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Ristrutturazione
- Verde. Andrea, verde. - L'hai già ripetuto quaranta volte. Verde. Fattene una ragione. - Ma... E' verde. Hai visto? L'uomo si fermò di scatto sulla soglia, voltandosi indietro con un'espressione vagamente omicida negli occhi. - Basta, Michele. Non posso farcela a vivere con te, se non accetti un fatto semplice come questo. Il bagno è verde. Se avessimo avuto potere decisionale sulla cosa, lo avremmo fatto come piaceva a noi. Non è andata così. Pazienza. Il ragazzo fece un lungo sospiro e poi fece segno di sì con la testa. - Va bene.- Mormorò, depresso. - Forza, andiamo avanti. Abbiamo ancora così tanti orrori da scoprire, qui dentro. - Smettila di essere così ottimista, dai. - Senti, io non sono come te. Non mi adatto facilmente ai luoghi. E vedere che la nostra casa è stata trasformata in questo modo da un branco di muratori con l'estro creativo mi abbatte! L'uomo tornò indietro di qualche passo, fino a raggiungere Michele. Meglio essere gentile. Se l'altro fosse entrato in una delle sue crisi piene di sbalzi di umore e domande filosofiche, sarebbe stato irrecuperabile per due settimane come minimo. - Per ora abbiamo il bagno verde e dei gradini extra tra il cucinotto e la sala da pranzo. Poteva andare peggio.- Disse, sforzandosi di fare un sorriso comprensivo. - Pensa se avessero... che so, diviso in due la sala da pranzo. Quello sarebbe stato un grosso trauma, visto quanto ti piace stare lì dentro ed esplorare tutti gli angoli. - Il mio angolo preferito era quello dove adesso hanno messo quegli orribili gradini!- Piagnucolò il ragazzo. - Odio le case che vanno di moda adesso, i loro colori e i loro arredamenti. Mi mettono agitazione. - Non metterla sul piano dello shock culturale, eh? - Non è che puoi cambiare la mentalità delle persone così come cambi il colore a una stanza. Andrea scosse la testa, arrendendosi di fronte alla testardaggine dell'altro. Riprese il giro della casa, ignorando se il ragazzo lo stesse seguendo oppure no. D'accordo, il suo coinquilino non aveva proprio tutti i torti. I cambiamenti infastidivano anche lui. Ma non potevano farsi sconvolgere così da qualche parete tinteggiata a nuovo! Era sempre casa loro, quella. Entrò nel salotto con decisione e si ritrovò al centro di uno scempio mai visto. Un orripilante color senape aveva coperto le confortevoli pareti bianche (un po' ingiallite dal tempo, sì, certo, ma quando impari ad essere amico del tempo, l'ingiallimento non ti disturba più.) E c'era una panchina in muratura, tra la finestra e lo spazio dove di solito stava la pianta di ficus. - Andrea.- Il ragazzo gli arrivò alle spalle, la voce ridotta ad un rantolo. - Lo so. Miki, lo so. Senape. Non andare fuori di testa, ti prego. Sono già abbastanza alterato per conto mio. - Non è quello. Vieni a vedere! Andrea abbandonò il salotto profanato e seguì Michele attraverso il corridoio sul quale si affacciavano le camere. Michele puntava decisamente verso la stanza in fondo a sinistra, solitamente utilizzata come stireria e ripostiglio. Quando vi si affacciò, un briciolo della devastazione interiore del ragazzo raggiunse anche lui. Assi da stiro e scatoloni erano scomparsi, per lasciare posto ad un lettino a cancelli bianco, un armadio bianco, decorato con orsacchiotti e coniglietti, e un altro sinistro oggetto nell'ombra, che poteva essere una bilancia da neonato in equilibrio su un fasciatoio. - Com'è possibile che non ce ne siamo accorti?- Domandò Michele, con la nota tragica di una scenata impellente nella voce. - Calmati.- Andrea impose a se stesso di stare calmo, più che all'altro. - Non è così terribile. Siamo sopravvissuti alla primogenita. Allora era tutto rosa. Ti ricordi? Magari questo è un maschio. - Ma è un bambino piccolo. Sarà un incubo. E poi lo sai che i mocciosi di oggi non si spaventano con niente! Di tutte le volte che ho tentato un approccio con la ragazzina, l'unica volta in cui sono riuscito a farle venire un colpo è stato quando ho rovesciato per sbaglio una tazza di caffè sui suoi compiti. - Sarà sempre un bambino. Magari sarà fifone e noi ci divertiremo. Oh, per favore, smetti di lamentarti, riesci a deprimere anche me! E' solo una ristrutturazione della casa. E c'è una bestiola in arrivo, d'accordo. Avresti preferito che avessero chiamato un esorcista per sistemare noi due, come hanno fatto i Luciani con Agnese? - No, no, certo che no. E' che mi sembra di aver già dovuto subire una buona quota di cambiamenti, in vita mia. - Non tirare fuori la scusa della mentalità dell'uomo del diciottesimo secolo, non attacca più. - E allora, cosa dovrei fare? - Goderti l'idea di avere ancora una casa da infestare, amico mio. Guarda che è una signora casa, questa! Mica viviamo in un condominio di merda, con tre stanze e al massimo un ascensore per provocare qualche spavento. E' una villetta meravigliosa, e qui intorno stanno costruendo. Significa nuove case. Magari ci muore qualcuno, durante la costruzione. E avremo dei vicini. Non c'è motivo di piagnucolare: la vita è piena di possibilità!
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(Domani parto, quindi non potrò rispondere ad eventuali messaggi. Rispoderò dal 16, e cercherò di commentare quante più storie degli altri riuscirò a leggere. Ciao!)
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