L'Occhio di Arge
  • Poll choices
    Statistics
    Votes
  • 3
    55.56%
    5
  • 2
    33.33%
    3
  • 4 (max)
    11.11%
    1
  • 1 (min)
    0.00%
    0
Guests cannot vote (Voters: 9)

L'Occhio di Arge

di Daniele Picciuti (horror - 30mila car. circa)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Daniele_QM
     
    .

    User deleted


    L’Occhio di Arge
    (di Daniele Picciuti)

    Editato dall'autore.
    Per chiunque voglia leggerlo, lo trovate QUI.

    Edited by Daniele_QM - 4/7/2010, 04:45
     
    .
  2. Paola_Milli
     
    .

    User deleted


    com'è che mi sembra di averlo appena letto? :P
     
    .
  3. Daniele_QM
     
    .

    User deleted


    Ah già, ho dimenticato di dire: direttamente dalla revisione post-macelleria!!! :D
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Amante Galattico

    Group
    Utente
    Posts
    10,040
    Location
    Don't stop believin'

    Status
    Offline
    Ciao,
    per una volta ti leggo subito

    SPOILER (click to view)
    premetto che mi è piaciuto parecchio; ha un certo gusto alla Lovercraft che non è facile da beccare.
    Lo stile è a tratti un poco lento, in qualche passaggio un poco esagerato e fin tropppo ricercato considerata la situazione (soprattutto quando si tratta non di descrizioni, ma di riflessioni), ma scorre molto bene, sia nei dialoghi che nelle descrizioni. Molto bella l'ambientazione, anzi è messa giù in maniera splendida. L'idea non è certo nuova, ma è ben gestita per tutta la prima parte del racconto. Buoni anche i personaggi.

    Sono un pochino perplesso dalla struttura: non nell'impostazione, ma nel risultato. Nel senso che il primo capitolo (che poi è il penultimo) gioca a essere vago (giustamente), ma risulta un poco criptico perché mette troppe cose di cui il lettore non sa ancora i particolari; lo avrei preferito (ma è gusto personale), meno denso... solo un'introduzione con alcune cose da scoprire lungo la narrazione.

    Ho un problema, di poco conto, sulla scena dal benzinaio: nel senso che il vecchio è alla macchina, la macchina è vicina alla pompa, Fabrizio è "fermo accanto al distributore ", ma tutto quello che accade dopo sembra che invece siano a distanza di parcchi metri.

    Comunque mi è piaciuto... ma non il finale. Diciamo che le ultime 20 righe mi hanno deluso. Sia la spiegazione storica in tre righe, che invece avrei lasciato sfumata, in secondo piano, con qualche elemento messo qua e là, in modo che sia il lettore a rimanere un poco nel mistero e anzi, è una situazione che era ancora più affascinante nel mistero, perché il focus del racconto è su altro... ed è anche un gran bel focus.

    E il lieto fine ci sta male: è forzato, forzatissimo. La soluzione mi pare un pretesto, un robo posticcio, una roba alla McGuyver.
    Che muoia, che fugga impazzito, che venga eliminato o segregato... ma perché deve diventare, così facilmente, uno di loro? Secoli e secoli e poi bastano 5 minuti?
    Ecco. No.

    Ma il voto 3 te lo meriti tutto.


    VARIE

    -Nei dialoghi con il trattino, non serve mettere punti e virgole se dopo il trattino riprende il discordo indirretto. Ovvero non "- Vieni. – Gli faccio cenno di seguirmi ed entriamo insieme nel bar.", ma "- Vieni – Gli faccio cenno di seguirmi ed entriamo insieme nel bar."

    - "È uno di quei localini fatiscenti" - il diminutivo, per me, ci sta male

    -"che mi divelle il cuore" - !!!!!!!!!!!!

    -..."da dove venivo? e che sapevo .. ", "E’ un album" - refusi

    - E toglierei i tre puntini di sospensione nei discorsi indiretti (anche se sono i pensieri/riflessioni dei protagonisti).

     
    .
  5. rehel
     
    .

    User deleted


    Eccomi!
    Ti dico subito che io mi tengo più scarso di Alberto. Forse perché a me Lovecraft non piace (non mi è mai piaciuto).
    SPOILER (click to view)
    Io separerei stile e intreccio.
    Lo stile è buono, l’intreccio invece mi lascia meno soddisfatto. Forse troppo abusato “il villaggio dei dannati” che metti in scena e che richiama fatalmente centinaia di altre storie. Forse il finale un po’ fiacco e al quale sempre Alberto fa una intelligente annotazione – troppo facile diventare uno di loro- , insomma, mi ha lasciato un po’ freddino.
    Hai cercato di ingarbugliare la matassa con l’inizio, e questo va bene, ma poi si capisce abbastanza presto (Troppo) che tipo di storia si leggerà e dove si andrà a parare.
    Le cose migliori, oltre allo stile, sono rappresentate dalla buona ambientazione, in certi passaggi ho avuto delle chiare “visioni” di quei luoghi.
    Un dubbio: ma devono sempre essere così mostri questi mostri? Non si corre il rischio di ingenerare l’effetto opposto?
    Una domanda: hai mai letto U BOOT di Alfonso Dazzi? Credo che nel web lo si possa ancora trovare. Leggilo, avrai una folgorazione. Una storia eccellente, durante la quale non si vede nessuna di quelle belve-mostro che devono esserci da qualche parte sulla nave. Eppure la tensione è tangibile.
    A proposito, che fina ha fatto Alfonso?
     
    .
  6. Alessanto
     
    .

    User deleted


    Per il commento ti rimando alla macelleria in particolare per la parte dell'esplosione.
    Il voto in chiave USAM è 2.
     
    .
  7. Daniele_QM
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Alessanto @ 5/6/2009, 13:23)
    Per il commento ti rimando alla macelleria in particolare per la parte dell'esplosione.
    Il voto in chiave USAM è 2.

    La parte dell'esplosione l'ho modificata. Ho cambiato un po' di cose dall'edizione della macelleria.
     
    .
  8. Alessanto
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Daniele_QM @ 5/6/2009, 13:49)
    CITAZIONE (Alessanto @ 5/6/2009, 13:23)
    Per il commento ti rimando alla macelleria in particolare per la parte dell'esplosione.
    Il voto in chiave USAM è 2.

    La parte dell'esplosione l'ho modificata. Ho cambiato un po' di cose dall'edizione della macelleria.

    Si, l'ho notato. Infatti è meno GDRistico nella parte iniziale e nel complesso scorre meglio.
    Secondo me, però, la pompa di benzina è sempre appiccicata lì in modo forzato. Fossi in te la toglierei del tutto. L'idea non è per nulla malvagia, struttura meglio il tutto. Togli alcune parti che sanno di già visto.
     
    .
  9. esimon
     
    .

    User deleted


    Niente male. un racconto alla Lovecraft, come ha già detto qualcuno. Scorre e mantiene viva l'attenzione, e non s'incasina per niente nei passaggi tra i punti di vista.
    Il finale non mi ha coinvolto particolarmente ( gusto mio :) ) e forse manca di quell'originalità che ti fa dire "bello davvero!".
    Comunque un racconto scritto molto bene che mi ha affascinato e divertito.
    Do un 3 pieno.
    Simone
     
    .
  10. silente2.0
     
    .

    User deleted


    Dunque.

    Tutte quelle E accentate e le d eufoniche potrebbero costarti il declassamento da Aguzzino a Sorvegliante Semplice, lo sai?, soprattutto considerando che sottolinei che il racconto è la versione post-macelleria. Correggi!!! :D

    Sono sempre molto affascinato da queste vicende dal sapore lovecraftiano, e, in generale, da tutto ciò che coniuga mare e horror. E vado sempre in brodo di giuggiole quando ho a che fare con strutture non lineari, che inseriscono flashback e vari punti di vista. Per non parlare della narrazione al presente, che adoro come il tiramisu.

    Però, mi sembra che il racconto, nel complesso, viva un po’ troppo di alti e bassi, che non sia sempre equilibrato, e mi ha lasciato insoddisfatto in più punti.

    Bene, benissimo l’ambientazione, ben ricreata, resa credibile e malsanamente gradevole da immaginare per mezzo di poche parole e poche pennellate che lasciano impressi quegli scenari.
    Credo però che la storia abbia un bel potenziale inespresso, e l’accenno finale alla cultura greca poteva essere approfondito qua e là, seminando indizi, accenni, ammiccamenti. Si ha sempre un’impressione chiaramente lovecraftiana della vicenda, e quel finale, così piacevole e inaspettato, se sviscerato di più, avrebbe dato un’impronta diversa e molto più accattivante, nonché parecchio più originale del solito.
    Perché, sì, l’intreccio è discreto, ma mi sembra un po’ troppo veloce, con non troppo mordente. Lei che deve ritornare a casa per il Rito, lui che la segue e trova gli abitanti del paesino che gli scassano i maroni, per non parlare della conclusione buonista, troppo buonista. Sarebbero serviti più personaggi di contorno, più paesani bizzarri (il benzinaio, il barista e la mamma sono pochini, non si ha l’idea completa del villaggio dei dannati).

    Poi mi sembra che te la cavi troppo facilmente sul passato di lei e sul modo in cui lo tiene nascosto al moroso. Voglio dire, fanno un viaggio in macchina di svariate ore, avrebbero dovuto parlare, capire, e se lei proprio faceva la misteriosa lui avrebbe dovuto arrabbiarsi o preoccuparsi di brutto.
    E poi è tutto molto veloce. Uccide il benzinaio mostro, e okay, crede di salvare la fidanzata uccidendo la sua mamma, e okay, ma non trovo sempre credibile il rapporto odio/amore verso Maria, non sempre spontaneo, forse troppo artificiale.

    Lo stile mi pare buono, magari a volte ti soffermi troppo su espressioni poetiche che non stanno molto bene in un io narrante al presente, altre sei un po’ troppo svelto e servirebbe più grinta e precisione, ma comunque, nel complesso, si fa leggere bene.

    Un po’, dubbioso, infine, sulla struttura. Trovo anch’io troppo criptico il capitolo iniziale, che magari potevi inserire in una maniera più lineare nel corpo della storia, soprattutto considerando il fatto che è narrato in prima persona al presente, e dunque, tutto quello che succede prima del ritrovamento del corpo di Maria, è successo nel passato, e con questo tempo verbale avrebbe dovuto essere raccontato, per poi tornare al presente alla fine.
    Va be’, qui si entra in un campo di pura rompicoglioneria. :P

    Clicco 2. :)
     
    .
  11. riccardocibi
     
    .

    User deleted


    Ciao
    SPOILER (click to view)
    mi piace molto l’atmosfera di questa racconto, dalla quale sembra potrebbe scaturire ogni cosa e tuttavia, nel finale le attese si dissolvono. La storia si sviluppa in modo prolisso. I passaggi da lui a lei, mi sembrano meccanici; lei ha un ruolo passivo, che, oltre alla necessità di essere reticente, non mi spiego bene; mentre lui dapprima reagisce e poi, non troppo comprensibilmente, si lascia coinvolgere.
    La struttura tutta al presente, mi sembra, blocchi l’emergere del finale.
    Voto 2

    Ciao ric
     
    .
  12. Daniele_QM
     
    .

    User deleted


    Intanto grazie a chi mi ha letto finora. Mi pare che le critiche maggiori finora siano sulla struttura e sul finale. Sulla struttura credo sia più una questione di gusti, per quanto concerne il finale vorrei spiegare che non si tratta per niente di un lieto fine, come ipotizzato da qualcuno.
    SPOILER (click to view)
    Per Fabrizio non è una gran vittoria ritrovarsi trasformato in uno di quei mostri che odiava/temeva. Tutto sommato, lui aveva scelto la morte, che gli viene negata. Trovo più originale questo del solito finale in cui viene divorato dai mostri. In questo diverge dai classici lovecraftiani, o almeno questa è stata la mia intenzione. :)
     
    .
  13. Tunaboy
     
    .

    User deleted


    Ciao

    Dunque, i racconti Villaggio dei Dannati sono oramai un clichè consolidato, ma devo dire che lo stile scelto per la narrazione lo svecchia un po'. Questo mi è piaciuto. La narrazione scorre e nel complesso mi è parso un buon racconto di genere. Per me il finale ci sta tutto. Il protagonista maschile sicuramente odia ciò che è diventato e quindi i rischi di finale buonista sono per me scongiurati, anzi, direi che si tratti di una vera e propria beffa che lui combatta i mostri per poi diventare uno di loro.
    Cosa secondo me poteva essere approfondito.
    Concordo con Alberto, la figure di Arge e del suo mito meritava più spazio, con inserti da inserire nella narrazione qui e là, in modo da svelare pian piano al lettore l'origine del "male". (bella la scelta di utilizzare un mito classico e non il solito mostro oltrespazio). Messo così, sbrigato in due righe di spiegazione finale, mi sembra non gli si renda giustizia.
    Altra cosa moooooolto interessante era il tema dell'amore che diventa odio. I due protagonisti amano essere ciò che sono e quindi finiscono per odiare la diversità dell'altro. Bellissimo. Secondo me, una scelta che potrebbe dare qualcosa in più, sarebbe scegliere di impostare il tutto su questo tema.
    Il voto finale è comunque un 2 abbondante che arrotondo a 3.
    Saluti
     
    .
  14. sgerwk
     
    .

    User deleted


    Il racconto non è male, anche se la storia è un po' un mix fra due idee non nuovissime: "due vanno in un paese e lo trovano pieno di mostri" e "c'è una maledizione sulla tua famiglia". Però devo dire che il racconto è scritto abbastanza bene, e la storia è comunque abbastanza originale.

    In alcune parti ci sono frasi troppo pesanti; va bene una ogni tanto, ma in certi pezzi ce ne sono troppe, e rallentano la narrazione. Questo vale in particolare per la prima parte e l'inizio della seconda.

    Buone le ambientazioni; non troppo lunghe, ma fanno capire perfettamente dove l'azione si sta svolgendo.

    Qualche nota:

    "non è proprio una passeggiata [...] Il paese non è che" le affermazioni per negazione credo che vadano evitate, mentre qui ce ne sono due vicine

    "ciò che vuole e so di essere una facile preda" qui metterei il punto al posto della congiunzione

    "Non saper dirle" secondo me, "Non saperle dire" suona meglio

    "Il movimento sotto la stoffa, un'increspatura che gli scorre addosso come un'onda sulla superficie piatta del mare." questa non l'ho capita; forse direi "UN movimento sotto la stoffa"? Scrivendo "il" dai l'impressione che il lettore dovrebbe avere capito di cosa stai parlando, mentre io personalmente non avevo capito (inizialmente avevo capito un'altra cosa, ma lasciamo perdere)

    "Sono fermo accanto al distributore" questa cosa mi sembra più naturale dirla due paragrafi prima, dove c'è "finché qualcosa mi pianta lì sull'asfalto."

    "D'istinto afferro la pistola della pompa di benzina" certo che è un istinto un po' strano; difendersi con la pistola della pompa di benzina?

    "ringrazio Maria che lo faccia" direi "ringazio che Maria lo faccia"; oppure "ringrazio Maria per farlo"? oppure anche "che lo fa"? Non sono sicuro.

    Nel pezzo in cui Fabrizio ritorna alla pompa di benzina mi sembra che, dato che è una scena d'azione, il linguaggio dovrebbe essere più semplice. Tipo "mutò espressione" -> "cambiò espressione", "i tentacoli attaccano a dimenarsi" -> "i tentacoli prendono a dimenarsi", "correndo folli sull'asfalto" -> ""

    Farbizio (due volte)

    "attraversata da scariche elettriche violacee" mi sembra un'immagine un po' troppo comune

    "in segno di scuse": direi "di scusa"

    "nessuno saprà mai più niente... - Ora sei uno di noi." mi sembra una successione troppo veloce; manca il fatto che sono usciti, magari una descrizione di dove stanno quando il padre inizia a parlare, ecc.

    "forum di Quintomondo, saranno affidati" la virgola è di troppo

    No, aspetta, questo non fa parte del racconto... :azz:

    :D :D

    Voto: 3
    Motivazione in breve: non originalissimo, ma evocativo e ben scritto

     
    .
  15. Daniele_QM
     
    .

    User deleted


    Grazie ragazzi dei vostri commenti! :D
     
    .
15 replies since 1/6/2009, 12:04   455 views
  Share  
.