Sorpresa di Natale
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Sorpresa di Natale

di Simone Lega - genere natalizio/suspence car. 7500

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  1. esimon
     
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    Dopo aver chiesto l'autorizzazione al monolito,e dopo averci pensato su a lungo, posto la nuova versione scritta in base alle idee suscitate da molti dei vostri commenti.
    SPOILER (click to view)
    ovviamente saranno inevitabili i "lo preferivo prima!", ma considerando USAM una palestra a prescindere da voti e vittorie, credo per me sarà molto costruttivo poter fare un paragone tra la vecchia e la nuova versione.


    Sorpresa di Natale


    Sergio nemmeno ci voleva andare da quella zingara. Gli davano fastidio queste cose. Fu Beatrice che insistette tanto da convincerlo. Era già brilla, di atmosfera, luci e suoni di Natale. E mentre il bambino faceva impazzire lo zio Aldo, marito e moglie si infilarono nel tendone all’entrata del quale era scritto:
    - Madame Arcangela predice il futuro!
    Divertente, proprio come aveva detto Beatrice! Sergio con dispetto fu felice quando la zingara predisse a sua moglie:
    - Conoscerai qualcuno che stravolgerà la tua vita!
    Siccome era eccessivamente seria, Beatrice incerta la interrogò:
    - Ma… in maniera positiva o negativa?
    E Madame Arcangela, col turbante in testa e orecchini a forma di serpente, scosse la testa meditabonda tra i fumi dell’incenso.
    - Non è una cosa bella.
    Fu la volta di Sergio. Sua moglie stava lì abbattuta per la previsione della zingara e lui rideva. Madame Arcangela disse:
    - Anche tu incontrerai qualcuno. È una persona che conosci già, ma non la vedi più da tanti tanti anni. Qui vedo che l’hai amata molto. Accadrà a Natale.
    Uscirono dal tendone e Sergio stava lì a rimproverare la moglie per la sua credulità:
    - Ma come ti viene in mente di andare da una zingara! Guarda, ora se ti vengono le paturnie te la vedi da sola. Io non ne voglio sapere!
    - Le paturnie? Mi vengono eccome! Innanzitutto spiegami chi è questa persona che hai amato tanto e che dovrebbe ritornare! Spiegami dai! L’ho visto che faccia hai fatto quando la zingara ha detto così, non ti credere!
    - Ma che ne so io! Ma tu sei stupida veramente, ma che credi che quella lì sa davvero leggere il futuro? A Bea! Eddai!
    - E allora perché hai fatto quella faccia? Una persona che hai amato molto! E io dovrei conoscere qualcuno che mi distruggerà la vita! Non sono collegate le due cose, secondo te?
    - Non ha detto distruggerà, non ha detto così!
    - È lo stesso. È una tua ex? Dimmelo, chi mi devo aspettare?
    E pensare che all’inizio Sergio aveva trovato divertente che Beatrice fosse così superstiziosa! E mentre litigavano, tutt’intorno canzoni di Natale dagli altoparlanti, coppiette che urlavano dall’alto di giostre scintillanti, scampanii come di slitte e nell’aria un dolce odore di zucchero filato.
    Ma una volta a casa, Sergio si chiuse in bagno e si mise a riflettere. Beatrice aveva ragione, le parole della zingara lo avevano turbato. E c’era una persona a cui pensava ossessivamente. Solo che non era una donna, ma un uomo.
    Nei giorni che precedevano il Natale Sergio diventava sempre di un’allegria esuberante, quasi euforico. Faceva divertire tutti, si trasformava in una specie di buffone. La notte del venticinque dicembre di tre anni prima si era presentato alla porta vestito da babbo Natale, così ben camuffato che per un attimo Beatrice non lo aveva riconosciuto. Marco invece, che all’epoca aveva quattro anni, gli si era piantato davanti con le mani sui fianchi:
    - Chi sei tu?
    - Sono Babbo Natale!
    - Non è vero. Babbo Natale scende dal camino. Tu sei papà!
    Sergio c’era rimasto male. Lui da piccolo non l’aveva mai riconosciuto suo padre sotto il travestimento di vecchio barbabianca. E’ vero che aveva provato un po’ di delusione nel vederlo così magro, ma c’era cascato sempre. Forse voleva cascarci.
    Però l’obiezione di Marco era giusta. Anche lui l’aveva fatto notare tante volte al suo babbo Natale:
    - Ma perché non scendi dal camino?
    - La prossima volta – prometteva sempre.
    Ma la prossima volta non ci fu mai. Il papà di Sergio una sera litigò peggio del solito con sua moglie, uscì di casa e non tornò più. Con lui se ne andò per sempre il babbo Natale da terzo mondo che Sergio aveva tanto amato. Quanto lo aspettò quella notte di Natale, nella letterina aveva scritto:
    - Per quest’anno non voglio regali, rimandami solo il mio papà.
    Babbo Natale non venne. Sergio la prese come un’offesa e smise di credere in lui. A scuola, quando i bambini raccontavano:
    - A me babbo Natale ha portato questo… a me quello…
    Sergio li picchiava. Sabotò per anni gli alberi di Natale che sua madre e il nuovo compagno mettevano in piedi e arrivò perfino a chiudere lo sportello del camino, sai com’è. Ma ormai da tempo aveva capito chi c’era in realtà sotto il vestito del suo babbo Natale del terzo mondo, e questo gli fece odiare quella notte ancora di più. Sua madre fomentava la sua rabbia dicendo:
    - Che bel padre che hai! Neanche una cartolina, una telefonata, un vaglia! Meno male che c’è Pietro, perché ti ostini a non chiamarlo papà?
    Sergio non lo chiamava papà perché Pietro diceva le parolacce e lo picchiava.
    E poi di nascosto lui ancora voleva bene al suo papà, e anche a Babbo Natale.
    Col trascorrere degli anni l’odio si era rarefatto, come il ricordo di quella notte. Adesso era un uomo come tanti. Natale una festa come tante. Fino alla predizione della zingara che fece risalire tutta la bile nascosta.
    Quel 25 dicembre sarebbe stato diverso. Sergio decise che non avrebbero festeggiato nulla.
    L’albero era già stato montato. Sergio lo gettò nella spazzatura addobbato com’era. Via nastrini, babbini e quant’altro, ed era pronto con la chiave d’argento per sigillare di nuovo la porta del camino ma la trovò già chiusa.
    Ah già! Non l’avevano più riaperta, meglio così!
    E mentre il bambino piangeva perché Babbo Natale - “senza dubbio!” , precisò Sergio – quell’anno non sarebbe venuto, telefonò ad amici e parenti per dire che la cena tradizionale stavolta non ci sarebbe stata.
    Fu una notte di Natale molto triste per ognuno di loro. Seduti a una tavola apparecchiata di bianco, la tv spenta, Beatrice con le sue fisime non ancora sopite riguardo la vecchia fiamma di Sergio che presto sarebbe risorta tra loro, Marco triste perché quell’anno niente regali, e Sergio col suo odio per suo papà e per Babbo Natale.
    Tuttavia la tristezza di Marco Sergio proprio non la poteva sopportare. Perciò aveva preso un dolce – non natalizio! – nella speranza di risollevare un po’ il morale della famiglia. Dopo cena andò a prenderlo, l’aveva lasciato sul tavolo in salone, i suoi non ne sapevano niente. Stava ritornando con un mezzo sorriso quando vide la porticina del camino aperta.
    - Chi è stato ad aprire il camino? – tuonò irrompendo in cucina.
    - Marco sei stato tu? Dammi la chiave che ora lo chiudiamo!
    - No papà! No! Dagli una possibilità! Dagli una possibilità a Babbo Natale!
    - Dammi la chiave o lo muro quel cavolo di camino!
    Il bambino corse a difendere col suo corpo la pancia del camino. Nel vedere gli occhi fiammeggianti di Sergio che gli veniva contro si rifugiò dentro.
    - Esci da lì!
    - No, papà!
    - Esci o ti chiudo dentro!
    - Lascialo stare il bambino, ma che ti prende oggi? Hai incontrato qualcuno che ti ha innervosito?
    Strillò Beatrice, senza perdere l’occasione di lanciare una delle sue solite frecciatine.
    - Esci da lì Marco!
    - Papà!
    - Esci!
    - Papà!
    - Che c’è?
    - Papà cos’è questo?
    - Cos’è questo cosa? Guarda che non attacca Marco! Esci subito!
    - C’è Babbo Natale!
    - Che?
    - C’è Babbo Natale!
    - Marco guarda stai passando il limite! Questa è una gran stronz…
    - È rimasto incastrato, aspetta che lo tir…
    Dal camino franò un torrente di detriti neri, Marco spaventato saltò fuori come un gatto. Sergio rimase lì a tossire, la faccia tutta nera.
    - E quello che cosa è! – urlò isterica Beatrice, che forse alla fine avrebbe preferito incontrare lavecchia fiamma di Sergio.
    Dal camino era caduto giù una specie di gnomo verdastro, rachitico, vestito da babbo Natale.
    Nonostante i trent’anni passati in quel camino lo avessero decisamente cambiato, Sergio lo riconobbe subito.
    - È babbo Natale! – esclamò Marco. – ma è morto! – non sembrava impressionato. Se lo studiava da lontano, poi realizzò, quasi ridendo:
    - Sembra il babbo Natale del terzo mondo!

    Simone Lega


    Edited by esimon - 11/12/2008, 21:17
     
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  2. Daniele_QM
     
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    Gli ho dato un 3,
    SPOILER (click to view)
    l'ho trovato molto carino. A un certo punto si intuisce che potrebbe essere lui a morire - e rivedere il padre come dice la chiromante - e invece lo "incontra" nel camino!!
    Mi è piaciuto. :)
     
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  3. Okamis
     
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    Dunque...
    Ammetto che se non fosse stato per il bel colpo di scena finale il mio voto sarebbe stato uno. A mio avviso si tratta di un buon racconto in potenza, ma che va rivisto in parecchi punti.
    Innanzitutto il narratore. Il tuo è un narratore onniscente, forse sin troppo. Per tutto il brano ti limiti a raccontare le sensazioni del protagonista, senza però mai mostrarle. Personalmente ho sempre preferito mostrare che raccontare (magari lasciando all'intelligenza del lettore il dover fare le dovute conclusioni su quanto provato dai personaggi), ma questo è forse una questione più di gusti personali.
    Seconda questione: la chiromante. Fossi in te taglierei quella parte perché fa intuire con troppa facilità il ritrovamento del padre (sebbene tale "ritrovamento" non sia quello che ci si aspetterebbe). Però, sai, qualche lettore potrebbe intuire la tua trovata e allora l'effetto finale andrebbe a svanire.
    Le ultime note riguardano un paio di frasi da rivedere secondo me.

    CITAZIONE
    Ricordava l’odore delle sigarette che fumava, erano Diana blu.

    Personalmente la trasformerei in:

    CITAZIONE
    Ricordava l’odore delle sigarette che fumava: erano Diana blu. (non vorrei dire stupidate, ma mi pare che anche "blu" in questo caso vada maiuscolo, ma non ne sono sicurissimo visto che ho smesso di fumare da anni XD)

    CITAZIONE
    Accadeva nel periodo in cui fece visita alla chiromante.

    Qua il problema sono i verbi. Visto che la scena si svolge una sola volta userei solo il passato remoto

    Bom, ho finito. Voto finale: 2 sulla fiducia ;)

    Noto solo ora che non ti sei autovotato. Ricordatelo, altrimenti nel caso ricevessi un 4 quello non verrebbe conteggiato ;)
     
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  4. esimon
     
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    :) A Okamis:
    SPOILER (click to view)
    è un racconto particolare (diciamo così :shifty: ) me ne sono reso conto ancora prima di scriverlo, quando ancora l'avevo solo in testa. Onestamente sia stile che lunghezza sono voluti, ma ovviamente non significa che non debbano essere criticati, anzi! In giro ho raccolto impressioni discordanti, sono curioso di vedere che sensazioni suscita qui. bella la dritta della zingara, ne terrò conto e probabilmente nei prossimi giorni seguirò il consiglio, grazie.

    E grazie a Daniele per l'attenzione e tutto.
    Ciao :)
     
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  5. federica68
     
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    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Era stato un uomo bello e affascinante,
    (...) Era un bell’uomo suo padre,

    ripetizione dello stesso concetto in poche righe

    CITAZIONE
    E il suo sguardo tornava quello di quando era bambino, ma triste. Tanto triste.

    non lo vedo così.
    se è lo sguardo di quando era bambino, non è triste.
    E se è quello che aveva dopo la scomaprsa del padre, non ci vuole il "ma".




    CITAZIONE
    Aveva rintracciato una sua vecchia fiamma:
    - Se n’è andato con Tina. Non mi ricordo il cognome, hanno avuto pure un figlio mi pare.

    Non gira.
    Se si dice che lui sia scappato con una donna, non ha senso cercare una sua vecchia fiamma. Non credo che lei potesse saperlo.
    Ammesso che Sergio, allora bambino, sapesse chi era questa fiamma, il che implica che sapesse il chi e il come della vita privata di suo padre, il che è inverosimile. Non sono cose che si dicono ia bambini, queste, specie se figli dei diretti interessati... e se da adulto Sergio ha ricostruito gli indizi per risalire a lei (cosa poco verosimile, dopo che sono passati anni... un uomo che ha un'amante non lascia in giro indizi, di solito), dovresticomunque dirlo
    CITAZIONE
    a un certo punto colle lacrime agli occhi

    con le

    CITAZIONE
    si arrese e tento di risalire.

    tentò
    CITAZIONE
    gli echeggiavano in testa:
    - il nostro camino è vecchio e rotto.

    maiuscola per il discorso diretto
    CITAZIONE
    Sembrava un vecchio vestito da babbo Natale, e dentro brillava qualcosa, c’era un teschio.

    e le altre ossa?

    Visto che ti ho seganalato le cose che secondo me stridono, ti dico che a mio parere la storia si regge su un presupposto inverosimile.
    Un cadavere nel camino puzza. Puzza tantissimo. Perde liquidi di decomposizione che scendono nel camino e vengono trovati nel focolare; ci sarebbe stata un'invasione di mosche, e di larve di mosca, insetti vari, forse addirittura topi in casa. Impossibile che nessuno si sia accorto che stava là.
    Poi: possibile che a nessuno in 30 anni sia mai venuto in mente di far sistemare il caminetto per poterlo usare? o che qualcuno abbia provato a usarlo? avrebbero visto che era tappato, e avrebbero visto da cosa, anche se non si fossero accorti della puzza e del resto.

    mi spiace, ma per me la verosimiglianza è fondamentale nella trama, a meno che non sia dichiaratamente un racconto del tutto fantastico, ma allora avrebbe un altro costrutto da quello che hai dato tu.
    E questa è una pecca troppo grossa, fa troppa acqua.




    Ti direi di rivederlo in chiave realistica. Così com'è non posso andare oltre il 2, mi spiace tantissimo




     
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  6. esimon
     
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    A Fede68 :) :
    SPOILER (click to view)
    non c'è problema, mi aspettavo obiezioni del genere (anzi di più, per esempio: può un uomo infilarsi in un camino con vestito di babbo Natale gonfio e sacco pieno di doni?)
    Quindi non posso che darti ragione. Anzi mi aspettavo peggio. Anche se con tutte le sue stramberie ci trovo un senso finale che mi piace e che, chiamala pigrizia o forse un mio strano senso delle proporzioni, in questo caso volevo fosse espresso così. Ingenuo come il natale, forse. :D
    Ok, tre modeste obiezioni (giustificazioni?) alle tue obiezioni: riguardo il teschio alla fine, non è che non ci siano le ossa, è che il teschio è l'unica cosa visibile.
    poi, sulla putrefazione, so dei liquidi e di tutte le schifezze che un corpo espelle, e so che tu sai perché se non sbaglio fai l'infermiera. Ho pensato che magari condizioni particolari, un camino, potessero provocare una sorta di "mummificazione", come le salme al convento dei cappuccini di Palermo. Era un ipotesi, ma mi fermo di fronte alla tua esperienza.
    CITAZIONE
    E il suo sguardo tornava quello di quando era bambino, ma triste. Tanto triste.

    non lo vedo così.
    se è lo sguardo di quando era bambino, non è triste.
    E se è quello che aveva dopo la scomaprsa del padre, non ci vuole il "ma".

    Volevo dire che lo sguardo tornava quello di quando era bimbo in senso di ingenuo. Però in effetti può essere espresso meglio.
    ok. Grazie Fede e credimi a mostrarmi le mie "strafalcionerie" mi fai solo bene. Alla prossima

    Ciao
    Simone
     
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  7. federica68
     
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    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE (esimon @ 4/12/2008, 18:49)
    Ho pensato che magari condizioni particolari, un camino, potessero provocare una sorta di "mummificazione", come le salme al convento dei cappuccini di Palermo. Era un ipotesi, ma mi fermo di fronte alla tua esperienza.

    mah guarda, io di solito mi occupo dei vivi :woot:
    ma per la mummificazione naturale credo ci vogliano condizioni particolari di umidità e temperatura
    non credo che un camino sia sufficiente: la gente va e viene e respira e traspira, il che anche senza contare le pentole che bollono e producono condensa, è sufficiente a creare parecchia umidità, e il camino è aperto sopra e sotto, non è isolato... ci son sbalzi di temperatura tra l'inverno e l'estate, fra il riscaldamento dentro e il freddo fuori. È dentro il camino, ok, ma non deve essere molto diverso che se fosse all'aria aperta, direi...

    comunque se hai questo dubbio ti direi di informarti. In rete si trova di tutto, credo si trovi anche questo.
    Mai dare niente per scontato, specie quando rischi l'approssimazione in una parte fondamentale della trama....

    ok io ho la psicosi, in merito, ma ci sono delle auree vie di mezzo :woot: :woot: e tu puoi trovarle

    kiss
     
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  8. Piscu
     
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    due: il colpo di scena è buono, ma non mi piace come è scritto.

    pare che diverse sezioni di testo siano state messe insieme un po' a caso: si parte dall'infanzia, poi c'è un salto di trent'anni, poi è natale, poi appare la chiromante, poi la vecchia amante, poi è di nuovo natale. insomma, l'ho trovato confuso.

    inoltre alcune scelte di termini e punteggiatura non mi sono piaciute (i punti esclamativi, ad esempio).


    infine:

    SPOILER (click to view)
    secondo me dovrebbe essere specificato che nel finale ci si trova nella casa in cui viveva da bambino. ovviamente non sbandierato, ma fatto passare tra le righe (usando qualche scusa come il pranzo con la famiglia).
     
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  9. bravecharlie
     
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    anch'io ho gardito molto la fine, e se fosse stato solo per questa ti avrei certo dato quattro. bella, bella :sisi:

    purtroppo quello che viene prima appare un po' "messo di fretta", o comunque da' l'impressione di essere troppa roba (trent'anni, o poco meno) pressata in uno spazio troppo stretto. Il risultato è che questi avvenimenti, che dovrebbero "preparare il terreno" e calare il lettore nella storia, scorrono via veloci come una sorta di riassunto, e i riassunti non sono il massimo per creare atmosfera e catturare il lettore. Ti suggerirei, se posso, di rimettere mano alla storia e donarle maggiore corposità; i racconti di Natale sono spesso pallosi e vuoti, mentre questo ha un bel finale che merita. Cambierei anche il titolo: forse gioca sull'illusione che la morte sia quella del protagonista, per poi ribaltarla, ma a me non è piaciuto molto perché mi sembra dica troppo e subito.

    Il mio voto è un 2, per una certa incompletezza del testo e non certo per l'idea che lo regge.

    ciao :)
     
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  10. esimon
     
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    sì, credo abbiate ragione.
    grazie. L'aver gradito il finale mi fa comunque piacere. è una storia che merita, sono d'accordo anch'io. la riprenderò.
    grazie ancora a tutti.
    Simone
     
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  11. x_LUIS_x
     
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    Ciao!
    Do tre!
    Avresti meritato di più, ma il racconto è costruito un po' troppo in fretta sulla soluzione finale che è assai originale anche se (ammetto che è quasi impossibile ricordarselo, per cui sono certissimo che t'è venuta in mente pensandoci da solo) la stessa idea è presente, pur con alcune varianti, nel film Gremlins!

    Un saluto!

     
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  12. Piscu
     
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    CITAZIONE (x_LUIS_x @ 7/12/2008, 14:22)
    anche se la stessa idea è presente, pur con alcune varianti, nel film Gremlins!

    cosa? quando, dove? :blink:

    (confermo quindi che non lo si ricorda)
     
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  13. x_LUIS_x
     
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    Ciao Piscu, scusa se ti rispondo così ma io sono pigro, non mi va di impare come funzionano 'sti cosi degli spoiler che copiano e incollano!

    Gremlins il film!
    La ragazza odia il Natale per via del fatto che il padre, per farle una sorpresa è rimasto incastrato nel camino e l'hanno trovato morto a causa del cattivo odore.

    Intendiamoci: segnalo questa cosa solo per curiosità, non per sminuire l'idea di Simon, che l'ha sfruttata, comunque, in modo originale in un altro contesto (quello del finto abbandono).
    Resto dell'idea che il racconto è ottimo a patto di lavorare sulle premesse per rendere più avvincente la sorpresa finale.

    Di nuovo un saluto!

    ETCIU'! Sono raffreddato peggio una capra!
     
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  14. esimon
     
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    E pensare che credevo la falla più evidente del racconto fosse l'impossibilità per un uomo di infilarsi in un camino!
    la vita è strana eh?
    comunque, grazie anche a te Luis per aver letto e commentato.
     
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  15. federica68
     
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    CITAZIONE (esimon @ 7/12/2008, 17:49)
    E pensare che credevo la falla più evidente del racconto fosse l'impossibilità per un uomo di infilarsi in un camino!

    boh
    credo che se il camino è abbastanza largo e l'uomo magro ci si può anche infilare...
     
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31 replies since 3/12/2008, 23:07   472 views
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