Ordine inverso

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  1. sgerwk
     
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    — Mah! — disse Dio.
    — Signore? — chiese l'arcangelo Michele.
    — È che questo universo... non so... all'inizio l'idea di farne uno in espansione sembrava buona. Ora invece... guarda quanto spazio occupa.
    — Si potrebbe bloccare...
    — Ormai è troppo grosso. Meglio ricominciare da zero.
    — E quello vecchio?
    Dio alzò le spalle — Non abbiamo spazio. Lo cancello.
    — Ma... si può fare?
    — Certo che si può! Io sono Dio. Basta rifare tutti i passi della creazione al contrario. Comincio con l'eliminare l'uomo, poi gli animali, i pesci...
    — Gli uccelli...
    — No aspetta, prima gli uccelli e poi i pesci.
    L'arcangelo aggrottò le sopracciglia. — Non erano prima i pesci?
    — No, perché all'andata erano pesci, uccelli, animali e uomo. Quindi al ritorno sarebbero: uomo, animali, pesci...
    — No, uccelli, animali...
    — Vabbé, lasciamo stare. Faccio le cose nello stesso ordine, sennò finisce che scordo qualcosa. Prima la luce, poi le piante, i pesci, e via dicendo.
    — Ottima idea, signore.
    Dio si alzò dal trono, sollevò le braccia e disse con voce solenne: — Non sia la luce.
    Rimase qualche momento in quella posizione, poi guardò Michele interrogativamente. Questi sparì di corsa. Tornò pochi momenti dopo con una espressione perplessa.
    — Che succede? — chiese Dio.
    — L'universo è al buio, come previsto. Il sole è spento. Non funzionano nemmeno le torce, però gli uomini sembra che si siano muniti di radar per orientarsi.
    — Non importa. Tanto tra poco elimino anche loro. Allora, adesso tocca...
    — ...alle piante!
    — Le piante, giusto. Non siano le piante.
    L'arcangelo corse fuori prima ancora che Dio finisse la formula. Tornò, pochi secondi dopo, scuotendo la testa. — Hanno riempito tutto di piante di plastica.
    — Plastica? Ma non servono a niente! Non producono ossigeno...
    — No, infatti. Però a prima vista la terra sembra la stessa.
    Dio scrollò la testa. — È lo stesso. Tanto adesso elimino tutto.
    — Tutto insieme? — Michele sembrava eccitato. — Non l'ho mai visto fare!
    — Sì, tutto insieme. Che ci vuole? Io sono Dio! — Sollevò di nuovo le braccia, inspirò profondamente e disse: — Non siano i pesci, gli uccelli, gli animali...
    — È permesso? — Un piccolo gruppo di persone era entrato e si stava avvicinando al trono.
    — E voi chi siete? — disse Dio.
    — Rappresentanti dell'umanità — disse un membro del gruppo, uno abbronzatissimo, in giacca e cravatta all'ultima moda.
    — Chiediamo perdono — disse una donna, la versione femminile dell'altro. — La distruzione è colpa nostra, ma promettiamo di fare ammenda.
    Dio e Michele si guardarono, poi Dio disse: — Fare ammenda di cosa?
    La domanda gettò il gruppetto nella confusione. — Cioè... noi...
    — Voi cosa? Mi state facendo perdere tempo! Se non mi aveste interrotto, a quest'ora avrei già cominciato la nuova creazione. Michele, sbattili fuori.
    — Chiediamo salvezza! — strillò l'uomo, e gli altri iniziarono a ripetere la frase quasi fosse una cantilena.
    Michele si voltò verso Dio. — Vado a prendere la spada di fuoco? L'ho dimenticata giù, ma ci metto due minuti.
    — Lascia perdere — disse Dio. — Va bene, avrete la salvezza. Però l'universo nuovo ve lo scordate. Andrete nel vecchio miniuniverso in cui metto tutti gli avanzi. Demoni, titani, draghi...
    — Grazie, signore, grazie!
    — Bene, adesso andate — disse Michele. — Dio ha da fare.
    — Sì, andiamo — disse l'uomo. — Grazie.
    — Grazie — ripeté la donna. — A proposito, dobbiamo pianificare noi l'evacuazione?
    — Quale evacuazione? — chiese Dio.
    — Ma... l'evacuazione dell'umanità... nel miniuniverso...
    — Ma quale umanità! Voi siete salvi, SOLO VOI! Voglio che ve ne andiate così posso lavorare in santa pace. Che mi importa degli altri?
    — Ma... ma... ma... — Quello che aveva parlato per primo riuscì a dire: — Le nostre famiglie, almeno! Loro sono tutto, per noi.
    — Fuori di qui! — Dio indicò una porta sul fondo — Lì c'è il miniuniverso, altrimenti vi disintegro ancora prima degli altri.
    — Ma... ma... ma...
    Una nuvoletta di fulmini si formò sul gruppo, che guadagnò l'uscita in meno di un secondo.
    — Andati — disse Michele.
    — Sì, però la prossima volta ricordati la spada. Non posso sempre pensare a tutto io.
    — Scusi.
    Dio inspirò profondamente. — Non siano gli uomini.
    Questa volta non aspettò che Michele gli riferisse l'esito dell'ordine. Percorse la sala, scese la scalinata e uscì sulla terrazza che dava sull'universo. Era tutto nero.
    — Tutto pulito — disse Michele. — Non c'è rimasto più niente.
    Dio non rispose. Guardava il vuoto infinito.
    — Signore?
    Dio guardò ancora nel posto dove c'era stato il vecchio universo e dove stava per creare il nuovo. — Stavo pensando... invece di fare tutto quanto da capo, questa volta potrei arrivare direttamente al punto cruciale.
    — Si può fare?!
    — Certo che si può. Io sono Dio. Questa volta salterò tutti i passi intermedi e arriverò subito al dunque.
    Michele era estasiato. Sembrava stare per mettersi a battere le mani.
    Dio sollevò le braccia, poi con voce profonda disse: — Sia Silvio Berlusconi.
     
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  2. Piscu
     
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    la creazione inversa mi è piaciuta.

    quando sono arrivati i due uomini e lui li ha buttati nell'universo-discarica ho creduto che loro fossero adamo ed eva e che quindi quell'universo fosse il nostro, mentre dio ne creava uno migliore per sé. però proseguendo mi pare che non fosse questa l'intenzione.

    il finale non mi è piaciuto. in generale, non mi piace molto quando in un racconto si vanno a infilare temi presi dall'attualità, che magari tra un mese nessuno coglierà più. mi sa di recentismo.
     
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  3. sgerwk
     
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    QUOTE (Piscu @ 28/10/2009, 11:23)
    quando sono arrivati i due uomini e lui li ha buttati nell'universo-discarica ho creduto che loro fossero adamo ed eva e che quindi quell'universo fosse il nostro, mentre dio ne creava uno migliore per sé. però proseguendo mi pare che non fosse questa l'intenzione.

    Veramente non ci avevo nemmeno pensato... e se ci avessi pensato avrei comunque scartato l'idea. Fra l'altro, trattandosi di un "piccolo gruppo" di persone, presumbilmente erano almeno tre (fra cui quei due) ma piu' probabilmente 4 o 5.

    Grazie per il commento! :D
     
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  4. Peter7413
     
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    Molto divertente fino al finale, e nota che non sono un berlusconiano.
    Scritto bene, un po' sbrigativa l'ultima parte.
    Non perfettamente in tema, non si parla di una giornata con il Signore, ma di un momento, una scenetta. Questo ti penalizza un po'.
    Ottimo spunto, sembra quasi una scenetta teatrale, molto brillante.
    Peccato per il finale, ma credo tu abbia avuto il mio stesso problema, come tutti in minuti contati: acqua alla gola e si cerca di imbroccare quello giusto con la forma più giusta, ma alla fine il risultato non è mai totalmente soddisfacente.

    Mi consenta
    Giuro sui miei figli
    Sono tutti comunisti
    A rileggerti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :D
     
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  5. sgerwk
     
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    QUOTE (Peter7413 @ 29/10/2009, 13:18)
    Molto divertente fino al finale, e nota che non sono un berlusconiano.
    Scritto bene, un po' sbrigativa l'ultima parte.
    Non perfettamente in tema, non si parla di una giornata con il Signore, ma di un momento, una scenetta. Questo ti penalizza un po'.
    Ottimo spunto, sembra quasi una scenetta teatrale, molto brillante.
    Peccato per il finale, ma credo tu abbia avuto il mio stesso problema, come tutti in minuti contati: acqua alla gola e si cerca di imbroccare quello giusto con la forma più giusta, ma alla fine il risultato non è mai totalmente soddisfacente.

    Mi consenta
    Giuro sui miei figli
    Sono tutti comunisti
    A rileggerti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :D

    In effetti, non ero soddisfatto del finale nemmeno io...

    Per rispondere ad altri che hanno commentato nelle classifiche: piu' che satira politica si tratta di ironia sul personaggio, nel senso che ci si poteva mettere un qualsiasi altro soggetto con un simile (auto)culto della personalita'. Scrivendo la battuta, mi era venuto il dubbio che fosse un po' debole, e in effetti chi ha commentato ha avuto la stessa impressione. Peccato non mi sia venuto in mente un altro finale! :azz: (del resto, il minuti contati e' cosi'...)

    Grazie per i commenti :D
     
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  6. omrik
     
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    uno dei migliori racconti
    ti penalizza il finale, ok ok te lo avranno già fatto notare.
    ti domando: non credi che un racconto dovrebbe mantenere una sorta di atemporalità?
    mi spiego nel caso lo rileggessi tra x anni quell'ironia non avrebbe molto significato. (o forse spero che il giovine premier sia considerato sono un fenomeno passeggero dalla Storia)

    ciao
     
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  7. sgerwk
     
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    A tutti quelli che hanno commentato qui o nelle classifiche: Grazie! :D

    QUOTE (omrik @ 3/11/2009, 09:02)
    ti domando: non credi che un racconto dovrebbe mantenere una sorta di atemporalità?
    mi spiego nel caso lo rileggessi tra x anni quell'ironia non avrebbe molto significato. (o forse spero che il giovine premier sia considerato sono un fenomeno passeggero dalla Storia)

    Penso che i racconti dovrebbero avere qualcosa che gli permette di avere un valore anche al di la' della speifica situazione in cui sono stati scritti. Pero' questo non vuol dire che debbano essere svincolati dal loro momento storico (il primo esempio che mi viene in mente: La Storia di Elsa Morante e' chiaramente legato al periodo della seconda guerra mondiale e dopoguerra, pero' non cessa di avere valore solo perche' siamo lontani da quel periodo storico). Nel caso specifico del finale di questo racconto, il problema e': qualcuno si ricordera' delle manie di protagonismo del soggetto in questione fra X anni? O meglio: se ne ricordera' al punto tale da capire al volo la battuta finale?

    (che sia entrato nella Storia, a questo punto non c'e' dubbio)
     
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6 replies since 26/10/2009, 23:52   145 views
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