buon racconto. (748 caratteri)
    8) “Lo scarafaggio” di sgewrk
    Un racconto di fantascienza e già la cosa mi piace. Inevitabile il rimando immediato a Starship Troopers o, per i nerd videogiocatori come il sottoscritto, a Gears of War. Ho avuto la sensazione però che tu abbia avuto difficoltà con i caratteri e che sia stato costretto a tagliare. Non è chiaro cosa sia il ponte, non si capisce perché lo scarafaggione si tolga dai binari giusto per farsi uccidere, non si comprende il perché dei binari distrutti poco più avanti e la frase finale, senza un'adeguata preparazione per quanto riguarda una descrizione più accurata del conflitto in corso, risulta strana. Senz'altro un buon racconto scritto nel tuo solito brio, ma manca l'idea geniale cui ci hai abituato e i problemi che ho evidenziato ne minano la qualità generale. (768 caratteri)
    9) “Codice binario” di Lady Ice
    Il racconto è scritto in modo ineccepibile. Riesci a rendere la claustrofobia della situazione in modo efficace. Il protagonista risulta però poco caratterizzato: è vero che non ricorda com'è finito in quella situazione, ma non sembra abbia dimenticato il resto della sua vita. La risoluzione lascia insoddisfatto il lettore senza rispondere a nessuna delle domande che sei riuscita a fargli porre e se questo può essere visto come un valore del racconto in se in quanto pone chi legge nella stessa situazione del protagonista può altresì essere considerata una debolezza proprio per la brevità del racconto che non ti permette di sviluppare meglio il tema dell'abbandono e dell'angoscia che lo colpisce. Un racconto a metà fra il bellissimo e l'incompleto che devo però penalizzare nel contesto di quest'edizione di MC per via della presenza di altri racconti, a mio parere, più compiuti. (889 caratteri)
    10) “Il libro che siamo” di Olorin
    Un racconto scritto bene e che si fa leggere volentieri, non c'è che dire. I problemi che molti hanno evidenziato e che mi vedo costretto a sottolinearti a mia volta stanno nell'attinenza al tema, che c'è ed è ovvio. Quello che ti sottolineo è che le premesse da te raccontate con quest'uomo che ha stretto un patto con il diavolo per poter scrivere l'opera omnia e tutto il resto culmina nella ribalta il tema proprio nelle due parole finali, che però avrebbero potuto essere infinite altre. Che so: 42, animali domestici, carne da macello... In pratica la struttura che hai eretto è giustificativa di infiniti possibili temi e non solo di quello proposto e questo ti penalizza. In ogni caso, ripeto, il racconto si legge con piacere e incuriosisce fino al suo epilogo. (762 caratteri)
    11) “Pendolari” di fra.maia
    Un approccio particolare per una visione originale. Quello che non mi convince è la mancanza totale di contrasto, se si esclude il breve momento dello scambio con il barbone. Ho sperato anche che fosse la Morte, lei non sciopera mai e sì, a quel punto puoi andare dove vuoi, forse. Invece no, troppe persone che conosceva sul treno e non hai sottolineato, che so, il fatto che fosse da un po' che non le vedava in giro, tanto per dirne una. Così com'è, devo essere sincero, mi convince poco: una prova sicuramente positiva, ma leggera e che scorre via senza lasciare il segno. In ogni caso questo è il mio punto di vista e mi rendo conto di essere, in questo contesto, una voce un po' fuori dal coro. (700 caratteri)
    12) “I cercatori” di strellima
    Un racconto scritto indubbiamente bene, ma che lascia troppe domande senza risposta. Cos'è successo in questo mondo? Perché il bambino è tenuto al guinzaglio? Perché si comporta come un animale? Se è nato quando già tutto era andato a rotoli come fa a tornare a casa? Da cosa la riconosce? Come fa la casa a trovarsi sepolta sotto i binari? Indubbiamente c'è un che di poetico che esplode nell'immagine finale, vero motore che penso ti abbia spinto a raccontare questa storia e non c'è che dire: come finale è uno dei più belli di questa edizione di Minuti Contati. Il problema che ti penalizza, però, sta nelle fondamenta della storia e in tutte quelle domande che rimangono senza risposta. (691 caratteri)
    13) “A sua immagine” di tzenobite
    Il racconto è in stile Toy Story; non l'unico della tornata, ma in questo caso l'immagine fatica a emergere. Ho dovuto rileggerlo più volte per chiarirmi ciò che volevi raccontare e non è sempre un bene. Si fatica a figurarsi il protagonista e non fornisci dettagli di altri personaggi. Il bambino è praticamente assente. Il tutto procede a ritroso, ma non fornisci appigli per il lettore, non so se mi sto spiegando. Non c'è nulla che spicchi e il messaggio stesso rimane ai margini. L'esperienza che ne risulta è incolore. Di contro, lo spunto iniziale è buono e il tema lo considero rispettato. (597 caratteri)
    14) “Vamos a matar el tren” di Peppino 1982
    Ottimo lessico e capacità descrittiva. In pochi mesi hai avuto un miglioramento notevole, i miei più vivi complimenti Peppino. Certe immagini che ricrei sono eccezionali e appartengono al tuo stile (e chi legge gli altri tuoi racconti può confermarlo). Quello che ancora ti manca, a mio parere, è la storia. Non oso immaginare cosa diventerai una volta che imparerai anche a controllare la trama e a sfruttare ottime costruzioni come quella di questo racconto per finali che vadano oltre l'evidente per arrivare a colpire nello stomaco il lettore. Non sto scherzando e non ne ho neanche interesse: studia la struttura, la trama, la storia e i tuoi racconti faranno quel passo che ancora gli manca. Per quanto riguarda questo, come avrai già capito, il mio parere è che gli manchi un finale valido, il tutto si riduce nello scoppio di una bolla di sapone lasciando nel lettore un sentimento di insoddisfazione.
    Alla prossima Pep! (927 caratteri)
     
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  2. giudappeso
     
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    Niente, per stavolta ho poco tempo e un computer che non collabora, quindi vorrà dire che farò a meno dei bonus e amen. :)
    1. “Non ho bocca e vorrei urlare” – Peter7413

    2. “Piccoli dettagli che contano” – Cattivotenente

    3. “Pendolari” – fra.maia

    4. “Vamos a matar el tren” – Peppino1982

    5. “Ludica anarchia” – Epoch

    6. “Lo scarafaggio” – sgerwk

    7. “Codice binario” – .:Lady Ice:.

    8. “La storia di Erik” – Frank Colton

    9. “I cercatori” – strellima

    10. “Bondage train de vie” – rehel

    11. “Il libro che siamo” – Olorin

    12. “A sua immagine” – tzenobite

    13. “Il controllore” – KillerQueen

    14. “Accudienza” – =swetty=


    Edited by giudappeso - 28/9/2011, 19:51
     
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  3. KillerQueen
     
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    Credo che nella tua classifica manchi il racconto di Lady Ice o.o
     
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  4. .:Lady Ice:.
     
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    Infatti giuda manco io ò_ò
     
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  5. giudappeso
     
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    Ehm, mi hanno segnalato – e io vi ringrazio – che ho dimenticato il racconto di Lady Ice. :azz: Quindi rimedio subito. :sisi:
     
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  6. sgerwk
     
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    A questa tornata i racconti mi sono sembrati quasi tutti buoni, specialmente a livello di scrittura, con almeno una metà che avevano anche idee originali o comunque sfruttate in modo abbastanza originale. I primi tre racconti erano più o meno a pari merito, con i successivi due appena un po' più in basso. Scusate se non ce la faccio a inserire i commenti nei singoli thread, ma vado un po' di fretta.

    1. Non ho bocca...
    Il titolo proprio non mi è piaciuto, ma il racconto si riscatta ampiamente. Si inizia con una situazione del tipo "mostro insegue donna" che però poi si rivela una cosa completamente diversa. Geniale la trovata che sia il pupazzo vodoo a recarsi di persona da chi lo richiede. Il tema non è proprio del tutto centrato, visto che parliamo di un elemento abbastanza marginale della storia, ma tutto sommato ci si può anche stare. Come scrittura mi è sembrata a posto, a parte la linea iniziale che non mi è parsa descrivere adeguatamente un urlo. Se pensi di usare ancora questo racconto in un contesto in cui non ci sia un limite così basso di battute, ti suggerisco di cercare di far capire indirettamente com'è fatto l'ambiente e a grandi linee l'aspetto della donna.

    2. I cercatori
    Un ottimo racconto, che delinea molto bene uno scenario post apocalittico con una serie di dettagli collocati ad arte: il guinzaglio del figlio, l'uggiolare e l'olfatto, i fuochi lontani, ecc. Anche la storia mi è piaciuta: ha perfettamente senso che questi due personaggi si ritrovino, nonostante la cosa forse non abbia nemmeno senso, a voler tornare a casa. Il tema è abbastanza centrato, nel senso che si tratta di un dettaglio del racconto, ma comunque di un dettaglio significativo.

    3. bondage train de vie
    Forse un po' forzata come interpretazione del tema, ma di sicuro molto originale come interpretazione del bondage :) Già solo per l'originalità lo avrei collocato molto in alto in classifica, ma aggiungo anche che secondo me si tratta di un racconto molto ben costruito, con la situazione che si va delineando un po' per volta, e poi la doppia rivelazione: prima l'idea che il tutto si risolva dal suo punto di vista in una forma estrema di bondage, e poi la conclusione che corona il tutto, in un certo senso logica (il fatto che lui sia ubriaco è mostrato chiaramente nel corso del racconto) ma sorprendente.

    4. La storia di Erik
    Questo racconto è uno dei migliori di questa tornata, cosa che credo sia dovuta a due qualità: l'aver affrontato un tema drammatico e una costruzione della storia bene gestita, che fa capire i sentimenti del protagonista. Qualche difetto comunque ce l'ha, ed è per questo che, pur essendo alto in classifica, non lo metto fra i primi. Per prima cosa, il fatto che la storia sia tutta raccontata e non mostrata fa (sia pure in lieve misura) perdere il contatto con i personaggi; alla fine, di Erik non ne sappiamo molto, e nemmeno del protagonista. Secondo, non mi ha convinto per niente (al contrario di altri commentatori) l'ultima riga. L'ho trovata fuori tono rispetto al resto.

    5. La locomotiva Cla! Cla!
    Per scrivere i commenti sto rileggendo tutti i racconti una seconda volta, e questo qui mi è piaciuto di più alla seconda lettura che alla prima. Forse sapendo quale sarà lo scioglimento della storia si apprezza meglio il tutto. In ogni caso, un'ottima prova a livello di linguaggio (non ho trovato errori e il tono è perfettamente coerente con la storia e i personaggi) su un'idea di base forse non originalissima di per sé (qualcuno che non può esprimersi ha visto tutto) ma ben sviluppata.

    6. Piccoli dettagli che contano
    Un racconto scritto ottimamente, con un pizzico di infodump necessario e comunque ben gestito (quando introduci il padre), e tutto il resto mostrato in modo peraltro molto chiaro; di solito apprezzo molto i racconti in cui sembra di "vedere" quello che succede, e questo è uno di quelli. La storia è senz'altro un'interpretazione originale del tema, penalizzata però da una morale finale troppo esplicita, almeno secondo i miei gusti (non che io non abbia apprezzato la giusta punizione che il figlio riceve, naturalmente).

    7. Il controllore
    Uno sviluppo molto ben congegnato del tema, con un finale non del tutto originale (la persona che la protagonista va a trovare è morta) ma che risulta comunque sorprendente e quindi all'altezza del resto del racconto. Buona la scrittura anche se devo aggiungere che ho avuto qualche perplessità su alcuni tempi verbali, specie all'inizio ("quando aveva trovato ... risi", "non avevo ... fu inflessibile") e su alcune costruzioni ("Non volevo essere disturbata... e perfino i miei genitori", qui le due frasi non le vedo molto bene unite da una congiunzione).

    8. Il libro che siamo
    L'idea dello scrittore che riesce a concludere la sua grande opera ma muore è bella (mi ricorda un racconto che avevo letto anni fa, forse di Casares, in cui uno scrittore davanti al plotone di esecuzione ottiene che il tempo si fermi abbastanza perché lui riesca a concludere il suo capolavoro nella sua testa). Mi è invece sfuggito il senso del finale: alla seconda lettura ho capito che c'era di mezzo un anagramma, ma non capisco come questo possa risultare significativo. Il tema c'è, però è abbastanza tirato per i capelli: se al posto di Boris Tiranti/Binari storti ci fossero state altre parole con le stesse lettere sarebbe stato esattamente lo stesso. Credo.

    9. Pendolari
    Forse non originalissima l'idea di base del treno magico, ma tutto sommato anche abbastanza intrigante. Però leggendo il racconto mi è sembrato che mancasse qualcosa, come se fosse tutto "un po' troppo semplice". Forse non sono abbastanza i dettagli concreti che generino contrasto fra la situazione iniziale e quella finale. In particolare, mentre all'inizio vengono descritti i problemi della protagonista in quella specifica situazione (la pioggia, lo sciopero), poi del suo stato generale viene solo accennato "Odiavo il mio lavoro". Credo sia anche un problema con i limiti di lunghezza, che ti ha impedito di sviluppare appieno l'idea.

    10. Accudienza
    Un racconto scritto molto bene, ma io proprio non ho capito cosa stesse succedendo. Prima c'è Tonio che vede le rotaie storte, e da questo poi pensavo di capire che la scena in cui lo picchiano sia dopo il deragliamento. Poi però ho capito che il deragliamento è la vendetta della locomotiva per aver picchiato Tonio. Ma perché lo picchiano, poi? Lui dice di non capire il perché, e infatti nemmeno io. Alla terza lettura mi è parso di intuire che sia stato perché stava lasciando spegnere il fuoco, ma proprio non saprei.

    11. Codice binario
    Un racconto che mi lascia molto perplesso. Si inizia con una situazione alla Saw (e un po' alla Lost), che di sicuro crea la curiosità nel lettore: quale sarà il meccanismo che permette (permetterebbe) di uscire? Poi però di fatto questo non viene mai spiegato: il dieci andava scritto 10? oppure 1010 è invece il codice che lo fa morire? oppure il dieci non c'entra niente, o magari non c'era nessuna soluzione? Capisco che nei racconti si possono anche lasciare finali aperti, ecc., ma io sono dell'idea che in racconti basati su enigmi poi alla fine l'enigma deve venire sciolto, preferibilmente in un modo che uno non si aspetta.

    12. A sua immagine
    Ho trovato buona la realizzazione del racconto, con quell'inizio un po' fumoso seguito dalla spiegazione del come si è arrivati a quella situazione. Non ho invece molto apprezzato la seguente spiegazione, ossia che il protagonista fosse in realtà un giocattolo: come rivelazione non è sorprendente, o almeno non ha sorpreso me. Non so, forse dichiarando la cosa già da subito, ed evitando la struttura del racconto "a cornice" ho la sensazione che il racconto sarebbe stato migliore.

    13. Vamos a matar el tren
    Più che un racconto, mi ha dato l'idea di una singola scena di una storia più ampia, in cui questo era un episodio in qualche modo secondario, qualcosa che avviene fuori dalla linea principale. In quest'ottica sarebbero forse anche giustificabile la scelta di raccontare invece che mostrare che noto in diversi punti. Aggiungo però che apprezzo certe descrizioni di dettagli, come il macchinista che si porta la mano all'orecchio insanguinato.

    14. Ludica anarchia
    Varie cose non mi sono piaciute in questo racconto, ma credo che il problema principale sia che in quasi tutta la lettura ho fatto fatica a capire quale fosse la scena. Detto in altre parole, non riuscivo a rendermi conto molto bene di quale fosse l'ambiente e le azioni dei personaggi. D'accordo che questo potrebbe essere funzione della rivelazione di cosa siano (che comunque non mi è parsa molto originale), ossia che sia stato fatto apposta per evitare di rivelare troppo. Credo però che questo alla fine danneggi il racconto più di quanto la sorpresa potrebbe giovare. Per altro, mi pare che a fronte di alcuni dettagli mostrati ci siano anche una serie di cose che vengono invece raccontate, passando da una forma all'altra senza transizioni.
     
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  7. Olorin
     
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    Ecco la mia classifica


    1. Piccoli dettagli che contano (Cattivotenente): 1721 car. (23.06)
    Ecco, quest’interpretazione che avrebbe spalancato migliaia di possibilità, non l’avevo proprio pensata! La fretta non ti ha aiutato, il numero di caratteri nemmeno, però io ci vedo davvero tanta potenzialità in quest’idea. Brutto a mio parere lo stacco temporale, io avrei tenuto legato il racconto facendo andare Nicola a prendere una lattina di birra nel retro mentre liquidava la ramanzina, dove avresti potuto fargli apprendere la notizia, agganciandoti poi al seguito. A quel punto avresti anche potuto sostituire il carabiniere a terra con suo padre. Buono comunque il ritmo del dialogo e della narrazione. Il pensiero di Nicola alla fine non è racchiuso nell’interpunzione corretta.

    2. La locomotiva Cla! Cla! (giudappeso): 1714 car. (22.36)
    Veramente una bella interpretazione del tema. Suspense, atmosfera e tinte forti che spiccano sul fondale scuro, il tutto in una manciata di caratteri. La prima volta che l’ho letto non ho capito se ciò che il matto stava vedendo fosse un’allucinazione popolata dei fantasmi che avevano provocato l’incidente, oppure il film di ciò che era successo che correva e ricorreva ancora davanti ai suoi occhi. Rileggendolo ho compreso definitivamente la trama, ma anche che non lo stavo interpretando con la corretta propensione a cogliere l’intero racconto. L’unica parte che sembra tergiversare un po’, pur con delle immagini necessarie alla creazione dell’atmosfera di cinica normalità, è quella centrale, ma si tratta veramente di sfumature. Bravo.

    3. La storia di Erik (Frank Colton): 1716 car. (22.59)
    bella prova questa che ho letto. Una storia di drammi che si sovrappongono, tutta gestita in punta di fioretto. La discrezione del punto di partenza e di quello d'osservazione mi hanno particolarmente colpito. La trama poi che fissa un riferimento a un estremo, un altro dalla parte opposta e si dipana concentrica dal centro è molto azzeccata. Come dicevo la delicatezza delle scelte narrative è a mio parere la forza del brano, anche se c'è un passaggio in cui il tratto è sin troppo tenue.
    Difatti in questa parte
    CITAZIONE
    L’avevo conosciuto in una sala da ballo. Pensavamo di avere tutta una vita davanti. Erik e io parlammo tutta la notte, per poi uscire mano nella mano. Il nostro primo bacio fu a casa sua, poco dopo.
    Erik era arrivato in quel campo di lavoro a bordo dei vagoni della morte, come tutti gli altri

    ho faticato a cogliere la collocazione temporale di "quel campo di lavoro" chiedendomi se la scena immediatamente precedente non fosse un sogno che vi si svolgesse già all'interno.
    Considerato il tema e il tempo a disposizione, ti faccio i miei complimenti

    4. Bondage train de vie (rehel): 1711 cara. (22.23)
    Mi è piaciuto; un brano che trae forza dal finale e che ha nell'esiguità del numero di caratteri un pregio piuttosto che un limite. Il tema era 'storti' e non 'sbagliati'... ci devo pensare un po' su.
    Alcune questioni che minano un po' la chiarezza:
    CITAZIONE
    La nebbia gelida gli si arrampicava addosso come un serpente.

    ho compreso l'intento di sintesi tra il salire dei vapori e il loro avviluppare il corpo in spire, ma il verbo 'arrampicare' con la sinuosità del serpente, proprio non riesco a digerirlo.
    CITAZIONE
    I binari sembravano nascere da dietro una curva

    qui crei un immagine molto dinamica e di movimento, tanto che per diverse righe ho pensato che il protagonista stesse guidando il treno assassino.
    CITAZIONE
    Cercò di immaginare la sua faccia ... dei suoi occhi sbarrati, colmi di terrore.

    tutti quei 'sua/suoi' non indicano inequivocabilmente 'di chi'
    CITAZIONE
    Sentì un fischio lontano, avvertii l’eccitazione

    Era stato scritto in prima persona inizialmente, ammettilo!
    CITAZIONE
    Una frazione di secondo prima che il treno lo spaccasse tutto e che la sua coscienza svanisse, ma non prima di capire che,

    c'è qualcosa che non gira con quel 'ma'

    5. Vamos a matar el tren (Peppino1982): 1706 car. (23.05)
    L’idea non era male e il ritmo del racconto è realizzato in maniera efficace, ma secondo me – e forse solo secondo me - hai perso per strada l’elemento cruciale del racconto: la velocità. “Il treno non si può più fermare”, questo è il passaggio chiave e a mio parere si sarebbe dovuta dare più enfasi alla ricerca dell’accelerazione da parte dei macchinisti, alla frenesia del voler sovralimentare la caldaia per conseguire il costante aumento di velocità pensando che in essa ci fosse la salvezza, mentre in realtà vi si celava l’arma definitiva degli inseguitori.
    A questo aspetto dedichi praticamente una sola riga “La caldaia si sta surriscaldando. I suoi addetti avvolti dal fumo e dai vapori si stanno spaccando i muscoli per nutrirla con quanto più carbone possibile”, mentre avrebbe potuto essere un intercalare tra un cambio di immagine dell’inseguimento e l’altro.
    La questione preda/predatori (a proposito, c’è la ripetizione), soprattutto quella del branco di lupi, viene riproposta in due momenti distinti (sembra una ripetizione anche questa), il secondo sicuramente più efficace del primo.
    Più che godibile, comunque.

    6. Il controllore (KillerQueen): 1646 car. (22.18)
    Un’interpretazione molto lineare e ben strutturata del tema. Non sono un fan dei racconti in prima persona, ma mi rendo conto che era il punto di vista più consono per questo tipo di trama. Ci sono un po’ di ‘era’ che si inseguono lungo lo stesso periodo
    CITAZIONE
    era un'occupazione dignitosa e lo stipendio era migliore di altri, però era uno di quei posti

    E poi la considerazione finale viene anticipata a due terzi del racconto e non ne comprendo il motivo: se la frase ‘Quella lite mi salvò la vita’ la togliessi da lì e la mettessi come frase finale, il racconto secondo me, risulterebbe ancora più brillante.

    7. A sua immagine (tzenobite): 1716 car. (22.33)
    Ragionandoci a freddo l’idea di base non mi dispiace, però non mi ha colpito subito, soprattutto a causa del modo in cui è stata volutamente gestita a livello stilistico. Molto monotono, quasi una fredda cronaca, persino il finale arriva come quel che probabilmente vuole essere: una rassegnata constatazione. La vicenda in sé è una ‘piccola’ tragedia, però, pur se narrata dal punto di vista di chi l’ha innescata e poi subìta, viene rappresentata solo come un succedersi di eventi. Insomma, non traspare sofferenza nel rammentare i fatti e la cosa mi lascia perplesso. Ho pensato si trattasse di una sorta di simulazione dei pensieri di una mente di plastica, però mi pare una scelta narrativa in cui si lascia per strada più di quel che si trova.

    8. Non ho bocca e vorrei urlare (Peter7413): 1715 car. (22.58)
    In MC tendo sempre a premiare chi mi propone un'interpretazione laterale del tema, e qui il tentativo c'è tutto.
    Comincio dalle note positive: ho apprezzato molto la sospensione in cui tieni il lettore circa la natura del personaggio in cui è calato il PdV e in questo nulla c'è da eccepire riguardo l'atteggiamento e i toni tenuti dallo stesso una volta che si sia scoperto di cosa si tratta.
    Invece: l'evoluzione del rapporto tra la donna e il feticcio l'ho trovato poco credibile per repentinità e ampiezza, e infine la questione binari... se non fossimo nell'ambito di MC e il tema non fosse stato 'binari morti', avresti usato questo termine per connotare l'avvertimento della bambola?
    Io avrei usato 'tracce', 'sentieri', 'vie'; binari mi pare ingiustificatamente tecnico, pochissimo evocativo e quindi stonato rispetto al contesto del racconto.
    Ti direi che per quanto mi riguarda dovresti stare ai primi posti della mia classifica per il tentativo di trattare in modo originale il tema, tra gli ultimi perché in conclusione hai dovuto creare una forzatura per rispettarlo, quindi...

    9. Pendolari (fra.maia): 1714 car. (22.52)
    Molto poetico ma tratta più di viaggi fantastici più che di binari storti che poi è solo il nome proprio che occasionalmente ti trovi alla ferrovia. Il Zigzagare e il curvare del treno in direzioni non consuete, non implica il concetto di ‘storti’, altrimenti dovresti pensare così anche dei binari delle montagne russe, definizione che non mi pare usuale – contorti, magari…
    Un passaggio non mi è chiarissimo
    CITAZIONE
    Alcuni degli uomini e delle donne seduti a mangiare pasticcini e a bere da calici lavoravano nella mia stessa ditta. Gente musona o arrogante. Sembravano allegri. Ridevano.

    Insomma, erano musoni o allegri? Se volevi dire che solitamente erano negativi, ma dentro quei vagoni erano stranamente diversi, secondo me manca un elemento di contrapposizione.

    10. Ludica anarchia (Epoch): 1711 car. (22.46)
    Interpretazione ferroviaria originale, ma come in altri, anche in questo racconto il tema lo vedo forzato: quando un binario viene definito ‘storto’? Secondo me quando perde ad esempio il parallelismo delle rotaie, o anche la planarità delle stesse, oppure i corretti raggi di curvatura (un binario con troppe curve strette, un binario con una curva a spigolo). Se un binario finisse nel nulla oppure conducesse a un salto nel vuoto, persino a un improbabile giro della morte, io non lo definirei storto. In un caso lo chiamerei ‘morto’, nell’altro ‘killer’, ma di definirlo ‘storto’ proprio non mi verrebbe.
    Potrei pensare che il bambino abbia montato i binari sottosopra (con la faccia su cui corrono le rotaie che poggia sul pavimento), ma allora la mamma avrebbe dovuto dire che i binari erano tutti ‘montati storti’.
    Il cambio di prospettiva è reso bene, tanto che la rivelazione finale apre la visuale e non indispettisce, però il ritmo con cui nella prima parte si descrivono i vari incidenti e cappottamenti, a mio parere, è eccessivamente blando e dilatato, l’atteggiamento dei personaggi non ha drammaticità proprio come fossero i pupazzi e le bambole che poi effettivamente si scoprono essere, per cui l’inganno viene in un certo senso presagito.
    Vero è che questa tecnica, in considerazione degli elementi ludici di cui tratta, potrebbe a tutti gli effetti essere considerata anche un pregio del racconto, nel caso in cui venisse meglio modulata.

    11. I cercatori (strellima): 1389 car. (22.44)
    Qua purtroppo la mia insensibilità e la mia grettezza d’animo non mi aiutano nel processo d’immedesimazione. Perché non sfondano il tetto e in casa ci entrano proprio? Inoltre non mi è facile capire la situazione altimetrica: la casa è seppellita addirittura fin sopra il tetto che sta sotto i loro piedi, ma i binari, che di solito corrono a livello del pianterreno delle costruzioni, sono visibili - tranne alcuni tratti che s’inabissano, quindi s’immergono verso il basso, in profondità – tanto da poter pensare di seguirli. Il padre gli sta accarezzando la nuca, ma il figlio cieco segue la voce per capire dove volgersi. In questo senso poi, la terza persona plurale ‘quando videro di nuovo il tetto’ mi pare poco azzeccata.

    12. Accudienza (=swetty=): 1652 car. (22.49)
    La locomotiva come il cane dell'accudiente, troppo esiguo lo spazio a disposizione perché l'effetto - ovviamente per quanto mi riguarda - non sia più vicino al treno con occhi e naso di Winnie the Pooh, piuttosto che a una macchina posseduta da qualche demone.
    Inoltre il fatto che a metà racconto si trovi un inciso che riporta le 'sensazioni' della locomotiva circa i maltrattamenti riservati al ragazzo, mi pare sgretoli l'incertezza su cosa averrà successivamente.
    Infine secondo me manca una motivazione che giustifichi la predilezione della locomotiva per l'accudiente. Anche il fuochista in fondo ha un legame - forse ancora più critico - con la 'vita' della caldaia, allora cosa ha generato la preferenza per quell'altro? Si poteva pensare a un'attinenza con le millantate malefatte per cui il ragazzo viene pestato, ma nulla si sa e nemmeno la macchina pare pensarla così (vd l'inciso).
    Non so, mi pare un racconto sin troppo lineare e soprattutto molto vicino alla favola.

    13. Lo scarafaggio (sgewrk): 1670 car. (23.04)
    Situazione assurda che però non va né nella direzione umoristica, né in quella splatter. Perché uno scarafaggio gigante? Richiede troppe spiegazioni a monte – domande che come lettore mi sono inconsapevolmente fatto e risposte faticose che avrei dovuto darmi autonomamente – per non lasciarmi un senso di incompiutezza prima e dopo la vicenda narrata nel brano. Tra l’altro nemmeno i personaggi si pongono troppi quesiti nel miscuglio di cose normali (locomotiva e binari) con altre che non lo sono (scarafaggi giganti e cannoni a distorsione), per cui non ho trovato modo di carpire un pur sottile filo conduttore che rilanciasse questa storia.

    14. Codice binario (.:Lady Ice:.): 1702 car. (22.44)
    Dopo quello ferroviario, il tema informatico era quello che mi sarei atteso essere il più bazzicato, invece... solo il tuo racconto!
    Sinceramente la computazione del codice corretto a meno di dover morire, mi sembra un'interpretazione un po' banale. Del resto fa molto 'The cube' l'ambientazione che hai creato e forse proprio per discostartene, la stanza l'hai creata circolare.
    Due osservazioni:
    CITAZIONE
    Luke si morse le unghie con voracità, come se fosse affamato della sua stessa carne.

    la parte dopo la virgola mi pare ridondante
    CITAZIONE
    Iniziò a fare il giro attorno alla cella, una cella perfettamente cilindrica, come una torre, come il fondo di un pozzo.

    le due similitudini mi sembrano forzate. Se avessi detto semplicemente 'una cella perfettamente cilindrica, larga non più di 3 (4, 5, ...) metri' forse sarebbe stato più efficace.
    Il finale più che sorpreso mi ha lasciato perplesso: vabbe' non era la soluzione corretta, era una delle due conclusioni che mi attendevo, ma qual'era allora la risposta che gli avrebbe salvato la pelle? Io credo che cogliere quanto magari più immediata e banale fosse la salvezza, dovesse essere il 'sale' di questo colpo di scena
     
    .
  8. Peppino1982
     
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    Ecco la mia classifica. Non ci sono commenti e non prenderò i bonus, mi scuso con tutti, ma in questi giorni ho la testa da tutta un'altra parte. La prossima volta vi dedichero più tempo.

    1) “Non ho bocca e vorrei urlare” di Peter7413 punti 1
    2) “La locomotiva cla cla” di giudappeso punti 2
    3) “Ludica anarchia” di Epoch punti 3
    4) “Codice binario” di Lady Ice punti 4
    5) “Piccoli dettagli che contano” di Cattivotenente punti 5
    6) “I cercatori” di strellima punti 6
    7) “La storia di Erik” di Frank Colton punti 7
    8) “Accudienza” di swetty punti 8
    9) “Bondage train de vie” di rehel punti 9
    10) “Il controllore” di KillerQueen punti 10
    11) “Lo scarafaggio” di sgewrk punti 11
    12) “Il libro che siamo” di Olorin punti 12
    13) “Pendolari” di fra.maia punti 13
    14) “A sua immagine” di tzenobite punti 14

     
    .
  9. =swetty=
     
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    Edizione complicata da valutare. Da una parte mi sono ritrovata a chiedermi più di qualche volta che diavolo significasse quello che avevo appena letto, dall'altra non c'è stato nessun racconto davvero brutto o scritto male. Insomma, è che i voti dovevano andare da 1 a 14, ma in realtà avrebbero meritato tutti un bonus di almeno metà punteggio: ogni racconto dopo il sesto non sarei riuscita a classificarlo oltre il settimo in altre edizioni.
    Quindi ottimo, complimentissimi a tutti.

    1. Pendolari
    2. La storia di Erik
    3. Codice binario
    4. Il controllore
    5. I cercatori
    6. Ludica anarchia
    7. Vamos a matar el tren
    8. Bondage train de vie
    9. Il libro che siamo
    10. A sua immagine
    11. La locomotiva Cla! Cla!
    12. Lo scarafaggio
    13. Non ho bocca e vorrei urlare
    14. Piccoli dettagli che contano

    SPOILER (click to view)
    1. Pendolari

    Una sera ero a Zurigo e stavo aspettando il tram. A un certo punto arriva un convoglio speciale: dentro una luce blu e gente allegra che balla e festeggia. Ecco, questo racconto mi ha ricordato quell'episodio.
    Una storia molto onirica e ben raccontata, anche se in alcuni punti andrebbe rivista per via di alcune imprecisioni.

    QUOTE
    Un ciuf ciuf come nelle giostre dei bambini risuonò nella stazione.

    A parte che le locomotive non fanno ciuf ciuf entrando in stazione, è un ruore che difficilmente "risuona".

    QUOTE
    S'inchinò e poi parlò con accento inglese.

    Se è un treno magico, perché l'accento?
    --
    2. La storia di Erik

    Un bel racconto struggente e il tema dei binari calzato in sé: tutti abbiamo presente lo scambio davanti ad Auschwitz, è un'immagine che si costruisce da sola. Quindi complimenti.

    Vedrei meglio un cabaret, piuttosto che una sala da ballo, come luogo del primo incontro: erano ambienti più aperti e trasgressivi, in una sala da ballo non dico che si andasse per sposarsi ma quasi.

    QUOTE
    Dice: Arbeit macht frei”.

    Quel "dice" uccide tutto il pathos. Non serve mettere sia le virgolette che il corsivo.

    QUOTE
    Nel suo petto c’era cucito il triangolo rosa,

    Al o sul

    QUOTE
    Non si seppe più nulla di Erik.

    Vedrei meglio anche qui una prima persona, così sembra troppo distaccato.

    QUOTE
    Il mio posto sarebbe dovuto stare lì, con lui.

    essere
    --
    3. Codice binario

    Non mi ha convinto del tutto. Non so, forse è il finale così tronco, senza spiegazione, o forse il fatto che alla fine, nonostante tutto, questo personaggio non riesco a vederlo. È quasi più viva la stanza: alla fine Luke (perché un nome inglese?) si limita a pensare una soluzione abbastanza ovvia, tanto che ci si chiede se davvero serviva un giorno intero per pensarla. Però non si capisce come faccia lui a temere nel premere i tasti, tanto da aspettare un giorno prima di fare un tentativo: non conosce la cella, non sa come ci è finito, quindi perché aver paura di premere i tasti?
    Al contrario ho apprezzato molto la stanza, come ho detto sembra quasi un personaggio anche lei del racconto: bella l'idea che sia cilindrica, quella del meccanismo delle lame e anche il contrasto bianco/nero si vede molto bene, sembra di essere in un film degli anni quaranta.

    Ci sono alcune espressioni da rivedere:
    QUOTE
    Sullo schermo nero davanti a lui continuava a lampeggiare il cursore bianco.

    QUOTE
    Un rumore metallico e le lame a mezzaluna emersero dalle fessure, cogliendolo impreparato.

    In entrambi i casi è la prima volta che appaiono, quindi l'articolo determinativo non ci va.

    QUOTE
    Iniziò a fare il giro attorno alla cella, una cella perfettamente cilindrica, come una torre, come il fondo di un pozzo.

    Perché iniziò?

    QUOTE
    Un rumore metallico e le lame a mezzaluna emersero dalle fessure, cogliendolo impreparato.

    Precisazione inutile, hanno colto impreparati anche noi.

    QUOTE
    Furono l’ultima cosa che vide.

    Non so perché, ma non mi piace, credo che andrebbe accordato con "cosa", ma non sono convinta.
    --
    4. Il controllore

    La storia non è male, ma secondo me è troppo semplice e troppo raccontata: ci sono poche scene, è solo lei che dice le cose.
    Alcune cose non le ho capite appieno: la questione del cellulare è legata al tempo presente (cioè ai suoi pellegrinaggi), oppure era una cosa del passato?

    Due note sull'ambientazione: è possibile anche in Italia che in seguito a terremoti i treni deraglino:

    www.terremarsicane.it/node/308

    Certo è più facile che capiti per via di alluvioni o frane.

    Ma è più difficile che all'estero ci sia un rapporto conflittuale con i controllori. Per cui, se proprio si vuole cambiare qualcosa, direi di cambiare il tipo di disastro.

    QUOTE
    Lui aveva un debole per i treni fin da quando era piccolo e, inaspettatamente, era diventato controllore su una linea ferroviaria.

    Perché inaspettatamente, visto che ama i treni?

    Non si diventa controllori su una linea, ma per una compagnia. A volte le due cose coincidono (ad es. in certe ferrovie concesse), ma di solito no.
    --
    5. I cercatori

    Temo di avere qualche difficoltà di comprensione (ma non è certo l'unico racconto che mi crea questo problema).
    Dal punto di vista formale non ho obiezioni, a parte l'espressione "L'ultima esplosione aveva di nuovo cambiato i connotati alla faccia della Terra" che trovo un po' fuori luogo.

    Bella anche l'atmosfera, giustamente inquietante.

    Il mio problema qui è la visualizzazione dell'ambiente, mi pare che ci siano dei problemi di proporzioni che rendono tutto poco realistico.

    Ad esempio, un'esplosione così grande da cambiare i connotati alla Terra dovrebbe letteralmente spazzar via mezzo pianeta, non limitarsi a sollevare qualche rotaia e accumulare macerie da qualche parte.

    QUOTE
    Il binario faceva curve innaturali, scansando il nulla, ripiegando su se stesso, in alcuni punti inabissandosi sotto cumuli di polvere e macerie.

    Quando ci sono delle esplosioni, soprattutto se ce n'è più d'una, e queste esplosioni sono in grado di deviare il tracciato, è difficile che le rotaie rimangano inchiavardate alle traversine o che le traversine stesse non si spezzino, per cui parlerei più propriamente di "rotaie" e non più di binario.

    Inoltre qui sembra che le rotaie siano state sollevate fino all'altezza del tetto della casa: è parecchio difficile che questo succeda e nonostante ciò rimanga una parvenza di tracciato, tanto da poter essere seguito. Se anche fosse una moderna rotaia saldata, dovrebbe spezzarsi in più punti.

    QUOTE
    Si fermarono solo quando videro di nuovo il tetto, e Louis ci passò sopra la mano, piano piano, come se fosse il guscio fragile di un uovo che avesse paura di rompere.

    Questa casa è contemporaneamente minuscola e robustissima. Robusta perché sopravvive alle esplosioni e a rimanere ricoperta di macerie. Minuscola perché l'uomo ne carezza il tetto, il che non è impossibile in sé, ma è un'espressione che la fa apparire piccola nel PDV dell'uomo (spero di riuscire a spiegare cosa intendo).
    --
    6. Ludica anarchia

    Boh? Non so, è tutto molto confuso e l'effetto Toy Story non arriva a pieno, forse perché non c'è un punto di vista definito che ci faccia percepire la stranezza degli altri personaggi.
    Nel pezzo iniziale mancano degli a capo che avrebbero snellito e reso più chiaro il tutto.
    Le due battute finali sono la parte peggiore, una profusione di inutili punti esclamativi: cos'è, sono in mezzo a una battaglia o in una casa normale?
    Non ho capito la questione dei binari storti: nei trenini giocattolo i binari sono già montati sulle traversine (e ci sono molto poche istruzioni da seguire), casomai può essere il tracciato a essere "strano", ma certo non c'è nulla di storto a meno che il bambino non smonti le rotaie.
    --
    7. Vamos a matar el tren

    Mi è piaciuto questo assalto al treno e la dinamca di svolgimento. Però la scrittura non la sostiene: le immagini sono vivide, ma sovraccariche di precisazioni inutili e a volte scorrette.
    Il lessico è a volte impreciso e lo stile è pesante: troppi possessivi, troppi aggettivi.

    QUOTE
    Quatto cavalli corrono lungo la prateria.

    nella

    QUOTE
    I loro zoccoli tengono il passo della macchina a vapore che corre sbuffando fumo.

    "loro" non ci va
    sbuffare è un verbo intransitivo e contiene già in sé l'idea del fumo

    QUOTE
    I quattro uomini hanno il loro obbiettivo davanti che fugge disperato.

    Questa frase è il riassunto di quanto succede e non dice nulla, quindi è inutile due volte.

    QUOTE
    I suoi addetti avvolti dal fumo e dai vapori si stanno spaccando i muscoli per nutrirla con quanto più carbone possibile.

    Gli "addetti" si chiamano fuochisti.

    Una locomotiva ha un solo tipo di vapore.

    QUOTE
    Un rumore di lamiere risuona nella prateria.

    Il rumore di un treno che deraglia è molto più simile a un'esplosione, che al rumore delle lamiere.

    QUOTE
    non premono più gli sperono sui fianchi dei cavalli.

    QUOTE
    Il macchinista vede davanti a se la terra volare in aria.

    refusi
    --
    8. Bondage train de vie

    La parte migliore di questa storia è il finale, una fatale sbadataggine. Il resto però mi soddisfa poco, a cominciare da lei che non si capisce come sia legata, dato che lui accovacciato può guardarla negli occhi. Dice che è legata alle traversine e non alle rotaie: in questo caso lei ha una certa probabilità di salvarsi.

    Ci sono diverse espressioni non chiare al limite dello spiacevole:
    QUOTE
    i platani isterici
    [...]
    ottuse piste di legno e acciaio
    [...]
    sbuffante mostro d’acciaio
    [...]
    delirio cacofonico

    (le locomotive moderne tra l'altro non sbuffano).

    Ho invece apprezzato l'idea che chiami la moglie "carne" e "carne nuda", mi sembrano coerenti con tutta la visione che lui ha di lei.

    QUOTE
    La nebbia gelida gli si arrampicava addosso come un serpente.

    Non funziona proprio così la nebbia, se non nei film dell'orrore.

    QUOTE
    Quella scena era sempre stata ai vertici delle sue fantasie malate,

    Con questo giudizio si esce dal punto di vista dell'uomo.

    QUOTE
    Cercò di immaginare la sua faccia nel sentire il fischio del treno in arrivo.

    Come sarebbe a dire? Ne vede ogni dettaglio e ha bisogno di immaginarla?

    QUOTE
    Si mise nel binario accanto, accovacciato a guardarla negli occhi;

    In che senso "nel"?


    --
    9. Il libro che siamo

    Questa è l'edizione dei "non ho capito". Non capisco principalmente perché del suo "manoscritto" ne debba morire. Mi pare tutto un po' forzato, ecco: la morte finale arriva tipo deus ex-machina al contrario. Poi non ho capito un'altra cosa: ma questo è l'unico scrittore al mondo che stampa il suo manoscritto prima di scriverci un titolo e aspetta di aggiungerlo a mano?

    Lo stile poteva essere curato di più, a volte alcuni termini non sono proprio azzeccati e certe cose sono superflue, cosa piuttosto curiosa in un racconto così corto.

    QUOTE
    La luce della lampadina a incandescenza infiammava di riflessi la tastiera del laptop.

    Questo è un esempio di precisazione inutile. Ma poi, la luce infiammava di cosa?

    QUOTE
    un singhiozzo proruppe infine nella sua gola.

    Questo è doloroso (provare per credere).

    QUOTE
    Afferrò la penna a sfera e cominciò a scrivere sull'ultima pagina le lettere, ma i cadde bocconi ansimando e gemendo

    altre precisazioni inutili

    QUOTE
    aveva scritto il nome del libro: "Binari Storti"

    nome? il nome del libro?
    --
    10. A sua immagine

    L'idea di un mondo che poi si scopre essere un mondo giocattolo non è molto nuova, sarà per questo che non mi è stato particolarmente difficile da capire.

    È il piano che mi lascia perplessa. Come prima cosa, per far deragliare un treno non serve deformare i binari, basta aprire le chiavarde, ossia i "bulloni" che tengono ferma la rotaia alla traversina. Non serve neanche svitarle completamente (è un classico sabotaggio).

    Il punto però è che un personaggio di un diorama non vede mai muoversi nulla e quindi non c'è nessun treno da far deragliare: i diorami sono rappresentazioni statiche.

    Se invece fosse un plastico, il deragliamento è quasi la regola, soprattutto se si tratta del plastico di un bambino, per cui non si capisce come possa questo cambiare le cose.

    Ah, e i diorami/plastici sono cose preziose e che si possono riparare: una rotaia piegata si può sostituire senza buttare tutto. Quindi perché il bambino butta tutto alla fine?

    QUOTE
    Forse se lo meritava...

    A che servono i puntini?

    QUOTE
    Rivisse lo stupore del momento in cui il bambino lo gettò nei rifiuti insieme al resto del diorama, come se fosse anche lui guasto, e il buio lo accolse.

    Non capisco la collocazione temporale: è la stessa della prima frase? In tal caso, i verbi sottolineati andrebbero al trapassato.
    --
    11. La locomotiva Cla! Cla!

    Non che sia brutto o scritto male, ma l'ho trovato noioso: cioè il bambino ha inseguito il giocattolo ed è finito sui binari, incubo credo di ogni genitore. Il barbone ha visto tutto, ma, come di prammatica, nessuno gli bada. E quindi? Sì, un quadretto realistico, ma la storia manca di mordente.
    Complice in questo anche dei punti di vista poco coinvolgenti. Quello finale poi, per essere il punto di vista di un barbone mezzo matto, è fin troppo lucido.

    QUOTE
    Gli agenti scansarono il barbone, Andrea Folli – nomen omen – di anni 61, nullatenente.

    Questo tipo di precisazioni non mi convincono, sono molto della serie "guarda che adesso sto facendo una battuta".

    QUOTE
    «Agente, venga qui». Il medico andò incontro a Lugli.

    La battuta è in contrasto con l'azione. E poi, lo chiama per dirgli che non ha elementi?

    QUOTE
    Andrea guardava la Locomotiva Cla! Cla! La vedeva attraverso Lugli che discuteva col medico.

    Immagino che con attraverso si indichi che la vede nel ricordo. Comunque nessuno ha ancora fatto il nome dell'agente e siamo nel punto di vista del barbone. Come fa a saperne il nome, conosce l'agente?

    QUOTE
    Le fughe tra le mattonelle del sottopassaggio. E poi la Locomotiva Cla! Cla! era saltata. Una fuga storta, un binario sbagliato, ed era scivolata e rotolata e di nuovo scivolata.

    ripetizione
    --
    12. Lo scarafaggio

    Ho capito l'idea e tutto sommato non mi dispiace, ma il racconto non mi soddisfa. Questo "ponte" viene solo accennato e non si capisce come funzioni, a che serva, perché sia così importante nell'economia del racconto da dedicargi un intero pensiero del protagonista.
    Il finale è insoddisfacente: ok hanno ucciso lo scarafaggio, ma non sono stati i protagonisti che non muovono un muscolo per tutta la storia. E questa cosa gli crea un moto di compassione che è poco giustificata e sembra essere lì giusto perché è di moda essere buonisti con le creature ripugnanti.
    Ho qualche perplessità sul dialogo tra i due macchinisti, mi sembra poco da "addetti ai lavori", ma dovrei farlo controllare da qualcuno che ne sa di più per confermare l'impressione. Ho qualche perplessità anche sul fatto che si possa "far retromarcia" in modo così indolore su un treno.
    Questo mi genera una perplessità quasi fatale per il racconto: se una volta scaricata l'artiglieria il treno deve tornare indietro, perché loro non stanno andando all'altro capo del convoglio e restano invece lì?

    QUOTE
    Ora vedevo anche il risultato del colpo del cannone a distorsione: dopo circa un chilometro, i binari si allargavano formando un specie di piazza circolare larga almeno duecento metri.

    Caspita che vista.

    QUOTE
    Rombo di cannone, alle mie spalle. Uno sbuffo sulla testa dello scarafaggio, che si adagiò sul terreno.

    Questa è una cosa complicata da spiegare, ma vedrei meglio un presente. Ho capito che tutto il resto è al passato, ma in questo caso "che si adagiò" è un attributo e appunto lo vedrei meglio concordato al presente, visto che la frase è ellittica del verbo. Ma ripeto faccio fatica a spiegare perché.
    --
    13. Non ho bocca e vorrei urlare

    Lì per lì non ho capito quasi nulla, rileggendo ho capito anche troppo. Mi lascia insoddisfatta in entrambi i casi: che diavolo vuole questa bambola? Soldi? Potere? Inoltre non mi è piaciuta molto la battuta finale di spiegazione, poco naturale come tutte le spiegazioni date così. Mi resta oscura la questione dei binari tracciati sul corpo, non capisco come siano né come lei avrebbe potuto seguirli spunzecchiando la bambola.

    QUOTE
    Poso la valigetta, la apro, prendo la pistola ad acqua e spengo il mozzicone: situazione già incontrata.
    Prendo la foto, lo spillone, la matita a sangue e il foglio bianco e mi inoltro lungo il corridoio, in fondo una porta chiusa: il bagno, sempre lì vanno a rifugiarsi.

    ripetizioni

    che è una "matita a sangue"?

    QUOTE
    Vorrei urlarle di seguire i binari già tracciati nel mio corpo da chi prima di lei ha usufruito dei miei servigi,

    se sono tracciati (operazione che si fa sulle superfici), allora è sul mio corpo
    --
    14. Piccoli dettagli che contano

    Racconto con morale e zombie, due cose che di solito mi fanno fuggire a gambe levate. Però devo dire che qui ci starebbero anche bene, sono ben giustificati e amalgamati. I problemi di questo racconto sono altri. Il primo è che una saracinesca che non si chiude (o non si apre) non è propriamente un dettaglio, una piccola cosa, soprattutto per un negozio. Né è una cosa riparabile da chiunque, ma normalmente si chiama una ditta specializzata.

    Ma i problemi maggiori sono formali.

    QUOTE
    “Con quelle minchiate, ci sarò famoso. vedrai”, rispose Nicola. “Cioè, quando sarò tronista ne riparliamo”.

    Non mi pare che si dica, dovrebbe essere "diventerò". In ogni caso ci va la virgola e non il punto.

    QUOTE
    “E poi, scusa, ma che te ne frega della saracinesca? Anche se è uscita un po’ dai binari, mica si vede. Basta fare attenzione che non s’impunta e fine della storia”.

    Impuntarsi significa "ostinarsi nelle proprie opinioni" o (detto di animali o bambini) "puntare i piedi e rifiutarsi di proseguire".

    QUOTE
    Nicola ascoltava un’edizione speciale di un tg alla radio, che giungeva a tratti.

    tg = telegiornale
    alla radio danno i giornali radio

    QUOTE
    Si precipitò alla porta, dove fu assalito dal puzzo della carne marcia. Sulla piazza si muoveva un manipolo di cadaveri.

    Nella

    QUOTE
    All’improvviso, uno dei morti si accorse del giovane e cominciò a corrergli incontro. Un istante dopo, lo seguì l’intero gruppo.

    Già non sarebbe necessario, ma che uno zombie possa fare qualcosa di "improvviso" proprio non ce lo vedo.

    QUOTE
    La serranda s’impuntò di lato e fuoriuscì definitivamente dai binari, lasciandolo a penzolare impotente.

    deragliò

    l'ultima frase significa che lui rimane appeso alla serranda senza toccare i piedi a terra
     
    .
  10. KillerQueen
     
    .

    User deleted


    La classifica è stata veramente difficile. C'erano tanti racconti che consideravo molto validi e che ho dovuto mettere in posizioni basse proprio perché il livello era alto. Complimenti a tutti!

    Classifica
    1- Ludica anarchia
    2- La locomotiva Cla! Cla!
    3- Pendolari
    4- A sua immagine
    5- La storia di Erik
    6- Codice binario
    7- I cercatori
    8- Piccoli dettagli che contano
    9- Non ho bocca e vorrei urlare
    10- Bondage train de vie
    11- Accudienza
    12- Lo scarafaggio
    13- Il libro che siamo
    14- Vamos a matar el tren

    Commenti in ordine sparso:

    Pendolari
    Davvero un bel racconto. Credo che sia stato uno dei pochi a non essere penalizzati dai pochi caratteri a disposizione, secondo me va benissimo così. L'unica pecca è il rispetto del tema, se invece di "ferrovia dei binari storti" si fosse chiamata in tutt'altro modo non sarebbe cambiato niente.
    Altra perplessità: se un tizio si avvicinasse a me dicendomi apparenti assurdità e se pensassi all'ubriachezza, credo che me ne andrei senza pensarci due volte!
    Alla prossima!

    La storia di Erik
    Questo è uno dei racconti che mi sono piaciuti di più, tra quelli che ho letto finora. Come tuo solito sei riuscito a condensare una storia piuttosto complessa in pochi caratteri, bravo! Inoltre ho trovato il finale inaspettato. L'unica critica che ho da fare, ma per quello che ho visto è un problema che hanno avuto quasi tutti, è che i binari storti non hanno avuto molta importanza.

    Ludica anarchia
    Stupendo! Mi è piaciuto un sacco! Adoro i racconti con la sorpresa finale, non mi aspettavo che si trattasse di giocattoli di un bambino! A parte la già segnalata frase "entrò e, accennando un saluto con la testa seguito, si accomodò" non ho riscontrato particolari imperfezioni. Tra quelli che ho letto per ora sei stata una delle poche a incentrare il racconto non solo sui binari ma anche sul fatto che fossero storti

    Non ho bocca ma vorrei urlare
    Sarò sincera: lo trovo un po' fuori tema. Trovo un po' tirato il collegamento con i binari storti.
    CITAZIONE
    - Che palle - vorrei poter dire.

    Essendo non una frase detta ma un pensiero, forse sarebbe stato meglio metterlo in corsivo, per distinguerlo.
    CITAZIONE
    - Sì! Grazie a questa bambola voodoo venuta dall’inferno avrai quello che ti meriti! Sì!

    Questa frase mi sembra che ricada un po' nell'infodump, come ti hanno già fatto notare altri.
    Per il resto, l'idea era originale e non ho trovato altri errori, tuttavia il collegamento un po' forzato con il tema del contest penalizza un po' il racconto.
    Alla prossima!

    Codice binario
    La soluzione, in realtà, qual era? Credo che se lo siano chiesti tutti!
    L'interpretazione è originale, tra quelli che ho letto finora sei stata l'unica a pensare al codice binario, poi per un gusto personale ho un debole per i finali tragici: se si fosse salvato l'avrei trovato meno interessante! XD
    CITAZIONE
    Fece un rapido calcolo: dieci in codice binario era...

    Visto che ha avuto un giorno per pensare, credo che sarebbe stato meglio qualcosa come "calcolò per l'ennesima volta", qualcosa del genere.

    Lo scarafaggio
    Non mi ha convinto.
    Senza dubbio l'interpretazione del tema è originalissima, questo è un punto a favore, tuttavia ho fatto fatica a capire molti particolari, leggendo i commenti capisco di non essere l'unica. Potrei sbagliarmi, ma mi sembra uno di quei racconti che superavano il limite di caratteri nella prima stesura e che quindi si è costretti a tagliare. Non ho capito che cosa sia il ponte e non ho identificato l'ambientazione. Secondo me il brano è stato penalizzato molto dal limite di caratteri.
    Alla prossima!

    Vamos a matar el tren
    Mi trovo d'accordo con Rehel. Più che un racconto mi sembra la descrizione di una scena di un film... Ben fatta, ma pur sempre una descrizione. Il tema è rispettato ma in maniera non molto originale. Tranne qualche particolare di poca importanza non ho trovato imperfezioni stilistiche, tuttavia la freddezza del racconto è la pecca più grave, a mio parere. Rehel ha già detto tutto ciò che penso.
    Alla prossima!

    I cercatori
    Bel racconto, piuttosto suggestivo. Indubbiamente lascia il lettore pieno di domande, tuttavia preferisco così, riassumere in poche righe la fine del mondo sarebbe stato un po' troppo sintetico, ecco! XD
    Non mi convincono molto i termini usati per descrivere il figlio: ho il difetto di partire con una prima lettura veloce e all'inizio pensavo che si parlasse di un cane, non di un bambino! In definitiva, comunque, ho apprezzato il racconto.
    Alla prossima!

    A sua immagine
    Mi ricorda molto Toy Story!
    Mi è piaciuto: a differenza di altri racconti l'ho trovato piuttosto semplice da capire. Ho apprezzato molto il colpo di scena finale, era inaspettato e l'interpretazione del tema era originale. Credo che sia uno di quelli che ho apprezzato di più in questo MC, complimenti!
    Alla prossima

    La locomotiva Cla! Cla!
    Secondo me questo è uno dei racconti più complessi e ben fatti di questa edizione di Minuti Contati.
    Il tema è ben rispettato, cosa che non ho visto fare spesso, e questo è un grande punto a favore.
    L'unica pecca, proprio a voler essere pignola, è il titolo, che non mi è piaciuto molto, tuttavia è più un gusto personale che altro. Per il resto l'ho trovato ben scritto, non ho nulla da segnalare, credo che lo metterò in uno dei primi posti della classifica.

    Accudienza
    Generalmente non amo molto gli oggetti animati, questa volta però l'idea della locomotiva come personaggio mi è piaciuta.
    La pecca maggiore di questo racconto, cosa che a quanto pare non sono stata l'unica a notare, è la necessità di rileggere più volte il racconto per capire lo svolgimento. Inoltre concordo con Strellima riguardo all'utilizzo di termini molto tecnici, per quanto corretti essi siano. Comunque nel complesso mi è piaciuto!

    Piccoli dettagli che contano
    Qui avrei messo il pensiero di Nicola in corsivo.
    Tutto sommato, il racconto non mi è dispiaciuto. Non mi sembra proprio in tema, i binari non sono storti, è la saracinesca a essere uscita, o sbaglio? Mi ha fatto ridere il personaggio dell'aspirante tronista: sembra una caricatura ma in realtà ci sono tantissime persone così! Per il resto non credo di avere altro da segnalare, non è uno dei miei preferiti di questa edizione ma l'ho trovato simpatico.

    Il libro che siamo
    Ho letto tutte le tue repliche ai commenti, tuttavia continuo a pensare che sia un po' fuori tema. Non amo i personaggi che si mettono a parlare a voce alta, secondo me la stragrande maggioranza delle volte si cade nell'infodumping, che è sempre una cosa fastidiosa. Per quanto possa essere giustificabile dalla pazzia del personaggio in questione, credo che sia un mezzo da evitare. Avrei preferito una narrazione in terza persona proprio per il discorso dell'infodump. Chiaramente è solo il mio parere.
    Il racconto, nel complesso, mi è piaciuto.

    Bodage train de vie
    Le descrizioni l'hanno un po' appesantito e i binari ci sono ma non sono storti, di positivo sei però riuscito a dare molto impatto alla scena finale del racconto.
    Comunque, il tizio, oltre a essere ubriaco è proprio scemo, ben gli sta!
    L'assenza di spiegazioni non la trovo una cattiva scelta, meglio evitare di spiegare che farlo in pochissimi caratteri, secondo me.
     
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  11. Cattivotenente
     
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    Ehm... una sola precisazione, senza riferimento ad utenti particolari. Per chi non lo avesse capito, le storpiature nelle frasi pronunciate dal mio protagonista sono volute, per palesarne l'ignoranza e la pochezza. Imputarle a me, mi fa un po' sorridere. Per tutto ciò che è invece fuori dalle virgolette, mi assumo tutte le responsabilità del caso!
     
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  12. Cattivotenente
     
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    1) IL LIBRO CHE SIAMO
    Olorin

    Sì, mi è piaciuto. Sarà che il tema del “libro proibito contenete grandi rivelazioni”, per quanto assolutamente non originale, mi ha sempre affascinato, ma il racconto è nelle mie corde. A te il merito, oltretutto, di esserti distanziato dal cliché del genere, reinterpretandolo in una veste, se non inedita, quantomeno un po’ fuori dagli schemi. In questo caso, la mia proverbiale curiosità non viene solleticata: nemmeno io avrei il coraggio di obiettare che non riveli il contenuto del libro! E poi, almeno il messaggio, in effetti lo riveli, con quell’anagramma finale ambivalente che ti vale un: bravo!



    2) LA LOCOMOTIVA CLA! CLA!
    Giudappeso

    Bello. Amaro ma bello. Un piccolo giallo in poche righe, con una robusta vena di cinismo e una punta di critica sociale, elementi che apprezzo molto. La figura del barbone mi piace poi particolarmente, sarà perché la sto usando per una novella, ma tant’è… Un'unica perplessità: io ho in mente i binari delle grandi stazioni, con scalini alti sotto i quali scorrono i binari. Se così fosse, il bambino si sarebbe dovuto sporgere di più e sarebbe stato tranciato almeno sotto le spalle. Se ipotizziamo una linea ferroviaria di periferia, difficilmente il trenino avrebbe potuto infilarsi nel profondo pertugio dello scalino. Comunque, piccolezze.


    3) Non ho bocca e vorrei urlare
    Peter7413

    Allora, il racconto mi è piaciuto, è davvero bastardo-simpatico e molto ben scritto. Scende però nella mia personale classifica di gradimento per due motivi precisi: primo, una frase costituita da puro info dump, e precisamente: - Sì! Grazie a questa bambola voodoo venuta dall’inferno avrai quello che ti meriti! Sì!
    Non mi piace nemmeno nella forma, guarda. Secondo, a parer mio il tema dei binari storti non è stato quasi rispettato; la traccia dei binari sul corpo mi sembra un po’ pretestuoso per rientrarci. Un racconto una spanna sopra a tutti gli altri che, a causa di questi due elementi, scende un po’ sotto il primo. Comunque bravo.


    4) BONDAGE TRAIN DE VIE
    Rehel

    Bello, mi è piaciuto. È cattivo al punto giusto, e io apprezzo questo genere di cose. Gli unici scivoloni, per me, sono i platani isterici e le ottuse piste. Scusa, ma non condivido questo tuo gusto sperimentale. Per il resto, nulla da dire. Una bella idea, alta nella mia classifica. Unico suggerimento, ma dettato dalla mia solita curiosità compulsiva e quindi non obiettivo, me ne rendo conto: due parole in croce per sapere il perché di tanto odio.


    5) Codice binario
    Lady Ice

    Bella l’idea, buono lo stile, però non ho capito il rebus. Potrebbe essere un limite mio, eh? Anche perché è la seconda volta che scrivo questa frase… Comunque, un racconto che sicuramente si pone sopra la sufficienza per l’atmosfera angosciosa che crea e la buona realizzazione (e anche oltre, in realtà), un po’ penalizzato però nel mio gradimento personale dalla mia mania di arrivare in fondo appagato dalla conoscenza di tutti i risvolti della trama.



    6) PENDOLARI
    Fra.mala

    Un po’ troppo surreale per i miei gusti. Non c’è nemmeno una giustificazione per il tutto, anche se capisco che non sempre ci voglia, alcune cose sono poetiche anche senza un vero perché. In effetti, è il caso del tuo racconto, scritto in effetti molto bene, soprattutto per i brevi dialoghi che, pur nella loro stringatezza (o forse proprio per quella) sono davvero azzeccati. Che fare? Gusto personale o oggettività? Medierò, ma propendendo un po’ di più per la seconda, perché il tuo strano sogno stravagante non merita di essere affossato.


    7) A SUA IMMAGINE
    Tzenobite

    Carino, ben scritto ma molto molto classico. Un ribaltamento di prospettiva davvero già visto e, per questo, prevedibile. Ci vedo una punta di Toy Story, tra l’altro. La frase più bella, che rende decisamente l’idea, è “Nessuno di loro aveva coscienza di un “prima”: s’erano svegliati, un giorno, sapendo di “essere”. Cominciava la loro vita, e ben presto anche la loro noia”. Questa davvero mi comunica il senso del meraviglioso e sospende all’istante la mia incredulità. Da sola, però, è un po’ troppo poco. Sufficiente, ma non di più. E se i piccoli sabotatori, per vendetta, evadessero da bidone e se la prendessero con la macchina di papà?


    8) IL CONTROLLORE
    Killer Queen

    Dunque, buono spunto, anche se non molto originale, a dire il vero (alla voce “coincidenze miracolose che salvano la vita” troviamo davvero di tutto, dalle leggende metropolitane al horror di serie B). Inoltre, trovo che la forma del racconto si a un po’ tanto, scusa il bisticcio “raccontata”. Inserirei qualche dialogo, un paio di flash del litigio per il biglietto o dell’incidente, magari. La frase di chiosa “… se sono ancora su questa terra”, la trovo un po’ pesante. Snellirei con qualcosa tipo “… devo la mia vita” o, banalmente, “… sono ancora viva”. Ciao.


    9) LUDICA ANARCHIA
    Epoch

    Direi che, anche qui, vale ciò che ho detto in merito al racconto di Teznobite, con cui condividi lo spunto iniziale, per divergendo in seguito, come fosse due binari che, all’improvviso, si storcono e vanno in direzioni opposte. E ho rispettato il tema anche all’interno dei commenti! Va bè, facezie a parte, il ribaltamento di prospettiva è riuscito un po’ meglio, perché non è prevedibile. In compenso, ciò che lo rende così difficilmente captabile, è che tutta la prima parte, è un guazzabuglio indecifrabile. Va bene l’obiettivo, però ho riletto sei volte lo stesso passo pensando di essermi rintronato, prima di procedere. Che dopo abbia pensato “ah, ecco”, è un po’ poco. Per il resto, forma corretta a parte un passo che non mi spiego: “e, accennando un saluto con la testa seguito, si accomodò”. Direi refuso, che ti fa andare sotto Tzenobite, sorry.


    10) I CERCATORI
    Strellima

    Strellima, ammetto i miei limiti. Non l’ho capito. Non ho nulla da consigliarti perché la scrittura, come al solito, è bella e sa essere poetica anche in un contesto da fine del mondo come quello che descrivi, però giuro che il senso non mi è chiaro, come non lo è il rapporto fra uomo e cane. Il fatto che tu narratrice scriva “disse al figlio”, riferendoti al cane, rende il tutto ancor più criptico. Ecco se ti dovessi dare un consiglio, giacché ti sono avanzati dei caratteri, li utilizzerei per chiarire un po’ il tutto.


    11) LA STORIA DI ERIK
    Frank Colton

    Non mi è piaciuto, Frank, sorry. Tre sono i motivi: primo, il tema. Non mi dilungherò, però se t’interessa ti rimando al mio commento di USAM di agosto alla storia di Nozomi. Capisco che l’omosessualità è un tema che ti sta a cuore e, dal canto mio, non ho nulla a che ridire. Però questo è il terzo tuo racconto che leggo, se non erro, e il tema è sempre quello. Quale che sia l’argomento, se un autore diventa “monomaniaco” e me lo propina in tutte le salse possibili, infilandolo dappertutto, comincio a storcere il naso. Sarei curioso di leggere, che so un tuo giallo. Comunque, se un racconto è buono è buono, poche storie; in questo caso, io ho avvertito la forzatura che ti dicevo, che mi fa dire “per me non è buono”, anche per i successivi due particolari, cui prima accennavo: il fatto che, nella germania nazista o comunque degli anni trenta, i due siano usciti mano nella mano da un locale, scena che trovo implausibile e mi fa avvertire la forzatura, e il processo cui fai riferimento, in quanto non mi pare che, per deportare la gente, ci fosse bisogno di tanti processi, in quel periodo storico. Su quest’ultimo punto, potrei anche sbagliare ma, anche se fosse, la situazione non verrebbe ribaltata.


    12) LO SCARAFAGGIO
    Sgerwk

    Il racconto è ben scritto, non ho trovato sbavature. Anzi, alcuni passaggi sono stilisticamente decisamente felici. Il problema è, a mio avviso, che alcuni elementi sono dati per conosciuti e in realtà non lo sono. Tutta la faccenda del ponte è un po’ vaga, ad esempio. Inoltre, l’empatia con la blattona non mi ha convinto per niente: già di per sé non è il genere di animale per cui ci si intenerisca; qui, poi, non c’è alcun elemento anticipatore che giustifichi la compassione finale. L’insieme, pur ben confezionato, non mi ha detto né lasciato molto, spiacente. A rileggerti.


    13) Accudienza
    Sweety

    «Che ho fatto?» «Lo sai, non fare l'innocentino.»
    Non lo sapeva.
    Ecco, nemmeno io. Rimane oscuro il motivo del pestaggio, e per almeno due riletture consecutive, anche lo sviluppo della storia. Per capire la dinamica delle azioni, tra personaggi che non vengono opportunamente delineati e non hanno (a parte Tonio) un nome, ci ho messo un po’. Troppo simili anche la figura dell’accudiente e del fochista, per chi non sia addentro al mondo dei treni a vapore. L’inghippo mi ha forviato, spingendomi a domandarmi perché il treno senziente avesse ucciso chi lo sfamava. Inoltre, l’estremo sacrificio per una semplice “ripassata”, mi pare un po’ eccessivo anche per un essere in merito ai cui processi mentali non saprei interloquire come una locomotiva intelligente. Trovata, peraltro, tutto fuor che originale (Blane il mono in testa, il trenino ciuff ciuff della favola dei miei figli in coda). Spiacente, l’ho trovato poco chiaro, non esaustivo nella trama e un po’ banalotto nell’idea. A rileggerti.


    14) VAMOS A MATAR EL TREN.
    Peppino1982

    Peppino, Peppino, che mi combini? Dopo le faville dello scannatoio, mi cadi così rovinosamente? Mi spiace, ma non ci siamo proprio. Il racconto, per me, è affetto da diversi difetti macroscopici: in primo luogo, la forma. Frasi corte, sbiadite, piane, sembra un’haiku allungato oltre misura. In secondo luogo, c’è un clamoroso “effetto embè”. Lo leggi e ti chiedi: “embè”? La storia è uno spaccato di una rapina a un treno. Punto. Io, personalmente, non ne sentivo la mancanza. Un corto si deve basare su un’idea vincente. Qui l’idea, semplicemente, non c’è. Va beh, nello scannatoio ti ho dato la miglior scena di panico, non me ne volere troppo per questo. Ciao.



     
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  13. strellima
     
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    CITAZIONE
    Il fatto che tu narratrice scriva “disse al figlio”, riferendoti al cane, rende il tutto ancor più criptico.

    Perché ERA il figlio, non ci sono cani nel racconto :D
     
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  14. Cattivotenente
     
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    CITAZIONE (strellima @ 29/9/2011, 23:20) 
    CITAZIONE
    Il fatto che tu narratrice scriva “disse al figlio”, riferendoti al cane, rende il tutto ancor più criptico.

    Perché ERA il figlio, non ci sono cani nel racconto :D

    Si, l'avevo capito leggendo alcuni commenti postati, ma il mio l'avevo già fatto prima e non ho avuto tempo di correggerlo, giuro. Comunque, mi rimane oscuro tutto il resto e, tra l'altro, vorrei davvero sapere qual'è la chiave di lettura della vicenda. Non scherzo, quando dico che sono molto curioso. Non escludo che la mia incomprensione possa essere un limite mio, alla fine.
     
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  15. strellima
     
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    Se hai ritenuto di poter fare una classifica e scrivere un commento che mi aiutasse a migliorare, credo che fossi sicuro di avere tutti gli elementi necessari a giudicare il testo. Del resto non dovrebbe essere necessaria l'interpretazione autentica dello scrittore per capire un libro, se non lo si capisce significa che non è chiaro :)
    Perciò grazie comunque per il commento, mi riciclerò l'idea se ne avrò occasione trovando il modo di essere meno criptica :)
    E ringrazio anche tutti gli altri per i commenti, quelli negativi perché mi aiuteranno a migliorare, quelli positivi perché mi aiuteranno a scegliere giorno per giorno di continuare a scrivere. Grazie a tutti, un saluto e alla prossima!
     
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36 replies since 23/9/2011, 21:38   1328 views
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