Autopsia
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Autopsia

Giorgio Marconi (5.506 car.)

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  1. giorgio.marc
     
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    Una goccia di sudore si lanciò suicida dalla fronte imperlata.
    Esplose in un fradicio splash a non più di cinque centimetri dalla morbida pelle della coscia della ragazza.
    "Che pena. Ogni volta è peggio".
    pensava osservando i segni violacei che la poverina aveva intorno al collo, ai polsi e alle caviglie.
    L’espressione atterrita, provata da atroci sofferenze e quell’implicita richiesta d’aiuto, bloccata nel tempo sul volto tumefatto, risvegliavano in lui una potente emozione.
    Non era la prima volta. Era o non era il suo mestiere?
    Certo: medicina legale, sala autopsia!
    Eppure c’era un non so che di ammaliante in tutto questo. Gli creava dipendenza.
    Era disgustato da ciò che era costretto a fare, costretto a vedere, ma era anche soggiogato dal fascino ambiguo di spiare dentro un corpo umano. Provava un sottile piacere nel frugare fra gli organi interni, cercando di carpirne i segreti più reconditi. Lo faceva pensare all’insano godimento di chi, nascosto fra gli arbusti, spia le coppiette appartate in una fratta.

    Queste sensazioni lo infastidivano, lo ripugnavano anche, ma tant’è, non poteva farci nulla.

    Questo pensava, mentre incideva preciso col bisturi sotto il seno sinistro della vittima, livido e intarsiato da sottili cicatrici: morbose lesioni da arma da taglio.

    Era orgoglioso del suo bisturi. Oh sì!
    Così lucido e scintillante. Emanava saettanti lampi di luce riflessi dell’asettica lampadina al neon al centro dal soffitto,
    proprio sopra il tavolo operatorio. Lo aveva pagato più di duecento euro.
    Aveva passato serate intere, nella solitudine della sua camera, ad accudirlo, a renderne la lama sempre più affilata, a strofinarlo, a lucidarlo e infine ad ammirarne la sagoma fulgida ed efficace.
    Era veramente un bellissimo oggetto. L’oggetto più bello che avesse mai posseduto. Sentiva di volergli bene e aveva la sensazione di esserne ricambiato. Era suo, solo suo, altro che quei ferri vecchi che erano soliti girare in ospedale.
    Averlo in pugno dava un senso di onnipotenza. Sentire la sua lama affondare dolcemente nell’epidermide oramai gelida e irrigidita della fanciulla, lo faceva sentire male e, al tempo stesso, benissimo.
    Lo nauseava vedere la pelle aprirsi, poro dopo poro, spalancarsi come un sipario e vomitare fluidi e tessuti organici,
    ma gli donava anche un appagamento raramente provato in altri frangenti della sua vita.

    Già: la sua vita.

    Fallimento era la parola che la mente associava a questo concetto.
    Mediocre a scuola. Spesso deriso dai compagni per quel suo essere introverso.
    Le ragazzine, soprattutto loro, erano crudeli e spietate.
    Ricordava perfettamente, con odio quanto mai netto, il volto ululante della ragazzina che corteggiava alle medie, mentre, sghignazzando, urlava alle amichette: "È proprio una frana! Non sa neanche baciare, che pappamolla, che pappamolla!"
    E tutti a ridere di lui.

    Mediocre anche nel lavoro. Quello che aveva prima, ovviamente. Brillante neolaureato in medicina ridotto a squallido impiegato delle poste, impiego procuratogli dalla premurosa mammina.
    Scartoffie, scartoffie, scartoffie, colleghi presuntuosi e nulla più.

    Camilla.

    Anche Camilla, certo.
    Era per causa sua che l’avevano licenziato.
    Che le era saltato in mente di spifferare ai quattro venti il fatto che lui avesse tentato, più volte, di infilarle le mani sotto la minigonna?
    E si che "la santarellina" di cose se ne faceva fare dal suo fidanzato, nascosta dietro quella siepe. Puttana!
    Andare a dire, poi, di quando l’aveva aspettata sotto casa cercando di baciarla, usandole violenza.
    Violenza: per un paio di sinceri ceffoni. Ah! Avesse avuto fra le mani il suo fedele, affilato compagno di lavoro. Allora sì, che gliela avrebbe fatta pagare come si deve…
    Questo pensava, con il cuore che gli martellava in petto, mentre stava sezionando il biondo pube di quella fanciulla: graziosa-ingenua-odiosa studentessa di liceo.
    I due floridi seni già erano stati asportati e deposti, con cura, nell’apposita cella frigorifera.

    Il trillo atono del cellulare, subdolo dono dell'ingombrante mammina, lo fece sobbalzare.

    Rischiò di far cadere sul pavimento cosparso di segatura il delizioso pube che aveva finito di sezionare.
    "Ciao, mamma. Sì, si sto per staccare, puoi apparecchiare. Sì, le solite cose: timbri, pacchi da spedire, conti correnti, marche da bollo, scartoffie da archiviare. OK. Mammina, tra dieci minuti sarò lì. Ciao".

    Depose il pube nella cella frigorifera accanto a quelli della altre sei giovanissime ragazze, che avevano fatto tappa nella sua personale sala autopsie negli ultimi due anni. Coprì, con un vecchio plaid, i resti della studentessa sul tavolaccio da falegname di quello scantinato appena fuori città.

    Nel pomeriggio il greto del fiumiciattolo avrebbe accolto, in uno dei suoi confortevoli anfratti, il settimo ospite.

    Uscì nel bel sole primaverile di mezzodì.
    Richiuse il portellone di legno dietro di sé. Diede due forti mandate col chiavone di ottone.
    Trangugiò una bella boccata di quell'aria tiepida: vitale. Si sentì bene, terribilmente bene!

    Imboccò la scala che porta ai piani superiori; al terzo lo aspettava un pranzetto caldo: giusta ricompensa al suo penoso, appagante lavoro.

    Edited by giorgio.marc - 2/10/2009, 11:44
     
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  2. G.B.Shock
     
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    Mi è piaciuto, e parecchio. però:

    SPOILER (click to view)
    all'inizio dici
    CITAZIONE
    Esplose in un fradicio splash sulla superficie levigata del lettino,

    e in fondo

    CITAZIONE
    sul tavolaccio da falegname di quello scantinato

    è un lettino o un tavolaccio? capisco che all'inizio stai cercando far sembrare l'ambientazione una vera sala autopsie, ma allora magari all'inizio non menzionare la superficie...

     
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  3. giorgio.marc
     
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    Grazie G.B... sia per l'apprezzamente che per il suggerimento che ho apprezzato.
    Ho già rettificato l'inizio!
     
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    Losco Figuro

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    Mi è piaciuto abbastanza. Ci sono dei punti che sembrano piuttosto improbabili se non con il senno di poi, cosa che limita un po' l'effetto, ma nel complesso un buon lavoro.
    3

    Appunti sparsi:
    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    "Che pena. Ogni volta è peggio".
    pensava osservando i segni violacei che la poverina aveva intorno al collo, ai polsi e alle caviglie.

    Non dovresti mettere il punto dopo la parte di dialogo né, soprattutto, andare a capo, visto che la frase continua direttamente da lì.

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Così lucido e scintillante. Emanava saettanti lampi di luce riflessi dell’asettica lampadina al neon al centro dal soffitto,
    proprio sopra il tavolo operatorio. Lo aveva pagato più di duecento euro.

    C'è un "a capo" dopo "soffitto," :huh:

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Era suo, solo suo, altro che quei ferri vecchi che erano soliti girare in ospedale.

    "ferrivecchi", attaccato

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Averlo in pugno dava un senso di onnipotenza. Sentire la sua lama affondare dolcemente nell’epidermide oramai gelida e irrigidita della fanciulla, lo faceva sentire male e, al tempo stesso, benissimo.

    La virgola dopo "fanciulla" sarebbe meglio non metterla, spezza male la frase.

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Lo nauseava vedere la pelle aprirsi, poro dopo poro, spalancarsi come un sipario e vomitare fluidi e tessuti organici,
    ma gli donava anche un appagamento raramente provato in altri frangenti della sua vita.

    Teoricamente non dovrebbero uscire fluidi da un morto, non se non incidi qualche organo.
    Anche qui c'è un rientro a capo, dopo "organici,", che non dovrebbe esserci.

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    E si

    "sì"

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    si sto per staccare,

    Come sopra

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Depose il pube nella cella frigorifera accanto a quelli della altre sei

    Refuso: "delle altre"

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Coprì, con un vecchio plaid, i resti della studentessa sul tavolaccio da falegname di quello scantinato appena fuori città.

    Secondo me le virgole sono da togliere qui, la frase scorre meglio senza.

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Nel pomeriggio il greto del fiumiciattolo avrebbe accolto, in uno dei suoi confortevoli anfratti, il settimo ospite.

    Non è meglio "la settima", visto che erano tutte donne?

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Trangugiò una bella boccata di quell'aria tiepida: vitale.

    Perché i due punti?

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Imboccò la scala che porta ai piani superiori;

    "portava"
     
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  5. federica68
     
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    eccomi anche da te

    ho subito notato alcune cosette che mi stonavano, te le segnalo subito e poi passo al commento vero e proprio

    la faccenda del lettino/tavolaccio l'hai già sistemata vedo.

    ma c'è un'altra cosa: i bisturi sono monouso. Forse li ho visti, ma già raramente allora, non monouso agli inizi della mia carriera in ospedale, nell' 89... so che c'erano lame da bisturi e manici portabisturi che noi allieve infermiere lavavamo prima di metterle in autoclave per la sterilizzazione, ma se ne vedevano poche già allora. Non so mi ha lasciata perplessa... mettiamo pure che il tipo si sia laureato una ventina d'anni fa, ma mi suona strano lo stesso che lui si sia comprato un bisturi non monouso adesso. Dico "adesso" visto che parli di pezzi tenuti in frigo, quindi i delitti devono essere abbastanza recenti rispetto la racconto, a meno che lui non si sia preso il bisturi tanti anni fa... ma forse sarebbe più un pezzo da museo della chirurgia che altro

    poi, sulla questione liquidi organici/non liquidi organici, non ho mai visto un'autopsia e neppure un cadavere morto da giorni tranne una volta, ed era abbastanza colliquato. Nel senso che trasudava fluidi, eccome, pur essendo 2 giorni che era in frigo. Direi che i fluidi ci sono. Non è sangue o liquido linfatico ancora allo stato liquido, ma, appunto, come dici correttamente tu, "fluidi". Cioè risultati di una necrosi colliquativa, e ci sta tutto, direi.

    passiamo al racconto

    direi che il fatto che lui all'inizio provi pena, non ci sta molto. È un dettaglio ingannevole per il lettore, direi che l'operazione lecita in questo tipo di racconti a sorpresa è depistare il lettore con cose ambigue ma non "stonate" per il contesto.

    gestirei meglio tutta questa parte "ambigua" per dare maggior risalto al colpo di scena finale...

    ma direi che un po' me l'aspettavo, come svolta, non so perchè, forse perchè è un classico talmente classico da sapere di già visto anche per una che non è una patita dei finali a sorpresa e che di solito non li sgama fino all'ultima riga...

    metto un 2

     
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  6. Daniele_QM
     
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    Il racconto scorre bene e l'inganno iniziale funziona fino a metà circa. Devo dire che al suo primo ricordo in cui apprendiamo che ha avuto un "problema" con il sesso femminile, mi si è accesa una lampadina e ho capito come sarebbe andata a finire.
    CITAZIONE
    Esplose in un fradicio splash a non più di cinque centimetri dalla morbida pelle della coscia della ragazza.

    Non me ne intendo molto - cavolo ancora non ho steccato nessuno! :P - ma ho la sensazione che la pelle di un cadavere non sia "morbida".

    Nel complesso è ben scritto ma forse la mancanza di originalità - non te la prendere, capita spesso anche a me di non esserlo!! - lo rende poco incisivo. Per me è un buon due, ma due.
     
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  7. ferru
     
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    Ciao Giorgio.

    SPOILER (click to view)
    Il racconto è scritto bene. La storia però mi sembra un poì abusata: il solito "sfigato". Diventa prevedibile. Fai attenzione alle maiuscole dopo i punti, anche se credo che tu sia andato a capo involontariamente. Ci sono alcune frasi un po' artificiose, costruite: come l'incipit. Voto due


    Ferruccio Gianola
     
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  8. rehel
     
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    Io ho trovato la scrittura di questo racconto eccellente. Ne è esempio l'ottimo incipit dove troviamo un goccia suicida che si lancia dalla fronte imperlata di sudore! Ottimo... :)
    Pittosto debole invece il finale della storia, forse perché tempo fa, qualche annetto, a dire il vero, scrissi assieme al buon Stefano V., un racconto per certi aspetti piuttosto simile.
    Tuttavia mi pare che anche gli altri commenti mettano in luce questo aspetto di scarsa originalità.
    Comunque io mi sento di dare un buon tre, forse non pienissimo, ma tre, comunque.
     
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  9. Alessanto
     
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    Scritto bene. Alcune frasi davvero ben rese.

    SPOILER (click to view)
    La sorpresa, però, non regge. In particolare quando viene fatto il riferimento alle ragazzine.


    Voto 2.
     
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  10. riccardocibi
     
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    SPOILER (click to view)
    semplice, piacevole e ben costruito. Godibile la scena del trillo malefico. 3
     
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  11. marramee
     
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    Non è facile scrivere un racconto tutto incentrato sulla sorpresa finale, perché i rischi sono sempre due: che il finale deluda, o che la sorpresa non sia più tanto sorpresa. Quindi, pur non essendo affatto deluso dal finale, ed essendomi gustato il raccontino, devo riconoscere che, per quanto piacevole, non riesce a sorprendere più di tanto. Indeciso tra il due e il tre, ti do tre, anche se non del tutto pieno.
     
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  12. Gabriel913
     
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    Non mi è dispiaciuto affatto. L'unica pecca è la relativa prevedibilità,secondo me che però altri ti hanno già fatto notare. Secondo me meriti un bel 3
     
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  13. Piscu
     
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    l'ho trovato abbastanza prevedibile. ho capito dove sarebbe finito quando parla del suo bisturi. poi il solito riassunto della vita frustrante che conduce allo squilibrio mentale, i problemi con le donne eccecc.

    non è scritto male, ma l'eccessiva frammentazione dei paragrafi con decine di ritorni a capo non mi piace molto.

    segnalo:

    "E si che"
    accento sulla I



    metto due.
     
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  14. Yue07
     
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    Sono d'accordo con Piscu. Sarebbe stato meglio se avessi evitato quella tirata da "sfigato" (scusa l'uso di questa parola che detesto) con le donne che immancabilmente impazzisce, non il massimo dell'originalità.
    Sullo stile non ho molto da dire, tranne:

    CITAZIONE (giorgio.marc @ 2/10/2009, 11:03)
    Una goccia di sudore si lanciò suicida dalla fronte imperlata.
    Esplose in un fradicio splash a non più di cinque centimetri dalla morbida pelle della coscia della ragazza.

    Una goccia che "esplode"? non è un po' esagerato?
    Sarebbe un 1 e mezzo stentato che quindi non può essere arrotondato a due. Mi dispiace.

    Edited by Yue07 - 13/10/2009, 16:25
     
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  15. slacky
     
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    pensava osservando i segni violacei che la poverina aveva intorno al collo, ai polsi e alle caviglie.

    Poverina mi sembra fuori registro. Non userei il diminutivo.

    "L’espressione atterrita, provata da atroci sofferenze e quell’implicita richiesta d’aiuto, bloccata nel tempo sul volto tumefatto, risvegliavano in lui una potente emozione.
    Eppure c’era un non so che di ammaliante in tutto questo. Gli creava dipendenza."

    "bloccata nel tempo"? Che vuol dire?
    "potente emozione"? Cioè?
    "un non so che di ammaliante"? Cioè?

    "Era veramente un bellissimo oggetto."? Chi sta parlando l'autore del testo o l'io narrante? Non andrebbero fatte intrusioni d'autore. Deve essere l'io narrante a parlare e non chi ha scritto la storia.

    "lo faceva sentire male e, al tempo stesso, benissimo" È un po' contraddittorio. Il concetto andrebbe espresso meglio magari dando un accenno alla personalità della persona che a primo avviso sembra un maniaco omicida necrofilo e alla fine è un banale personaggio di una narrazione che vorrebbe dare chissà quale effetto.
    Il racconto oltre che scontato è scritto maluccio.

    Non mi sento di dare più di 1.
     
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15 replies since 2/10/2009, 10:03   243 views
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