Il voto massimo va per la particolarità del racconto, per la scelta di cambiare scena\stile (dal racconto familiare passi all’horror, tutto in chiave “ironica”, quindi all'azione). Ottima tecnica nei dialoghi. Da lettore\spettatore ho percepito un qualche riferimento a film come gremlins e vari, nella parte riguardante gli elfi, poi è subentrato jurassik park\Godzilla (per tua stessa ammissione
). Le note negative riguardano appunto una visione forse troppo “cinematografica” della narrazione. Se devo approfondire l’analisi risulta un poco difficoltosa la costrizione che mi hai fatto fare nel cercare la chiave di visualizzazione delle scene differenti l’una dall’altra, non con la sola descrizione a parole, ma con stacchi di stile forse più congeniali a una sceneggiatura che a un racconto. Insomma oltre che letto andava anche visualizzato altrimenti con le semplici descrizioni mancava la chiarezza delle scene. Non so se mi sono capito. Ma questo è. Rimane comunque un gran bel racconto e da voto massimo.
Piccola nota. Nell’insieme del racconto ci sono alcune frasi che non avrei inserito in modo “didascalico” (forse era meglio spiegarlo in altro modo, così a parlare sembra che non sia più il protagonista ma un narratore esterno alla storia):
CITAZIONE
E io ora penso al marito di Giannina: zio Isidör. Perché? Forse perché somigliava a uno di questi folletti. La zia era andata a scovarlo nel Tirolo. Raccontava sempre un sacco di storie, parlando mezzo austriaco. Una volta ci parlò del mito nordico di Santa Claus e della lotta col suo eterno rivale: Knecht Ruprecht, il ruba-bambini.
Knecht Ruprecht?
CITAZIONE
“Una vibrazione d’urto” direbbe Ian Malcolm sentendo il T-Rex che si avvicina.
CITAZIONE
– Sai che Babbo Natale non è altri che San Nicola di Mitra?